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“Per la rassegna dedicata a Mariangela Melato, i film nel weekend”
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venerdì 8
ore 17.00
La presidentessa (1977)
Regia: Luciano Salce; soggetto: dalla commedia omonima di Pierre Veber e Maurice Hennequin; sceneggiatura: Ottavio Jemma; fotografia: Ennio Guarnieri; scenografia: Dante Ferretti; costumi: Gianfranco Carretti, Paola Comencini; musica: Lelio Luttazzi; montaggio: Antonio Siciliano; interpreti: Johnny Dorelli, Mariangela Melato, Gianrico Tedeschi, Vittorio Caprioli, L. Salce, Elsa Vazzoler; origine: Italia; produzione: Capital Film; durata: 105'
«A venticinque anni di distanza dall'edizione che ne curò Pietro Germi, torna sugli schermi un cavallo di battaglia del teatro burlesco; quella commedia di Hennequin e Veber che ha fatto il solletico, con le sue situazioni piccanti, a nonni e nipoti. Dove si contemplano i buffissimi guai provocati da una canzonettista tentata dalla danza: la capricciosa Yvette, che passando da un letto all'altro otterrà finalmente il successo dopo aver scoperto gli altarini dei potenti. In questo remake, [...] l'azione si svolge nell'Italia degli anni Cinquanta, e prende le mosse da una villa vicentina, d'improvviso messa a soqquadro da un quiproquo tanto più malizioso quanto più il padrone di casa è un severo presidente di tribunale, amico di notabili corrotti, ma finalmente deciso a denunciarne le magagne. Impresa impossibile, perché Yvette, fingendosi sua moglie, seduce il ministro della giustizia, e il nostro magistrato, all'oscuro della tresca, accarezza l'idea di far carriera. [...] Siamo nel surreale, nel cinema al pepe che dietro il paravento degli anni Cinquanta scotta ancor oggi. E siamo alle prese con attori ormai bravi professionisti del brillante: una effervescente, aguzza, spiritosa Mariangela Melato, un disinvolto Johnny Dorelli nella doppia parte del ministro e del nipote, un Gianrico Tedeschi argutamente pittoresco. Fra i simpatici comprimari merita un occhio di riguardo Elsa Vazzoler, anch'essa, giacché occorre, spinta allo spogliarello. Nelle soffitte del ministero, dove sono ammucchiate celebri opere d'arte, i topi chi preferiscono? Ma diamine, il Parmigianino» (Grazzini).
 
ore 19.00
Saxofone (1978)
Regia: Renato Pozzetto; soggetto: Enzo Jannacci, R. Pozzetto; sceneggiatura: E. Jannacci, R. Pozzetto. Cochi Ponzoni, Giuseppe Viola; fotografia: Lamberto Caimi; scenografia: Franco Bottari; costumi: Bruna Parmesan; musica: Enzo Jannacci; montaggio: Sergio Montanari; interpreti: R. Pozzetto, Mariangela Melato, Teo Teocoli, C. Ponzoni, Massimo Boldi, Felice Andreasi; origine: Italia; produzione: Irrigazione Cinematografica; durata: 97'
Fiorenza lascia la premiazione di un torneo di tennis vinto dal marito e ha un incidente d'auto. Viene soccorsa da uno strano giovane che si fa chiamare Saxofone perché va in giro per Milano suonando il suo sax e dispensando consigli e riflessioni alle persone incontrate. Fiorenza incuriosita dal giovane lo segue dappertutto affascinata dal suo modo di vivere e dalle cose che dice.
 
ore 21.00
Il petomane (1983)
Regia: Pasquale Festa Campanile; soggetto e sceneggiatura: Leo benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli; fotografia: Alfio Contini; scenografia e costumi: Dario Cecchi; musica: Carlo e Paolo Rustichelli; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Ugo Tognazzi, Mariangela Melato, Vittorio Caprioli, Enzo Robutti, Giuliana Calandra, Piero Nuti, Adriana Innocenti; origine: Italia; produzione: Filmauro; durata: 101'
Pujol si esibisce in un locale di Parigi con un numero di petomania. Quando uno dei figli, che compongono la sua orchestra, lo abbandona inizia una serie di audizioni per sostituirlo. Incontra così una bella e giovane violoncellista, Catherine, di cui si innamora. Dopo aver vinto un processo mossogli per atti immorali, abbandona l'attività e sposa la giovane. Non riuscendo a resistere torna sul palcoscenico per sfidare una concorrente ma all'evento assiste anche Catherine. Pujol fugge ma l'amore della ragazza gli farà rivalutare il proprio talento. «Sempre con un piede nell'alta cultura e l'altro nella suburra, Festa Campanile ha fatto uno dei suoi film più enigmatici, alternando rimpianti crepuscolari e gagliardi contrappunti dal fondo schiena» (Kezich).
 
sabato 9
ore 17.00
Oggetti smarriti (1980)
Regia: Giuseppe Bertolucci; soggetto e sceneggiatura: G. Bertolucci, Mimmo Rafele, Lidia Ravera, Enzo Ungari; fotografia: Renato Tafuri; scenografia: Paolo Biagetti; costumi: Lina Nerli; musica: Enrico Rava; montaggio: Gabriella Cristiani; interpreti: Mariangela Melato, Bruno Ganz, Francesca Rinaldi, Laura Morante, Maria Luisa Santella, Renato Salvatori; origine: Italia; produzione: Fiction Cinematografica; durata: 92'
Stazione Centrale di Milano. Marta, una signora borghese in crisi, si perde per un giorno e una notte, tra i corridoi dell'edificio. Non è sola però. È in compagnia di un suo vecchio amico. «Il film […] rientrava in un pacchetto, formato da La luna e La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo, Io con te non ci sto più di Gianni Amico e Sconcerto rock di Luciano Manuzzi, reso possibile dal grande potere contrattuale acquistato da Bernardo dopo il successo internazionale di Ultimo tango a Parigi e - in parte - di Novecento. Avevo letto da poco Un cielo più piccolo, un romanzo di uno scrittore inglese […]: la storia di un modesto impiegato che un giorno, persosi nella stazione di Paddington, decide di rimanervi, rinunciando al lavoro e alla famiglia. Inizialmente pensavo ad un semplice adattamento. In seguito, lavorando sul soggetto assieme a Enzo Ungari, Mimmo Rafele e Lidia Ravera, vien fuori l'idea di questa donna che si perde alla stazione di Milano per un giorno ed una notte. Faccio leggere il soggetto a Mariangela Melato che ne è entusiasta. Scriviamo la sceneggiatura e la Fiction - in pratica mio fratello Bernardo - lega produttivamente il film a La luna. […] Il percorso che compie il personaggio interpretato da Mariangela Melato allora mi piaceva chiamarlo presa di "incoscienza" e non di "coscienza": solo toccando e scoprendo le parti più nascoste di se stessi si poteva forse arrivare all'idea di cambiare la propria persona, superando anche una serie di nevrosi tipiche della classe sociale borghese a cui la donna apparteneva» (Giuseppe Bertolucci).
 
ore 19.00
Aiutami a sognare (1981)
Regia: Pupi Avati; soggetto e sceneggiatura: P. Avati; fotografia: Franco Delli Colli; scenografia e costumi: Guido Josia; musica: Riz Ortolani; montaggio: Amedeo Salfa; interpreti: Mariangela Melato, Anthony Franciosa, Paola Antolini, Alessandra Antolini, Maria Cristina Le Rose, Orazio Orlando; origine: Italia; produzione: A.M.A. Film, Rai; durata: 117'
Francesca è una giovane vedova con tre bambine. Come tutti nell'estate del '43 è costretta a lasciare Bologna per la campagna. Per le bambine è quasi una vacanza per Francesca un modo di rivivere i ricordi lontani di momenti felici passati negli stessi luoghi. È corteggiata da Guido, un vecchio amore, e da Mario, un giovanotto focoso, ma li rifiuta entrambi preferendo la compagnia delle amiche. Tutto cambia quando incontra un aviatore americano costretto ad atterrare in zona. «Avati è un piccolo poeta della vacanza che si muove sulla Carta del Tenero. Contano le sfumature, le annotazioni apparentemente marginali, il pudore dei sentimenti, la sciolta leggerezza dei passaggi narrativi e descrittivi. Cinema anomalo che si sottrae ai modelli italiani, lontano dai canoni della commedia italiana» (Morandini).
 
ore 21.15
Bello mio bellezza mia (1982)
Regia: Sergio Corbucci; soggetto: Giancarlo Giannini; sceneggiatura: Giovanni Romoli, G. Giannini, S. Corbucci; fotografia: Giuseppe Rotunno; scenografia: Marco Dentici; costumi: Maurizio Millenotti; musica: Michelangelo e Carmelo La Bionda; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Mariangela Melato, Giancarlo Giannini, Stefania Sandrelli, Massimo Mollica, Cecilia Polizzi, Salvatore Borgese, Giuliana Calandra; origine: Italia; produzione: P.L.M. Cinematografica, Mar Film; durata: 128'
Gennarino è un siciliano povero costretto a lasciare la sua terra perché ha avuto una relazione con la moglie di un mafioso, Don Mimì. Pur avendo promesso in sogno a San Totino che avrebbe condotto una vita regolare, a Milano incontra Armida una prostituta e ne diventa l'amante e protettore. Dopo poco tempo Don Mimì lo ritrova e lo costringe a lavorare per lui. Gennarino si innamora di una fioraia sordo-muta e vorrebbe cambiare vita ma non sarà facile come pensa.
«In questo film c'è pressoché tutto quello che fa ridere gli italiani e rassicura la grande platea, comprese un po' di parolacce, molte situazioni eccentriche e capocciate contro i lampioni. Ma ci sono anche attori di razza, e per regista una vecchia volpe».
 
domenica 10
ore 17.00
Un uomo perbene (1999)
Regia: Maurizio Zaccaro; soggetto: Silvia Tortora; sceneggiatura: M. Zaccaro, Umberto Contarello; fotografia: Pasquale Rachini; scenografia: Nino Formica, Giacomo Calò Carducci; costumi: Laura Costantini; musica: Pino Donaggio; montaggio: Anna Napoli; interpreti: Michele Placido, Stefano Accorsi, Mariangela Melato, Giovanna Mezzogiorno, Leo Gullotta, Giuliano Gemma; origine: Italia; produzione: Clemi Cinematografica, Mediatrade; durata: 120'
Il film ricostruisce la triste vicenda giudiziaria di Enzo Tortora. Il famoso presentatore televisivo viene chiamato in causa da alcuni camorristi come corriere della droga e affiliato. Per questo viene arrestato nel 1983 e processato. Dovrà aspettare alcuni anni per veder riconosciuta la sua innocenza. «Il film, asciutto, onesto, discreto anche se un po' penalizzato da troppe ellissi (dell'impegno del presentatore a favore della "giustizia giusta" non vi è traccia) è un classico esempio di cinema civile che crede nella propria funzione morale dando spazio alle informazioni e alla polemica nei confronti di giudici incompetenti, che diedero credito alle dichiarazioni di criminali megalomani e psicopatici, pronti a fare qualsiasi nome pur di ottenere qualche beneficio in cambio» (De Luca).
 
ore 19.00
L'albero di Guernica (1975)
Regia: Fernando Arrabal; soggetto e sceneggiatura: F. Arrabal; fotografia: Ramon Suarez; scenografia e costumi: Oscar Capponi; montaggio: Renzo Lucidi; interpreti: Mariangela Melato, Ron Faber, Franco Ressel, Mario Novelli, Cosimo Cinieri, Cyrille Spiga; origine: Italia/Francia; produzione: Cile Film, Luso France; durata: 101'
Durante la guerra civile spagnola a Villa Ramiro, povero villaggio della Castiglia, un pittore di nobili origini e una contadina decidono di lottare dalla parte dei repubblicani dopo essersi incontrati a Guernica nel giorno del bombardamento fascista. Lui combatte dal cielo con un piccolo aereo, lei con gli altri abitanti di Villa Ramiro. Quando la resistenza del villaggio viene sconfitta e comincia una feroce repressione da parte dei franchisti, i due giovani saranno tra i pochi a salvarsi.
 
ore 21.00
Orlando furioso (1973)
Regia: Luca Ronconi; soggetto: tratto dal poema di Ludovico Ariosto; sceneggiatura: Edoardo Sanguineti, L. Ronconi; fotografia: Vittorio Storaro, Arturo Zavattini; scenografia e costumi: Pier Luigi Pizzi; musica: Giancarlo Chiaramello; montaggio: Pino Giomini; interpreti: Massimo Foschi, Mariangela Melato, Ottavia Piccolo, Sergio Nicolai, Giacomo Piperno, Carlo Valli; origine: Italia; produzione: N.O.C. Cinematografica, Rai-Radiotelevisione Italiana; durata: 137'
«Da uno spettacolo che era una tumultuosa festa popolare, oltre che un'esibizione di teatranti scatenati, Ronconi ha cavato un audiovisivo che per alcuni versi è di segno opposto alla versione teatrale, pur conservandone la coniugazione di ironia e straniamento, la rottura delle tradizionali logiche espositive e narrative, l'audacia delle sperimentazioni registiche. Il fantastico vagabondaggio dei personaggi ariosteschi è chiuso in saloni, scale, soffitte e cortili del Palazzo Farnese di Caprarola (VT) o, in misura minore, delle Terme di Caracalla, trasformati in un arsenale di macchine, sorprese scenotecniche, carrelli invisibili che trasportano gli attori. Tra le due tendenze primigenie del cinema - la realistica (Lumière) e la fantastica (Méliès) - Ronconi ha scelto la seconda, in coerenza con l'Ariosto e la propria poetica» (Morandini).
 

 

 

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