In occasione del 23° Evento Speciale della 45sima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, dedicato al cinema di Alberto Lattuada, il Centro Sperimentale di Cinematografia pubblica il volume L'inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada, a cura di Silvia Tarquini.
Il volume illustrato L'inganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada, a cura di Silvia Tarquini, realizzato dalla Divisione Editoria del CSC in occasione della retrospettiva pesarese, presenta un articolato percorso attraverso l'opera del grande maestro italiano. I testi introduttivi di Sergio Toffetti, Conservatore della Cineteca Nazionale, e della curatrice disegnano, rispettivamente, un profilo generale dell'autore - alla luce della sua cinefilia e della densità dei suoi molti riferimenti culturali - e un attraversamento delle sue fortune (e sfortune) critiche: dall'"accusa" di formalismo da parte di Aristarco e Pietrangeli per i film d'esordio Giacomo l'idealista (1943) e Il delitto di Giovanni Episcopo (1947), all'apprezzamento degli elementi neorealisti da parte di André Bazin ne Il bandito (1946) e Il cappotto (1952), fino, ancora, all'entusiasmo commosso di Giuseppe Marotta per Guendalina (1957), e di Giuseppe Turroni, autore quest'ultimo di un densissimo testo critico che ha avuto il merito di combattere gli stereotipi che spesso sono andati a banalizzare il senso delle opere lattuadiane. Silvia Tarquini inoltre delinea le principali costanti tematiche del maestro milanese, quali lo smascheramento, divertito e attratto dal grottesco, delle falsità del perbenismo borghese - La spiaggia (1954), Venga a prendere il caffè… da noi (1970), Le farò da padre…(1974); la predilezione per i personaggi femminili, personaggi di donne forti, come la Mariella Lotti de La freccia nel fianco (1943-1945), la Carla del Poggio di Senza pietà (1948) e Il mulino del Po (1949), la Catherine Spaak di Dolci inganni (1960); il delicatissimo tema della nascita dell'autonomia sessuale ed affettiva nell'adolescente - Guendalina, Dolci inganni, ma anche La freccia nel fianco.
“Il Centro Sperimentale di Cinematografia ha pubblicato il volume: “Linganno più dolce. Il cinema di Alberto Lattuada” a cura di Silvia Tarquini”
"
Il volume comprende poi una sezione di interviste, con conversazioni con Carla Del Poggio, moglie del regista e interprete di quattro suoi lavori, tra cui Luci del varietà co-diretto da Federico Fellini; Carlo Lizzani, aiuto di Lattuada per Il mulino del Po; Aldo Buzzi, sceneggiatore, scenografo e aiuto regista (e compagno della sorella del regista Bianca, sua segretaria di produzione); le attrici Catherine Spaak (Dolci inganni), Virna Lisi (La Cicala, 1980), Milena Vukotic (Venga a prendere il caffè… da noi); e il direttore della fotografia Lamberto Caimi, collaboratore di Lattuada per Le farò da padre…, Oh, Serafina! (1976) e Genova, episodio di 12 registi per 12 città (1989); più una lunga conversazione con Lattuada, parzialmente inedita, a cura di Gianni Volpi. Le interviste sono rispettivamente a cura di Domenico Monetti, Luca Pallanch, Paolo Mereghetti, Stefania Carpiceci, Silvia Tarquini, Francesco Carrà.
Il corpo centrale del volume è costituito dalla filmografia - curata, nei dati filmografici, da Adriano Aprà e Sara Leggi, con la collaborazione di Enrico Lancia -, che per ogni film offre una selezione di recensioni d'epoca. Seguono un paragrafo dedicato a un'esercitazione tenuta da Lattuada presso il Centro Sperimentale di Cinematografia nell'anno accademico 1948-49 e un saggio di Simone Starace sulle vicende censorie che spesso hanno investito l'opera di Lattuada.
Il libro presenta un ricchissimo apparato iconografico, con foto di scena e di set e fotogrammi provenienti nella maggior parte dall'archivio fotografico della Cineteca Nazionale.
Silvia Tarquini lavora presso il Centro Sperimentale di Cinematografia dal 1996. Ha pubblicato saggi di cinema su «Cinema Studio» e «Bianco & Nero», riviste per le quali ha fatto parte del comitato di redazione, e su «L'Illuminista», semestrale del Dipartimento di Italianistica dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Si occupa di teatro di ricerca per il trimestrale «Arte e Critica».
"
Condividi