Home > “Si avvisa il gentile pubblico che l’incontro previsto al cinema Trevi per il 27 giugno con Barbara Steele e’ annullato. Ci scusiamo per l’imprevisto”
“Si avvisa il gentile pubblico che l’incontro previsto al cinema Trevi per il 27 giugno con Barbara Steele e’ annullato. Ci scusiamo per l’imprevisto”
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«Non è mai accaduto. E probabilmente non accadrà mai più. Cioè che un genere, a noi culturalmente abbastanza lontano come l'horror classico, il gotico, con i vampiri, i fantasmi, le case infestate, i manieri sperduti, i mad doctor, i necrofili, le femmine sdoppiate, parte buone e parte cattive, diventasse un vero genere italiano e si imponesse sul mercato internazionale in tempi così brevi e con un sostegno di grande autorevolezza. Tanto da frenare ogni possibilità di ironia da parte della nostra critica, allora (e ancora oggi) così ottusa nel non voler seguire altre strade che quelle del cinema d'autore o del cinema d'impegno. Oltre tutto senza che l'horror italiano avesse una vera e propria fortuna commerciale, almeno rispetto a campioni di incassi nazionali e internazionali come il peplum e il western. […] "Nel corso degli ultimi tre anni", scrive Michel Mardore sul numero di agosto 1961 dei "Cahiers du Cinéma", "il rinnovamento del Neo-Irrealismo Italiano (quella scuola la cui gloria era stata adombrata dal suo nemico mortale, il Neo-Realismo), lo ha reso talmente grande che la redazione di un testo apologetico su Riccardo Freda diventa quasi un'esercitazione accademica". Curiosamente, quindi, l'horror italiano […] nel 1961 è già qualcosa di più di un genere di successo, è qualcosa da studiare a livello accademico, qualcosa di riconosciuto» (Marco Giusti, dal libro di Steve Della Casa e Marco Giusti   Gotico italiano. Il cinema orrorifico 1956-1979 , Centro Sperimentale di Cinematografia, 2014).

Rassegna in collaborazione con il Fantafestival
 
giovedì 25
ore 17.00 Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea di Riccardo Freda (1972, 82')
Misconosciuto film di Freda, uscito in poche sale e poi sparito nel nulla, fino alla riscoperta veneziana nel 2004, all'interno della retrospettiva Italian Kings of the B's. «I quattro ragazzi, figli-dei-fiori à la bourgeoise, hippy coi soldi di papa, dopo essersi imbattuti in alcuni strani epifenomeni che hanno del paranormale, trovano rifugio, sotto una pioggia battente, nel solito castello abitato da nobili annoiati amanti dei riti satanici e dei sacrifici umani. E qui, ad un tratto, l'accelerazione improvvisa, il momento più freudiano e geniale del film: la carneficina gore ante-litteram, calata in un prisma visionario e distorcente che si mette ossessivamente a ripetere le stesse azioni, gli stessi movimenti, analizzati anche da punti di vista diversi. […] Cinema di serie B. Indubbiamente. Ma con momenti di pura avanguardia, anche concettuale, e di inconsapevoli incroci con il surrealismo, la body art e il dada-pop. Chiamatelo come volete, ma non cinema trash» (De Sanctis).
 
ore 19.00 Murder Obsession (Follia omicida) Riccardo Freda (1980, 100')
Un attore, accompagnato dalla sua fidanzata, torna a casa, dopo anni, per rivedere la madre. Qualche giorno dopo viene raggiunto da un regista, un aiuto regista e un'attrice, i quali stanno cercando locations per un film. I visitatori sono eliminati ad uno ad uno… «La pietà michelangiolesca su cui si chiude Murder Obsession è una composizione infernale: nell'armonia rinascimentale, come sempre cara al Freda pittore e scultore, e nell'immagine più rassicurante, la madre con il figlio, come nella bellezza delle sue interpreti, prosperano le mostruosità terrene» (Pistagnesi). «Il mio ultimo film è un thrilling basato più sull'atmosfera e i personaggi che non sugli effetti che, peraltro, non mancano» (Freda).

INCONTRO ANNULLATO
ore 20.45
 Incontro con Francesco BarilliSteve Della CasaCorrado FarinaMarco GiustiSergio Salvati
Nel corso dell'incontro sarà presentato il libro di Steve Della Casa e Marco Giusti Gotico italiano. Il cinema orrorifico 1956-1979.
 
a seguire Il figlio di Dracula di Corrado Farina (1960, 20')
Dracula e sua moglie mandano il figlio tra i viventi per compiere il suo tirocinio di vampiro, ma il ragazzo, troppo timido e bonaccione, li delude e ne viene disconosciuto («Con tutti i sacrifici che abbiamo fatto per farlo studiare...!»). «Rivarolo Canavese, 30km da Torino, autunno 1960. Da poco più di un anno il sottoscritto sta cercando di capire cosa si può fare con una Paillardina 8mm a torretta con due obiettivi. Si è già misurato, temerariamente, con una spy story (Tra un bacio e una pistola), una commedia surreale (Accadde a Catone) e una poesia di Trilussa (Una camera ammobiliata); ma in un cinemino di periferia […] ha visto da poco I vampiri, e in prima visioneLa maschera del demonio. È quindi ormai irrimediabilmente contaminato, e poiché nessuno gli pianta un palo di frassino nel cuore decide che è venuto il momento di misurarsi con l'horror» (Farina).«Cortometraggio in 8mm ispirato da I vampiri e dal Dracula di Fisher e costruito con grande attenzione e cura grazie alla cinefilia e alla passione per il fantastico dell'autore [...]: un sequel segnato da una marcata ironia, dal gioco leggero dell'amatoriale e dalla perizia imitativa nel ricreare quadri e segmenti narrativi della tradizione horror e melodrammatica...» (Venturini).
Ingresso gratuito
 
venerdì 26
ore 17.00 Macabro di Lamberto Bava (1980, 91')
«Variazione "estrema" sul tema dell'amour fou, avvolto nei sudari di una passione necrofila, codesta opera d'esordio ha diverse frecce nel proprio arco: già si accennava alle locations... Le soffocanti magioni da gotico del Sud di New Orleans, però, sono un mero pretesto, una spolveratina di livido cerone e nulla più. Macabro, infatti, svela la propria macabra forza nel gioco al massacro fra i tre protagonisti, pedine impazzite su di una scacchiera che, in un allucinato crescendo, si tramuta in camera delle torture e poi in patibolo. Tre personaggi confinati, in una sorta di esilio esistenziale, fra le mura della più classica delle "old house" (il film è stato girato nella villa che fu di Claretta Petacci durante la Repubblica di Salò!!!), mossi soltanto dalle proprie innaturali ossessioni: Jane Baker [...] persa dietro ad i propri fantasmi erotici; sua figlia Lucy [...] che non disdegna il fratricidio pur di ferire i propri odiati genitori; Robert Duval [...], il padrone di casa, cieco, che, dopo una adolescenza non molto dissimile a quella di Norman Bates, si dedica al feticismo più sfrenato lasciando il palco delle proprie fantasie onanistiche solo ed esclusivamente alla nuova affittuaria...» (Bruni). «Macabro è paradossalmente in linea con la poetica di Georges Bataille, un'illustrazione della sua teoria sull'eros come parodia della morte» (Morandini).
 
ore 19.00 Inferno di Dario Argento (1980, 107')
L'inferno argentiano: "tre madri" nascoste nei sotterranei di tre palazzi a Roma, New York, Friburgo, costruiti per loro da un architetto-alchimista, autore di un libro maledetto. «È una storia che si ispira all'alchimia moderna, alchimia di oggi, alchimia dei nostri giorni. Il mio film vuole esplorare e trovare le chiavi dei grandi segreti della vita e della morte» (Argento). Con Eleonora Giorgi, Gabriele Lavia, Alida Valli.
 
ore 21.00 …E tu vivrai nel terrore! L'aldilà di Lucio Fulci (1981, 88')
«Ambientato in una Louisiana di comodo, il film racconta le disgrazie di una ragazza che eredita un albergo sul quale pesa una maledizione. Tutto è detto nel prologo, che mostra il linciaggio di un pittore colpito con catene di ferro, inchiodato alla parete e dilaniato da calce viva. Il pittore grida che quella casa è costruita sopra una delle sette porte del male, e che soltanto la sua presenza può salvare gli ospiti» (Fegatelli). «Molti considerano il mio capolavoro, ma non lo è […]. Il messaggio che cercavo di comunicare è che la nostra vita è un terribile incubo, e che l'unica via di fuga è nascondersi in questo mondo fuori dal tempo» (Fulci). Con Catherine (Catriona) MacColl, David Warbeck e Veronica Lazar.
 
sabato 27
ore 17.00 La maschera del demonio di Mario Bava (1960, 88')
Due viaggiatori nelle steppe russe fanno resuscitare la strega Asa, che ha il volto identico alla sua discendente Katia. La strega vampirizzerà quasi tutti i componenti della famiglia, cercando d'impadronirsi del corpo del pronipote. «Gli spettatori e i critici italiani dell'epoca furono ingannati dal genere, ma La maschera del demonio è un film di ambizioni alte, quanto poteva esserlo Il bacio della pantera di Tourneur. Bava rende significativamente omaggio a Nosferatu di Murnau nella sequenza della carrozza di Iavutich che attraversa il bosco. Ma girando in ralenti (al contrario di Murnau, che accelerava), Bava sottolinea anche la propria originalità nel momento in cui cita un'iconografia preesistente. Più che I vampiri, dove l'elemento orrorifico era ancora timido e necessitava per di più di una spiegazione naturalista, La maschera del demonioè il film che fa nascere l'horror italiano» (Pezzotta). Con Barbara Steele, John Richardson, Andrea Checchi, Ivo Garrani.
 
ore 19.00 I lunghi capelli della morte di Antonio Margheriti (1964, 99')
«La figlia (Steele) di una strega ingiustamente condannata torna dalla tomba per sedurre e fare impazzire Kurt (Ardisson), il signorotto che ha fatto uccidere sua madre. Tipico gotico italiano con passaggi segreti, donne in camicia da notte che vagano nel buio e un tocco di erotismo (con un nudo fugace della Steele): l'atmosfera c'è, ma la sceneggiatura […] è stata improvvisata giorno per giorno, e si vede» (Mereghetti). «Il film non era fra i preferiti di Antonio, che lo definiva più un film storico che non dell'orrore, ma un giorno che feci delle critiche, su alcune scene che non mi erano piaciute, lo difese a spada tratta, dimostrando che in fondo amava tutte le sue creature allo stesso modo, non faceva distinzione tra "figli" e "figlietti"» (Edoardo Margheriti).

INCONTRO ANNULLATO

ore 20.45
 Incontro moderato da Emiliano Morreale con Barbara SteeleAdriano PintaldiAlberto RavaglioliSimone Venturini
Nel corso dell'incontro sarà presentato il libro di Simone Venturini Horror italiano (Donzelli, Centro Sperimentale di Cinematografia, 2014).
 
a seguire Danza macabra di Antonio Margheriti (1964, 90')
Edgar Allan Poe non si considera un romanziere, quanto un cronista. Le vicende che racconta non sono frutto di fantasia, ma fatti realmente accaduti. Da questo assunto comincia l'avventura di Alain Foster, un giornalista giunto nella provincia per intervistare il celebre scrittore. Per orgoglio e scetticismo accetta la sfida di trascorrere la notte del 2 novembre (il giorno dei morti) nel castello abbandonato di Lord Blackwood. «Uno dei migliori gotici italiani dell'epoca, dove l'eleganza classica della messa in scena (con una prodigiosa fotografia contrastata di Riccardo Pallottini e abbondanza di piani-sequenza) fonde il romanticismo macabro con temi sottilmente morbosi, creando un clima sinuoso e suggestivo, senza il lieto fine d'obbligo» (Mereghetti). Barbara Steele, Georges Rivière, Margaret Robsham, Silvano Tranquilli.
Ingresso gratuito
 

 

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