Home > “Oggi, 19 maggio, al cinema Trevi “Indipendente italiano. Franco Brocani a un crocevia di (mala)strade” Alle 18.15 e alle 20.30 incontri con Franco Brocani e Malastrada.film”
“Oggi, 19 maggio, al cinema Trevi “Indipendente italiano. Franco Brocani a un crocevia di (mala)strade” Alle 18.15 e alle 20.30 incontri con Franco Brocani e Malastrada.film”
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Malastrada.film è un centro autonomo di creazione e diffusione di cinema di ricerca. Fondato nel 2004, l'attività si estende dalla ricerca di linguaggi e sperimentazioni in tecnologie audiovisive all'applicazione di nuove strategie di produzione e diffusione, alla possibilità di creare reti e strutture parallele a quelle istituzionali. Da quattro anni la malastrada.film porta avanti diverse progettualità di ricerca con le quali si relaziona al "mondo (in bilico) cinema" esplorando percorsi impropri alle "definizioni". Si sviluppano così, tra gli altri, i due progetti al momento più importanti: Autori: Diffusione e Cinemautonome. Col primo avviano il riconoscimento e il sostegno di cineasti che lavorano nell'arte/cinema in modo più o meno solitario e che difficilmente trovano la possibilità di diffondere opere di assoluto interesse, programmando proiezioni, diffondendo dvd, creando percorsi di relazione e scambio. Per Cinemautonome approfondiscono e mettono a sistema l'esperienza di "produzione dal basso", creando una struttura (continuamente destrutturata e ristrutturabile) di ricerca cinematografica finanziata dal basso, attraverso la quale danno (e si prendono) la possibilità di esternalizzare in modo diretto il metodo creativo, spogliando l'atto di creazione dal suo intimo segreto borghese, per una totale condivisione dell'esperienza di ricerca. Attualmente sono tre i cineasti/gruppi inseriti all'interno di Cinemautonome. Il percorso, le idee, i materiali (numerosi) i testi, sono visionabili nel sito internet - intestino del corpo biopolitico di malastrada.film - www.malastradafilm.com [Per un cinema povero, aperto, sinergico, apolide, soggettivo!]. In un gioco di rimandi e di affinità elettive si propone, accanto a due opere rappresentative del percorso di malastrada.film, l'ultimo lavoro di Francesco Brocani, grande esponente di un cinema ex/centrico, le cui traiettorie, già esplorate in precedenti appuntamenti al Cinema Trevi, collimano con quelle di registi egualmente estranei alle logiche commerciali del cinema italiano, in virtù di una vocazione all'abbattimento delle barriere geografiche, ma soprattutto culturali. In un crocevia ideale di creatività e sfrontatezza le malastrade dei ragazzi siciliani non possono non convergere con quelle percorse da quarant'anni da Brocani.

 
ore 17.00
Schifanosaurus Rex (2008)
Regia: Francesco Brocani; soggetto e sceneggiatura: F. Brocani; fotografia: Franco Lecca; musica: Andrea Monti; montaggio: Ivan Varrani; origine: Italia; produzione: Leader Productions; durata: 75'
Un omaggio a Mario Schifano nel decennale della morte. Un film che rimanda nel titolo alla feroce voracità del tirannosauro, con cui l'autore ha voluto metaforizzare l'amico artista per divorare lo schema stantio e scolastico del consueto documentario d'arte, per sperimentare una forma assai più consona alle modalità del gesto creativo della pittura moderna - tra l'altro assolutamente dissimili da quelle proprie di Schifano artista. Un "allestimento" nei modi del cinema realistico ed immaginario, dove Schifano quasi perde "il peso materiale" modellatosi attraverso il suo concreto modo di essere artista e diventa un semplice "nome impersonale", quasi un "riferimento territoriale" nel dominio incontestabile dell'Arte. «In Schifanosaurus di Schifano si vede solo "una parte": lo sguardo rivendica la propria assoluta soggettività, la bidimensionalità determinata solo dalla linea retta che unisce Brocani a Schifano. Nel film, legato a doppio filo con la intera filmografia di Brocani, i pensieri e l'opera del pittore si intrecciano al flusso libero delle associazioni e delle immagini in una "istallazione filmica" di unità scheggiate, con la voce fuori campo a recitare le parole di testi di teoria dell'arte - in apertura e in chiusura quelli di Blanchot - miranti ad affrontare i nodi capitali della ricerca di Schifano, comuni a quelli dell'amico regista: il problema del senso dell'essere artista, l'interrogativo dell'individuo creatore che si chiede, ci chiede "l'arte è ancora qualcosa di possibile?"» (Susanna Paissan).
Ingresso gratuito
 
a seguire
Incontro con Franco Brocani
 
ore 19.00
Simone Lecca e il cinema (dell') invisibile (2009)
Regia: Piero Tomaselli; montaggio: Marco Coppiardi, Monica Celse; origine: Italia; durata: 42'
Il 20 febbraio del 2002, nella pressoché totale indifferenza delle istituzioni e degli organi di stampa, moriva a Roma Simone Lecca, regista cinematografico, filosofo e artista figurativo, una delle figure più eccentriche e stravaganti del secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle. L'amico e collega Piero Tomaselli cerca di far uscire dalla dimenticanza e dall'oblio questo singolare personaggio con un eccezionale documentario che ripercorre le tappe più significative del suo percorso artistico ed umano, attraverso una serie di straordinarie testimonianze e di documenti assolutamente inediti che getteranno nuova luce sulla vita e sull'opera del regista sardo. Ci guideranno lungo questo affascinante viaggio alcuni degli amici e i massimi esperti dell'opera di Lecca, da Justine Bonnefoy a Enrico Ghezzi, da Werner Mabusing a Vittorio Giacci, e poi Valery Swarobinsky, Daniele Pettinari, Carlo Lizzani, Pedro Romeros, Pierre Bazieh, Moni Ovadia, Gianmarco Tognazzi, Angiolina Mameli Lecca, la Fondazione Simone Lecca, e tanti altri ancora…
La vita, le opere, le riflessioni di una figura troppo presto dimenticata e che ha contribuito a riportare il cinema italiano nei territori che più gli competono, quelli dell'umorismo irriverente e della sottile allusione, quelli dell'impegno sociale e della lotta politica.
Ingresso gratuito
 
ore 20.30
Incontro moderato da Pierpaolo De Sanctis con malastrada.film
 
a seguire
Même Pére Même Mére (2008)
Regia: Alessandro Gagliardo, Julie Ramaioli, Giuseppe Spina; origine: Francia/Italia/Burkina Faso; produzione: malastrada.film, S.A.C.R.E., 760 coproduttori dal basso; durata: 82'; sott. it., ingl., franc.
«Quando un cooperante italiano gli parla di Burkina Faso, della estrama povertà e dell'estrema ricchezza dell'Africa sub-sahariana e del capitano Thomas Sankara, che vi disegnò negli anni ottanta graffiti interiori indelebili, comprese le mappe dell'utopia a portata di mano, incise ma ancora non troppo bene decifrate, previa colletta dal basso, subito Malastrada va in sub-sahara a fare un "cuore di tenebre". Esplora nei villaggi dark e nella Ouaga della bella vita, ma senza esotismi e senza orientalismi (vero miracolo), e anticipa in quello specchio scuro e deformato quale sarà il nostro futuro di sudditi planetari che terrorizzano irreversibilmente i tanti "Compaoré" diffusi e vezzeggiati ovunque dai papi (gli africani sono sempre avanti rispetto a noi, non solo nella qualità della vita, ma anche nei movimenti catacombali del "dopo rivoluzione"). Certo, simulando sul versante video quello che l'Art Ensemble of Chicago fa sul versante "nuove sonorità con arcaici strumenti", graffiano la pellicola, ne ipnotizzano e fermano il fluxus, accendono e fanno esplodere con l'elettronica la tavolozza, rielaborano il sound…E rubano, mixano, riutililizzano e macinano il monologo interiore e esteriore del più accaldato dei cittadini metropolitani, timoroso per la repressione costante e incontrollata cui viene sottoposto, e dell'abitante della brousse, di nuovo in balia dell'autorità patriarcale del capo villaggio, dello stregone che non socializza i tesori del suo sapere (come da noi un medico della mutua o un tecnico del computer), vera parodia folk della Tradizione, intesa come corpus oscurantista e repressiva di potere, che il capitano Sankara invano aveva cercato  di disinnescare, dando tutto il potere alle giovani donne dei villaggi. E questo perché il documentario non è solo ciò che tende alla finzione, e viceversa, «ma chi opta a fondo per l'uno trova necessariamente alla fine del suo cammino l'altro» (Jean-Luc Godard)» (Roberto Silvestri).
Ingresso gratuito
 
 
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