Home > “E’ in corso al cinema Trevi la rassegna “Una mirada al cinema cubano”. La rassegna prosegue fino al 30 aprile”
“E’ in corso al cinema Trevi la rassegna “Una mirada al cinema cubano”. La rassegna prosegue fino al 30 aprile”
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lunedì 27
chiuso
 
martedì 28
ore 17.00
Hello Hemingway (1990)
Regia: Fernando Pérez; soggetto e sceneggiatura: Maydo Royero; fotografia: Julio Valdés; musica: Edesio Alejandro; montaggio: Jorge Abello; interpreti: Laura de la Uz, Raúl Paz, Marta del Rio, Herminia Sánchez, José Antonio Rodríguez, Enrique Molina; origine: Cuba; produzione: ICAIC - Instituto Cubano del Arte e Industrias Cinematográficos, Metro; durata: 90'
Larita, vicina di casa di Ernest Hemingway nell'Avana nel 1956, è una giovane ragazza che cerca di terminare gli studi per potersi iscrivere all'università. Capitatole tra le mani Il vecchio e il mare, leggendolo immagina dentro di sé un parallelo fra la storia del pescatore Santiago e la sua vita. Il film è segnato dallo spirito dell'opera di Hemingway, nel suo significato più universale: l'uomo nella lotta per realizzare i propri sogni può essere distrutto, ma non vinto.
 
ore 19.00
La vida es silbar (1998)
Regia: Fernando Pérez; soggetto e sceneggiatura: Humberto Jiménez, Eduardo Del Llano, F. Pérez; fotografia: Raúl Pérez Ureta; musica: Edesio Alejandro; montaggio: Julia Yip; interpreti: Luis Alberto García, Coralia Veloz, Claudia Rojas, Isabel Santos, Bebe Pérez; origine: Cuba/Spagna; produzione: ICAIC - Instituto Cubano del Arte e Industrias Cinematográficos, Wanda Films; durata: 101'
Tre storie, tre personaggi, uno scopo comune: la ricerca della felicità ne L'Avana di oggi. È Bebé, una ragazza di 18 anni che non capisce perché gli altri non siano felici come lo è lei, a raccontarci le storie di Mariana, una giovane ballerina che pur di avere successo fa un voto assurdo, di Julia, un'assistente sociale di mezz'età con un grave problema irrisolto, e di Elpidio Valdés, un giovane mulatto che vive alla giornata, pescando e facendo musica. Questi tre personaggi alla fine si incontrano, come se avessero un appuntamento, alle 4,44 del 4 dicembre in Piazza della Rivoluzione. Sarà Bebé a svelarci il segreto della felicità nell'Avana del 2020. Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival 1999. Premio del XXIX Forum Internazionale del Cinema/Premio CICAE al Festival di Berlino 1999.
 
ore 21.00
Clandestinos (1987)
Regia: Fernando Pérez; soggetto e sceneggiatura: Jesús Díaz; fotografia: Adriano Moreno; musica: Edesio Alejandro; montaggio: Jorge Abello; interpreti: Luis Alberto García, Isabel Santos, Susana Pérez, René Losada, Amado del Pino, Jorge Luis Sánchez; origine: Cuba; produzione: ICAIC - Instituto Cubano del Arte e Industrias Cinematográficos; durata: 87'
Alla fine degli anni Cinquanta, una giovane coppia cubana lotta insieme ad amici e compagni nel movimento clandestino contro il regime di Batista. Uno dei più grandi successi commerciali del cinema cubano, è un tesissimo incrocio tra film d'azione e thriller politico, primo lungometraggio di Fernando Pérez.
 
mercoledì 29
ore 17.00
El mensajero de los dioses (1989)
Regia: Rigoberto López; soggetto e sceneggiatura: R. López; fotografia: José M. Riera, Julio Simoneau; montaggio: Félix de la Nuez; origine: Cuba; produzione:ICAIC -Instituto Cubano del Arte e Industrias Cinematográficos; durata: 25'
Uno dei primi registi a svelare i segreti della Santeria, il rituale religioso dei cubani neri, fu proprio Rigoberto López con questo suo cortometraggio, che andò all'essenza dell'identità afrocubana, e presentò il valore socioculturale del suono del tamburo alle divinità yoruba Yemayá e Changó. Il tamburo è considerato come il messaggero degli dei nelle religioni di derivazione africana di Cuba.
 
a seguire
El viaje más largo (1987)
Regia: Rigoberto López; soggetto e sceneggiatura: R. López; fotografia: José M. Riera; montaggio: Félix de la Nuez; origine: Cuba; produzione: ICAIC -Instituto Cubano del Arte e Industrias Cinematográficos; durata: 25'
Una storia dell'emigrazione cinese a Cuba, dove questa presenza nella vita dell'isola è vista come un elemento integrante della dimensione "meticcia" che caratterizza la nazione.
 
ore 18.00
Roble de Olor (2002)
Regia: Rigoberto López; soggetto: R. López, Leonardo Padura; sceneggiatura: Eugenio Hernández, R. López; fotografia: Livio Delgado; musica: Sergio Vitier; montaggio: Nelson Rodríguez, Lina Baniela; interpreti: Jorge Perugorría, Lía Chapman, Abel Rodríguez, Rubén Breña, Eman Xor Oña, Raúl Martín, Pablo Guevara; origine: Cuba/Spagna/Francia; produzione: ICAIC - Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematográficos, Igeldo Komunikazioa, Les Films du Village, Vía Digital, Programa Ibermedia, Fond Sur; durata: 140'
All'inizio del XIX secolo Cuba è una colonia spagnola, dove la forza lavoro arrivata dall'Africa è stata venduta come bestiame ai proprietari terrieri spagnoli e creoli. Ma nei Caraibi sono anche sbarcate le idee emancipatrici del secolo dei Lumi e delle rivoluzioni francese e americana. In questo film si narra la storia d'amore tra una nera haitiana e un bianco tedesco, i quali riescono ad aprire il Caffè "Angerona", il più importante di Cuba all'epoca, portandolo avanti con una particolare filosofia sulla schiavitù e sul lavoro comunitario. Gran Premio Dikalo - Festival Panafricano di Cannes 2006.
 
ore 20.45
El Benny (2006)
Regia: Jorge Luis Sánchez; soggetto e sceneggiatura: J. L. Sánchez, Abrahán Rodríguez; fotografia: José Manuel Riera; musica: Juan Manuel Ceruto, Juan Formell, Eduardo Ramos, Yotuel Romero, Chucho Valdés; montaggio: Manuel Iglesias; interpreti: Renny Arozarena, Enrique Molina, Mario Guerra, Carlos Ever Fonseca, Limara Meneses, Isabel Santos; origine: Cuba; produzione: ICAIC - Instituto Cubano del Arte e Industrias Cinematográficos, Coral Capital Entertainment; durata: 130'
La vita di uno dei più importanti musicisti cubani del XX secolo: Bartolomé Maximiliano Moré Benitez detto "Benny Moré, el barbaro del ritmo". Accanto alla ricostruzione degli eventi della sua vita privata e alla composizione della sua musica, vengono mostrati i momenti dolorosi che portarono alla fine della Repubblica cubana...
 
giovedì 30
ore 17.00
Antologia Santiago Alvarez
Santiago Álvarez (1919-1998) «ha saputo realizzare, con finalità politiche e padagogiche, una sintesi creativa di certe lezioni "grafico-visive" che hanno il loro teorico e prototipo in Dziga Vertov e di quelle del documento militante e terzomondista. Nella sua opera i materiali politici subiscono un acuto trattamento di reinvenzione e di messa in forma, dentro un discorso commisto di classismo militante e di servizio funzionariale. Così nei circa mille numeri del Noticiero ICAIC, da lui diretto fin dall'inizio, e nei documentari, Álvarez è stato ora un cronista a un tempo lucido e partecipe dello scontro dei paesi dipendenti con l'imperialismo, ora un violento e incisivo polemista anti-yankee, ora un cantore abile e ufficiale della dirigenza e delle sue scelte. Assai variati per temi e approccio, ne sono i principali segni di riscontro Ciclón (Ciclone, 1963), che monta con grande sensibilità devastazioni e reazioni collettive di fronte alla calamità; Now (Ora, 1965), fotomontaggio di scene di violenza razziale negli USA, ritmate dalla canzone di Lena Horne; Cerro Pelado (Vetta Brulla, 1966); Hanoi, martes 13 (Hanoi, martedì 13, 1967), lungometraggio che si fa resoconto concreto, interno all'esistenza di ogni giorno di un popolo contadino in lotta; L.B.J. (id., 1968), feroce e scintillante esempio di satira a proposito del presidente L. B. Johnson.
A essi seguono nel decennio successivo gli allineati rapporti peruviani nel '70, cileni nel '72, africani nel '73, angolani nel '76, sul conflitto Vietnam-Cambogia nel '78. Più normali, fatti con più ampi mezzi, a colori e di ampia durata, essi segnano un po' una svolta che non ci pare un'evoluzione rispetto alla carica innovatrice degli anni '60, e che Álvarez teorizzò come cinema "urgente", fatto a caldo, calato negli eventi. In realtà, appaiono sempre più celebrativi, di Fidel soprattutto, dei suoi viaggi politici e del suo carisma; ed è intorno a lui che ruotano gli stessi Mi hermano Fidel (Mio fratello Fidel, 1977), su un superstite dello sbarco di Martì nel 1895, e La guerra necessaria (id., 1980), sulla lotta armata centro-americana».
(da Goffredo Fofi; Morando Morandini, Gianni Volpi, Storia del Cinema, vol. III, Garzanti, Milano, 1990).
 
ore 21.00
Suite Habana (2003)
Regia: Fernando Pérez; soggetto e sceneggiatura: F. Pérez; fotografia: Raúl Pérez Ureta; musica: Edesio Alejandro, Ernesto Cisneros; montaggio: Pedro Oscar Pérez, Julia Yip; origine: Cuba/Spagna; produzione: ICAIC - Instituto Cubano del Arte e Industrias Cinematográficos, Wanda Visión S.A.; durata: 80'
Pérez vuole con questo film raccontare un giorno qualsiasi di alcuni abitanti dell'Avana, scelti a caso, per mostrare come vivono queste persone, e arrivare a provocare volutamente una riflessione sul senso della vita, sul valore delle piccole cose. Tra i vari personaggi: una donna anziana che vende sacchetti di noccioline per arrotondare la sua pensione, un padre che si fa in quattro per curare il figlio down e un dipendente ospedaliero che di notte recita in un cabaret come travestito. Ogni personaggio rappresenta la curiosa diversità che anima la città, perché non c'è una sola Avana: ci sono molte "Avane" invisibili che vivono una accanto all'altra. L'Avana, oggi, è un punto di riferimento per molti, un mistero per altri e un sogno pieno di contraddizioni e contrasti per coloro che la amano o la criticano. Ma L'Avana non è solo uno spazio, una musica, una luce: L'Avana è la sua gente.
 

 

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