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Presentato a Roma il libro “Champagne e cambiali. Nuove storie e leggende dei produttori italiani da Cinecittà a Hollywood”, di Domenico Monetti e Luca Pallanch
Centro Sperimentale di Cinematografia
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17 Aprile 2024

Lunedì 22 aprile, alle 17.30, alla libreria Libraccio a Roma (via Nazionale 254/255), è stato presentato il libro Champagne e cambiali. Nuove storie e leggende dei produttori italiani da Cinecittà a Hollywood di Domenico Monetti e Luca Pallanch - con la collaborazione di Fabio Micolano - pubblicato da Minimum fax in coedizione con CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia. L’evento è stato accompagnato dalle letture di Saverio Vallone. Erano presenti diversi produttori intervistati nel libro. Ingresso libero.

Dopo Per i soldi e per la gloria, Champagne e cambiali prosegue il racconto del cinema italiano attraverso le voci dei più importanti produttori. Se il primo volume è concentrato soprattutto sulle grandi dinastie e sulle avventure legate a una stagione irripetibile, tra cinema d’autore, commedia e prodotti pensati per il mercato internazionale, in Champagne e cambiali Monetti e Pallanch orientano la loro ricerca sulle figure che hanno vissuto in prima persona il passaggio dal cinema in sala all’home video e alla distribuzione televisiva.

Tra storie avvincenti e aneddoti spesso esilaranti, scorre davanti ai nostri occhi il ritratto collettivo di uno straordinario gruppo di sognatori e avventurieri che hanno tentato, con esiti alterni ma con lo stesso ammirevole coraggio, di trasformare la crisi di un’industria e di un modello di produzione culturale in una nuova opportunità. Fino a scalare la produzione hollywoodiana, dialogare con i grandi studios americani e concretizzare il sogno di un cinema europeo, in grado di parlare a diversi tipi di pubblico, e a paesi e culture differenti.

Domenico Monetti e Luca Pallanch lavorano al Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e per anni si sono occupati della programmazione del Cinema Trevi, a Roma. Insieme hanno curato retrospettive alla Mostra del Cinema di Venezia («La situazione comica. 1910-1988»; «Orizzonti. 1960-1978»), alla Festa del Cinema di Roma («Le notti pazze de La dolce vita»; «Cinema espanso. 1962-1984»; «Danze macabre. Il cinema gotico italiano») e al Torino Film Festival («Omaggio a Giulio Questi»; «Omaggio ad Augusto Tretti»; «Omaggio ai fratelli Garriba»), e hanno curato diversi libri di cinema (Luigi Comencini. Architetto dei sentimenti; Tagli. Il cinema di Dario Argento; Non solo Gomorra. Tutto il cinema di Matteo Garrone; Divi & antidivi. Il cinema di Paolo Sorrentino; Un «idolo» in controluce. Enzo Battaglia; Se non ricordo male. Frammenti autobiografici di Giulio Questi; Il caso Tretti; Fabio e Mario Garriba, i gemelli terribili del cinema italiano). Con minimum fax hanno già pubblicato Per i soldi o per la gloria. Storie e leggende dei produttori italiani dal dopoguerra alle tv private (2023), primo volume appartenente alla serie Storia orale del cinema italiano, pubblicata in coedizione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia.

minimum fax, 2024
in coedizione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia
pp. 557, euro 23 - collana Cinema
uscita 29 marzo 2024

acquista qui
https://www.minimumfax.com/shop/product/champagne-e-cambiali-2662

scarica l'introduzione di Domenico Monetti e Luca Pallanch
https://www.fondazionecsc.it/wp-content/uploads/2024/04/introduzione.pdf

Dalla prefazione di Alberto Anile:
«Champagne e cambiali prosegue il discorso affondando ancora di più nel sottobosco e nei labirinti delle compagnie produttive. Il periodo è soprattutto quello degli anni Settanta e Ottanta, stretto fra la più sfrenata libertà creativa e il lubrico sfruttamento commerciale degli ultimi scampoli di commedia italiana, quando il film su Pierino era necessario per finanziare Antonioni, o semplicemente per mandare avanti la baracca. Gli aneddoti ci sono e sono spesso spiazzanti: L’udienza di Ferreri cominciato con un altro attore, Fellini che va ad applaudire il Bagaglino, Jack Nicholson in pantaloncini e zoccoli che citofona a via Po, Mastroianni che fra un ciak e l’altro si addormenta in una vasca da bagno… Ma a sovrastarli è l’arte d’arrangiarsi di chi produce i film, e cioè li prepara, li organizza e li finanzia. O meglio: cerca il sistema migliore per finanziarli. L’obiettivo dichiarato, ben prima della qualità, è l’esistenza stessa di una pellicola o, più prosaicamente, la possibilità di un buon guadagno. Ciò che conta è il finanziamento, il minimo garantito, la coproduzione, il completion bond, le società nascoste dentro scatole cinesi, gli assegni, le cambiali, l’anticipo, le tasse, l’incasso. In una parola: il denaro.
Se però si trattasse solo di soldi, le pagine che seguono si ridurrebbero a un’arida serie di testimonianze su investimenti finanziari, uno squallido resoconto su come sfruttare economicamente le opere dell’ingegno. Non è così: dalle risposte degli intervistati, anche i più elusivi, traspare una passione avventurosa che è parte essenziale del processo creativo, linfa vitale, a volte perfino una forma di "autorialità" (nel caso di qualche film forse l’unica)».