La Biblioteca "Luigi Chiarini" raccoglie la maggiore collezione di
argomento cinematografico esistente in Italia. Nata nel 1935 quale
ausilio interno alla formazione degli allievi del
CSC, cominciò a incrementare il patrimonio nel
corso degli anni '50 anche in relazione alla nuova funzione di
servizio rivolto all'utenza esterna alla Scuola. Nel corso degli
anni si è progressivamente affermata come luogo di custodia
della cultura cinematografica e, grazie all'offerta di nuovi
servizi quali la Biblioteca digitale, il Catalogo, il Bookshop
on-line e l'App BiblioChiarini, se ne è fatta sempre
più promotrice.
La politica delle acquisizioni ha
mantenuto la vocazione specialistica per le materie dello
spettacolo e della comunicazione audiovisiva dando ampio spazio a
discipline correlate quali il costume e la scenografia, la
fotografia, l'arte, l'architettura, la narrativa. Negli ultimi
anni, oltre all'incremento delle collezioni, sono diventati
principali obiettivi della Biblioteca l'adeguamento alle moderne
esigenze tecnologiche e il puntuale lavoro di catalogazione e
soggettazione dei materiali bibliografici.
Il patrimonio complessivo
conta attualmente circa 154.000 unità
bibliografiche tra libri, riviste, materiale documentario
e manoscritto, tesi di laurea, partiture musicali, sceneggiature
originali, rassegna stampa, materiale grafico, brochure, bozzetti e
altri materiali d'archivio. Fin dal 1965, con l'istituzione
del "Fondo particolare per la concessione di finanziamenti a film
ispirati a finalità artistiche e culturali",
soggetti, trattamenti e sceneggiature sono
oggetto di tutela da parte dello Stato e vengono depositati presso
il Centro Sperimentale di Cinematografia allo scopo di conservarli
e renderli disponibili ai fini di studio (L. 1213/65, L. 153/1994,
D.Lgs 28/2004, L. 106/2004, DPR 252/2006). Dall'11 aprile 2013 i
soggetti, sceneggiature e trattamenti individuati quali categorie
di documenti destinati al deposito legale, vengono trasmessi in
formato digitale dalla Direzione Cinema del MiBACT alla "Chiarini".
Al deposito ministeriale si è aggiunta la dotazione
proveniente da archivi privati, alcuni legati a particolari
realtà istituzionali - come Cinecittà o il Premio
Solinas - altri appartenenti a giornalisti, produttori,
sceneggiatori, registi, costumisti e scenografi. Numerosi
sono i fondi librari e documentari, costituiti dagli archivi
privati di registi, sceneggiatori, produttori, professionisti,
studiosi illustri del cinema italiano: Alfredo Bini, Valentino
Brosio, Fabio Carpi, Andrea Crisanti, Fabio De Agostini, Ennio De
Concini, Massimo Franciosa, Luigi Freddi, Mario Garbuglia, Gherardo
Gherardi, Angelo Francesco Lavagnino, Marco Leto, Carlo Lizzani,
Domenico Meccoli, Luciano Michetti Ricci, Massimo Mida Puccini,
Fausto Montesanti, Ernesto Pacelli, Lorenzo Quaglietti, Giulio
Questi, Folco Quilici, Gian Luigi Rondi, Piero Tosi, Alida Valli,
Vides cinematografica di Franco Cristaldi e molti altri ancora. Un
grande riconoscimento al ruolo istituzionale della "Chiarini" come
luogo deputato alla salvaguardia, tutela e valorizzazione del
patrimonio archivistico della cultura cinematografica è
pervenuto con la prestigiosa attribuzione, da parte della
Soprintendenza Archivistica per il Lazio, della Dichiarazione di
interesse storico particolarmente importante per i Fondi Giuseppe
De Santis, Carlo Savina, Roberto Rossellini, Adriana Berselli e
Guido Aristarco.
Il prezioso materiale d'emeroteca
è stato utilizzato anche per la realizzazione dei volumi
"raccontati dagli Archivi Rizzoli": La dolce vita,
8½, Giulietta degli spiriti, raccolte di
rassegna stampa provenienti dalla Rizzoli Film, conservate e
catalogate presso la "Chiarini".
Le principali testate
cinematografiche italiane sono state oggetto di un progetto di
spoglio e indicizzazione, svolto per la schedatura in lingua
inglese in collaborazione con la FIAF, il cui catalogo è
consultabile tramite web da tutte le postazioni della
Fondazione.
Sul piano della conservazione e
della più ampia accessibilità è da tempo
operativo il progetto Biblioteca digitale ovvero la
digitalizzazione delle riviste rare e dei materiali di pregio
maggiormente soggetti a deterioramento. Della storica rivista
«Bianco e Nero» è stato indicizzato il periodo
1937-2002.
Per la collana Quaderni della
Biblioteca "Luigi Chiarini", si pubblicano volumi tecnici volti
a valorizzare e fornire adeguata visibilità a particolari
collezioni. L'ultimo quaderno, Le Fan magazines
statunitensi è dedicato al mondo delle riviste
statunitensi a carattere divulgativo note come fan
magazines, preziose per le complesse interconnessioni con lo
star system e la produzione culturale dagli anni '10 agli anni
'60.
Dal 2009 prosegue con successo
l'allestimento delle Mostre virtuali che offrono sul sito
della Fondazione una serie di percorsi iconografici, realizzati
mediante la digitalizzazione di bozzetti, spartiti musicali, album
e riviste di moda, che rivelano la bellezza, la rarità e
l'originalità di questi materiali. Di recente realizzazione
le mostre dedicate ai lavori dei noti costumisti e scenografi
Marisa D'Andrea e Alberto Verso e dei Pressbook.
Per la gestione dei Metadati in
Biblioteca è stato acquisito un apposito software; le
collezioni digitali sono affidate inoltre nel formato web alla
MagTeca dell'ICCU (Istitito Centrale del Catalogo Unico), per
essere conservate a lungo termine e consultabili tramite il portale
Internet Culturale e fruibili anche sui portali aggregatori
CulturaItalia ed Europeana. La "Chiarini" è iscritta alle
associazioni di categoria AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e
ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana) e prende parte
a vari progetti come Michael (Multilingual Inventory of
Cultural Heritage) in Europa (portale che fa conoscere ed esplorare
il patrimonio culturale digitale europeo) e al progetto
Europeana Fashion (portale europeo dedicato alla moda
all'interno di Europeana). Partecipa inoltre ai portali San
e Siusa della DGA (Direzione Generale Archivi) e agli
Archivi della moda del Novecento che, con il patrocinio del
MiBACT e il coordinamento nazionale dell'ANAI, ha consentito
un'esauriente conoscenza degli archivi e delle fonti della storia
della moda mediante la realizzazione di un apposito portale.