Home > “Ultimi giorni della retrospettiva “Il tempo si è fermato. Il cinema di Ermanno Olmi”. Domenica 18 gennaio “Camminacammina”, “Michelino 1º B”, “I recuperanti”.”
“Ultimi giorni della retrospettiva “Il tempo si è fermato. Il cinema di Ermanno Olmi”. Domenica 18 gennaio “Camminacammina”, “Michelino 1º B”, “I recuperanti”.”
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domenica 18 gennaio

ore 17.00
Camminacammina (replica)
Regia: Ermanno Olmi; soggetto e sceneggiatura: E. Olmi; fotografia: E. Olmi; collaborazione alla fotografia: Gianni Maddaleni; musica: Bruno Nicolai; montaggio: E. Olmi; interpreti: Alberto Fumagalli, Antonio Cucciarrè, Eligio Martellucci, Fernando Guarguaglini, Anna Vanni, Renzo Samminiatesi; origine: Italia; produzione: Rai, Scenario Film; durata: 168'
«Un poeta che, per raccontare il Natale, la nascita del Figlio di Dio, la risposta dell'uomo a questa nascita annunciata per secoli dai profeti della Bibbia, si serve subito di un'invenzione che sulle prime sembra già nota ma che poi rivela un'originalità tutta speciale, sia lirica sia drammatica: la sacra rappresentazione. Non la sacra rappresentazione per i modi e gli schemi con cui il racconto si costruirà, ma per lo spunto dal vero che poi darà luoghi e verità, in un'epoca precisa, a tutto quanto ci verrà mostrato. Una Toscana forse di oggi, forse di qualche secolo fa. Tutto un paese si muove, in abiti fra il rinascimentale e il medievale, sempre disadorni, però, e contadini, per mettere in scena nelle strade la rappresentazione di un evento che si è verificato secoli prima. Siamo di colpo nel clima di questo evento, richiamati solo all'idea di rappresentazione dalle lingue rozze e dai toni ora stentati ora improvvisati di quelli che "recitano"[...]. La parafrasi natalizia, avviata con un viaggio di una settimana guidato da una cometa, si conclude, nel sangue, lasciando tutti gli altri testimoni dell'Evento a tu per tu con le proprie colpe, soprattutto i "Magi", responsabili o di non aver capito o, peggio, di aver tradito dopo aver capito, vinti dai difetti umani; presenti comunque, questi difetti, in varia misura, anche in tutti gli altri, o perché ciechi, o perché sordi, o perché aridi. Secondo il campionario abituale dell'umanità di tutti i tempi. Niente invece è abituale nella rappresentazione di questa parafrasi perché Olmi, appunto, è un poeta e il suo canto vola alto, su ali che non lo fanno somigliare a nessuno. La sua meditazione è amara, le sue considerazioni sui tradimenti nei confronti dell'Evento sono dolorose fino allo strappo, alla lacerazione, ma la sua favola "sul vero" non sfiora mai quei toni di predica che egli invece, per dolersene, attribuisce ai suoi personaggi sacerdotali. [...] Autore totale, e autore perciò anche della fotografia, dei costumi, delle scenografie, del montaggio, Olmi ha dato infatti alla sua opera una compattezza rotonda in cui tutto è ordine, misura, armonia: i ritmi lenti ma variati del viaggio, l'alternarsi di pause ora drammatiche ora gioiose, il sapore grezzo di terra e di campagna che tutta quella gente riflette, i colori sempre naturali e ottenuti sempre con luci naturali in cui la notte è notte davvero e i panorami con sole hanno tinte di un limpido intenso, gli abiti filati a mano che non fanno mai costume ma incontri di ieri, per strada, le musiche, da cantata e da ballata, in equilibrio fra antico e moderno, e una recitazione, finalmente, che frutto solo di fatiche e di sforzi di non professionisti, nelle voci sporche, negli impacci verbali, nei dialetti regionali toscani cui quasi per intero si affida, fa udire toni ed accenti cui il cinema non ci aveva più abituati dai tempi del neorealismo, qui tanto più efficaci in quanto la cronaca, anche se è dal vero, spazia nelle leggende e nella storia, portando i secoli nel quotidiano. Un film che nuovamente ricongiunge Olmi a Bresson e a Rossellini, che forse qualcuno non capirà, come in molti non hanno capito l'Evento, ma che, pur nei tormenti che esprime, dà gioia all'anima. Confermando la grandezza del cinema, anzi, dell'arte del film» (Rondi).

a seguire
Michelino 1º B (replica)
Regia: Ermanno Olmi; soggetto e sceneggiatura: E. Olmi, Goffredo Parise; fotografia: Carlo Bellero, Carlo Pozzi; musica: Pier Emilio Bassi; montaggio: Lilli Scarpa, Giampiero Viola; interpreti: Sandro Beretta, Stefano Pargoletti, Giovanni Pandocchi; origine: Italia; produzione: Sezione Cinema della Edisonvolta; durata: 43'
Le vicende di un bambino calabrese: dal piccolo paese di pescatori al corso di formazione professionale Edison di Voghera per diventare un operaio specializzato. Gli studi e la crescita professionale del giovane accompagnano il delicato momento del passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Lontano dalla famiglia, nella grande Milano, alla fine del primo anno scolastico Michelino ritornerà al suo paese natale un po' più sicuro di sé, più autosufficiente, più adulto. «Le immagini mostrano dapprima il bimbo nel suo paese, che si affaccia sul mare; poi durante il viaggio di iniziazione compiuto alla volta di Milano con scorci della metropoli, una "piccola New York", in vista dell'esame da superare per essere ammesso alla scuola: il suo temporaneo ritorno nei luoghi natii; e la partenza, questa volta definitiva, per frequentare la scuola professionale. A partire da ora, la componente documentaristica affiora prepotentemente, illustrando una serie di situazioni tipo proposte agli studenti, divisi fra l'apprendimento delle prime nozioni tecniche e i momenti spensierati trascorsi all'aperto, a giocare a calcio o a scambiarsi pallate di neve» (David Bruni).

ore 21.00
I recuperanti (1969)
Regia: Ermanno Olmi; soggetto: Mario Rigoni Stern; sceneggiatura: Tullio Kezich, M. Rigoni Stern, E. Olmi; fotografia: E. Olmi; musica: Gianni Ferrio; montaggio: E. Olmi; interpreti: Antonio Lunardi, Andreino Carli, Alessandra Micheletto, Pietro Tolin, Mari lena Rossi, Ivano Frigo; origine: Italia; produzione: Rai, Produzione Palumbo; durata: 98'
Dopo la guerra Gianni torna nel suo paese in montagna e per sopravvivere accetta la proposta del vecchio Du e diventa un "recuperante" di bombe, munizioni, ferri di ogni tipo, per rivenderli al mercato dei metalli. Du con la sua bizzarra saggezza si rivela un maestro di vita per il ragazzo. Elsa, la donna di Gianni, preoccupata per la pericolosità del lavoro, cerca in tutti i modi di convincere il suo uomo a cambiare mestiere. «Con questi personaggi Ermanno è riuscito a fare I recuperanti, un documentario talmente vero che diventa un documentario di un periodo della vita dell'Altipiano, quando la gente rischiava la pelle per poi comperarsi un po' di farina da accompagnare col formaggio» (Rigoni Stern). Il film contiene in sé un sapore di verità tale da poter essere definito, pur non essendolo, un documentario: racconta storie e personaggi che fanno parte della cultura dell'Altipiano di Asiago, di cui Rigoni Stern è stato il grande cantore.
Copia restaurata dalla Cineteca di Bologna con la collaborazione di Rai Cinema - Ingresso gratuito

 

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