“Per la retrospettiva “Le stagioni del nostro cinema: Antonio Pietrangeli, Florestano Vancini, Valerio Zurlini”, oggi “Io la conoscevo bene” di Antonio Pietrangeli (1965). Al cinema Trevi alle 21.15.”
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mercoledì 4 febbraio
ore 17.00
Souvenir d'Italie (1957)
Regia: Antonio Pietrangeli; soggetto: Age & Scarpelli, da un'idea di Fabio Carpi e Nelo Risi; sceneggiatura: Age & Scarpelli, Dario Fo, A. Pietrangeli, [non accreditato] Armando Crispino; fotografia: Aldo Tonti; musica: Lelio Luttazzi; montaggio: Eraldo da Roma; interpreti: June Laverick, Vittorio De Sica, Isabelle Corey, Ingeborg Schoener, Isabel Jeans, Massimo Girotti; origine: Italia; produzione: Athena Cinematografica; durata: 100'.
Le avventure sentimentali di tre ragazze straniere in giro per l'Italia in autostop. «Il film contiene, a giudizio mio, un capitoletto eccezionale, incisivamente buffo, sostenuto da un Alberto. Sordi straordinariamente in vena. Dunque: Sordi e il mantenutello (Sergio) di una preziosa tardona (Cynthia [Isabel Jeans]) che lo ninna e lo vezzeggia in una culla d'oro. Tema arduo e antipatico se mai ve ne furono; ma guardate come lo svolge don Alberto, qui è veramente nelle sue corde, oppure baciato in fronte con la massima foga da Talia. È un Sordi, accidenti a lui, che sfido chiunque a descrivere. "Ma quale culla d'oro? Gabbia, cari miei, gabbia", sembra dirci. È infantile e decrepito, ingenuo e corrotto, saggio e scemo, tiranno e schiavo. […] Che veloce e nitido capolavoro di ipocrisia, di innocente bassezza, di piacevole trivialità, è il Sergio di Alberto Sordi. Vi rimarrà a lungo in mente. […] L'altro motivo che mi induce a suggerirvi di non perdere questo film, è l'Italia in technicolor e in technirama. Gesù. Dall'inizio alla fine, quale meraviglia, quale incanto, quale festa delle feste geologiche è il nostro paese. Che diavolo abbiamo fatto, sentiamo, per averlo noi, proprio noi?» (Marotta).
ore 19.00
La ragazza con la valigia (1960)
Regia: Valerio Zurlini; soggetto e sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Giuseppe Patroni Griffi, V. Zurlini; fotografia: Tino Santoni; musica: Mario Nascimbene; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Claudia Cardinale, Jacques Perrin, Romolo Valli, Corrado Pani, Renato Baldini, Gian Maria Volonté; origine: Italia/Francia; produzione: Titanus, S.G.C.; durata: 121'.
Amore impossibile tra Aida, una ballerina dal passato burrascoso, e Lorenzo, uno studente timido, serio, di buona famiglia. «La ragazza con la valigia è nato da un incontro. Un giorno, a Milano [...] ho incontrato una strana persona, oggi divenuta piuttosto celebre, con cui dovevo girare un filmetto pubblicitario per una marca di automobili. Per due giorni siamo stati insieme per girare il film, e la ragazza, che all'epoca faceva l'indossatrice, mi ha raccontato molte cose della sua vita: si trattava davvero del personaggio di Aida. Quando ho scritto la sceneggiatura, non ho fatto altro che ricordarmi di quello che mi aveva raccontato, di tutte quelle cose tanto tenere, commoventi, buffe talvolta, e così mi sono ritrovato già con un personaggio che viveva di vita autonoma. È bastato accompagnarla con un ragazzo ricordandomi un po' dei miei sedici anni, poi facendo astrazione da me e guardando il personaggio maschile dal di fuori, per avere quella strana coppia che comincia subito a funzionare perfettamente e continua a funzionare fino alla fine del film. Erano due personaggi stranamente assortiti, appartenenti a mondi differenti, due solitari che esprimono nel loro incontro la volontà di aiutarsi reciprocamente» (Zurlini).
ore 21.15
Provini di Catherine Spaak e Stefania Sandrelli
a seguire
Io la conoscevo bene (1965)
Regia: Antonio Pietrangeli; soggetto e sceneggiatura: A. Pietrangeli, Ruggero Maccari, Ettore Scola; fotografia: Armando Nannuzzi; musica: Piero Piccioni; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Stefania Sandrelli, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Robert Hoffmann, Jean-Claude Brialy, Joachin Fuchsberger; origine: Italia/Francia/Germania; produzione: Ultra Film, Le Film du Siècle, Roxy Film; durata: 125'.
«Ecco Adriana, una bella ragazza scappata a Roma dal Pistoiese. Ha cominciato come domestica, e se sulle prime s'è dovuta difendere dal lattaio, presto le barriere del pudore contadino hanno ceduto di fronte al mito degli amori romanzeschi coltivato da fumetti e canzoni. A poco a poco Adriana scivola, diviene come un oggetto, passa da un uomo all'altro con la stessa indifferenza con cui cambia mestiere. Parrucchiera, maschera in un cinema, cassiera in un bowling, la sua vita è una collezione di cotte per tipi che le sembrano meravigliosi, di passive accettazioni di maneschi dongiovanni, di umiliazioni che appena ne scalfiscono la vergogna. Amica del sole e del neon, fanatica del giradischi, vive alla giornata senza nemmeno la tagliente ambizione dell'arrivista; ma ogniqualvolta le si schiude un orizzonte, si consegna tutta intera alla speranza d'un grande futuro. […] Probabilmente questo è il più bel film che ci abbia dato sinora Antonio Pietrangeli. Non è nato improvviso: oggi si vede, guardando a ritroso, che quasi tutti i suoi ritratti di donna (da Il sole negli occhi a Nata di marzo, da Adua e le compagne a La parmigiana e alla Visita) preludevano ad Adriana, e anticipavano qualche sua componente psicologica, prima fra tutte quella tensione a collocarsi in un paesaggio più largo. Ora soltanto, però, il personaggio è giunto a completa maturazione, e Pietrangeli (coadiuvato per il soggetto e la sceneggiatura da Maccari e Scola) è riuscito a proporcelo in tutta la sua ricchezza di motivi come amarissimo simbolo d'una moderna condizione morale e sociale» (Grazzini).
Vietato ai minori di anni 14
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