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“Oggi al cinema Trevi, giornata omaggio a Valeria Moriconi, film di Bolognini, De Chiara e Zurlini”
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Il grande amore è stato il teatro. Ma il cinema di Valeria Moriconi, a dieci dalla sua scomparsa (1931-2005), è una fonte di sorprese continue. Tanti film, oggi dimenticati, dove  si rivela la qualità speciale del neorealismo rosa e dove brilla la personalità fuori misura dell'attrice marchigiana. A scoprirla sul grande schermo è Alberto Lattuada che la vuole ne Gli italiani si voltano, episodio di Amore in città, e ne La spiaggia. Per il teatro, nel 1957, Eduardo De Filippo le affida la parte della protagonista in De Pretore Vincenzo. Malgrado i riconoscimenti ottenuti con il cinema (la Grolla d'oro vinta come migliore attrice per Le soldatesse), il debutto sul palcoscenico con De Filippo le fece capire che il suo posto era in teatro. Fu però agli inizi degli anni Sessanta l'incontro con Franco Enriquez a promuoverla prima attrice della Compagnia dei Quattro, a fianco di Glauco Mauri, Mario Scaccia e lo scenografo Emanuele Luzzati. Una formazione che ebbe successo, tanto da lasciare un bel ricordo, in cui ebbe modo di distinguersi, tra l'altro, come interprete de Il rinoceronte di Ionesco, Edoardo II di Brecht-Marlowe, Le dame di chez Maxim di Feydeau. Nel 2000, in un intervista che rilasciò ad "Avvenire" per ricordare i vent'anni dalla morte di Diego Fabbri, raccontò la sua idea di teatro. «Credo che il teatro - disse - rispecchi sempre l'epoca nella quale è inserito. Ormai i grandi temi sembrano far paura, non essere più di moda, non interessare più. Oggi si fa il remake di tutto, si preferisce dire cose già sentite piuttosto che scriverne delle nuove. Forse c'è anche la disperazione, la convinzione che non si è più all'altezza di affrontare tali argomenti».
Per la proiezione del film Le soldatesse si ringraziano Lanterna editrice e Minerva Pictures.
Programma a cura di Valeria Paniccia
 
ore 17.00 Gli innamorati di Mauro Bolognini (1955, 95')
Piccole e intime vicende amorose di alcune giovani coppie nella Roma popolana teatralizzate dal regista in un'unica piazza (piazza Navona e dintorni, ma anche piazza Montevecchio). Il risultato è un esempio originale di neorealismo rosa interpretato da grandi attori. «Intrighi d'amore e di gelosie in un quartiere popolare di Roma: un piccolo mondo di bibitari, parrucchieri, ostesse, bulli e "bbone". Insomma, di poveri ma belli. Commedia briosamente giovanile sui giovani, di taglio goldoniano nonostante l'ambientazione romanesca […]. Recitato con garbo, è scaltro e piacevole» (Morandini).
 
ore 19.00 Che notte quella notte! di Ghigo De Chiara (1977, 97')
«Maurizio, ingegnere di mezz'età, ben sistemato al servizio di un grosso affarista e speculatore, si sveglia nel cuore delle ore buie, nella sua nuova casa dall'arredamento modernissimo quanto disagevole, con un gran peso sullo stomaco» (Savioli). In questa notte insonne il protagonista (uno straordinario Turi Ferro) coinvolge la moglie (Valeria Moriconi), un medico che vive nello stesso palazzo (Adolfo Celi) e un vecchio amico (Enrico Maria Salerno). Superlativo gioco di attori in una pochade travolgente, orchestrata dall'autore Ghigo De Chiara, alla prima e ultima regia cinematografica.
 
ore 20.45 Incontro moderato da Oreste De Fornari con Carlo InfanteSandra  Infascelli Italo MoscatiValeria Paniccia e ospiti a sorpresa del cast de Le soldatesse
 
a seguire Le soldatesse di Valerio Zurlini (1965, 120')
Fronte greco, 1942. Il tenente di fanteria Gaetano Martino viene incaricato di scortare un gruppo di prostitute destinate alle sedi militari. Dapprima offeso nella sua dignità di combattente, il giovane tenente sviluppa gradualmente un senso di solidarietà nei confronti di quella povera umanità degradata e si rende conto che molte di quelle donne hanno scelto il "mestiere" spinte dalla miseria e dalla fame. «Credo che l'interesse dei produttori per il progetto derivasse dal carattere un po' paradossale del soggetto: un giovane ufficiale italiano deve condurre a destinazione non un plotone di soldati ma un gruppo di prostitute. Fu Moris Ergas a chiamarmi perché mi occupassi del film, circa un anno prima delle riprese. Presi a conoscenza della sceneggiatura scritta da Piero De Bernardi e Leo Benvenuti, una sceneggiatura che mi pareva molto affascinante per certi aspetti [...]. In fondo, la sceneggiatura partiva da una chiave di natura intimista: poco a poco l'ufficiale, nel corso del viaggio lungo e avventuroso, finiva per considerare quelle quindici povere ragazze che si prostituivano per miseria, come dei veri soldati del suo plotone. Mi pareva che la nascita di un rapporto così intenso all'epoca dell'occupazione italiana in Grecia costituisse un tema assai stimolante» (Zurlini). Grolla d'oro a Valeria Moriconi come miglior interprete femminile.
Copia proveniente dall'Istituto Luce Cinecittà
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