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“Concluso il lavoro di catalogazione del Fondo Carpi”
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Fabio Carpi, nato a Milano il 19 gennaio 1925, è poeta, romanziere, giornalista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. Rifugiatosi in Svizzera durante la guerra, iniziò ad occuparsi di cinema pubblicando i suoi articoli su Libera Stampa. Tornato in Italia, nei primi anni del dopoguerra continuò il suo lavoro sulle pagine de L'Unità, finché nel 1951 si trasferì in Brasile, dando inizio ad una nuova attività di soggettista e sceneggiatore, in cui riportò significativi successi. Infatti, uno dei suoi film, Sinha Moça, la dea bianca, che affrontava i problemi della schiavitù e della vita nelle piantagioni di caffè, girato nel 1954 con la regia di Tom Payne, ottenne il Leone di bronzo alla Mostra di Venezia. Tornato in Italia nel 1954, si stabilì a Roma, dove continuò la sua attività di sceneggiatore fino alla prima metà degli anni Settanta. Molti suoi lavori, alcuni dei quali firmati in collaborazione, sviluppano temi di grande impegno, spesso lontani da schemi comuni. Meritano di essere ricordati il soggetto di Uma pulga na balança, diretto nel 1953 da Adolfo Celi, realizzato in Brasile; la sceneggiatura di Un uomo a metà (1966) diretto da Vittorio De Seta; quella de Il vedovo (1959, regia di Dino Risi); di Diario di una schizofrenica diretto nel 1968-1969 da Nelo Risi; nonché la sceneggiatura del televisivo L'Odissea (1969, regia di Franco Rossi) e del film Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato (1972, regia di Florestano Vancini).
Nel 1968 ha esordito come regista televisivo, realizzando il cortometraggio Parliamo tanto di me, che descrive un incontro con lo scrittore, sceneggiatore e soggettista Cesare Zavattini.
L'esordio cinematografico avviene nel 1972 con l'amaro e metaforico Corpo d'amore, su un caso d'incomunicabilità fra padre e figlio che assurge a modello dei rapporti fra le generazioni: i due, in vacanza su una spiaggia deserta, si innamorano della stessa donna, rinvenuta esanime su una spiaggia e di cui essi non comprendono la lingua; quando arriva un giovane che riesce invece a comunicare con lei, padre e figlio si accordano e lo uccidono.
Spesso i protagonisti dei film di Carpi sono "grandi vecchi", animati dallo stesso bisogno di sconfiggere il tempo. L'età della pace (1974) narra una crisi di senilità: un ricco anziano che ha combattuto la Guerra Civile Spagnola vive aggrappato ai ricordi e sente la vita sfuggirgli a poco a poco; anche Quartetto Basileus (1982) è un'altra amara meditazione sulla vecchiaia: il film narra infatti la vicenda di un quartetto di musicisti che, dopo la morte di uno dei componenti, si scioglie, nel vano tentativo di recuperare la vita perduta durante il ferreo sodalizio. Ma quando un giovane violinista si offre per ricomporre il celebre ensemble inizia la loro fine: c'è chi suicida, chi invece fugge.
Seguono altri interessanti film, concentrati sulle tematiche della vecchiaia, della sublimazione, della morte: L'amore necessario (1991), Nel profondo paese straniero (1997), Nobel (2001), Le intermittenze del cuore (2003), tutte opere che rivelano profonde suggestioni letterarie, con rimandi ed echi che vanno da Borges a Proust.
 
Il regista milanese ha inoltre alternato la sua attività cinematografica con quella di scrittore, pubblicando diversi romanzi: I luoghi abbandonati, Relazioni umane, La digestione artificiale, Mabuse, Nevermore, Patchwork , Come sono andate le cose.
 
Il Fondo è attualmente costituito da n. 90 documenti bibliografici: in prevalenza sceneggiature di film realizzati da Fabio Carpi, ma anche progetti di opere non realizzate.
Le sceneggiature sono presenti in versioni cronologicamente e/o linguisticamente difformi (ci sono infatti copie dattiloscritte in lingua francese e in lingua inglese); alcune di esse sono co-firmate da Luigi Malerba.
E' presente un radiodramma dal titolo Amleto e Lady Chatterley: 5 incontri immaginari; un originale televisivo Quattromila giorni per non morire, o, Il caso Chessman, incentrato sulla figura del famoso criminale americano, caso preso ad esempio dal movimento per l'abolizione della pena di morte; un dattiloscritto dal titolo Sentimenti e risentimenti: diario di uno spettatore, nel quale Fabio Carpi trasmette, in forma diaristica, impressioni, sentimenti e appunto risentimenti "privati" suscitati dalla visione di film di ogni epoca.
 

Nel Fondo sono infine presenti due tesi di laurea aventi come oggetto di studio il cinema del regista e sceneggiatore milanese.

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