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“L’11 e il 12 ottobre al cinema Trevi, “Un mistero chiamato Paolo Heusch”
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Paolo Heusch, un misterioso regista di cui si sono perse le tracce, al punto che fino a poco tempo fa in nessuna fonte era riportata la data della sua morte, pur remota (1982). Di lui si sa pochissimo, a cominciare dalle sue origini, e la sua filmografia, così rapsodica, in bilico tra i generi e con incursioni nel cosiddetto cinema d'autore, non offre appigli per una rivalutazione postuma. Eppure quasi ogni film realizzato, riveste interesse e suscita domande. Ecco il ritratto del regista scritto da Piero Zanotto sul Filmlexicon degli autori e delle opere: «Nato a Roma il 26 febbraio 1924. Esordisce nell'immediato dopoguerra nel cinema professionale, prima come segretario di edizione, quindi come aiuto-regista e documentarista, uscendo dalle file del cineamatorismo. Il suo primo film di lungometraggio risale al 1958: La morte viene dallo spazio. Vicenda fantascientifica condotta sul filo dell'angoscia e della "suspense" con risultati dignitosi. Subito dopo realizza con Un uomo facile la parabola di un piccolo pugilatore romano, riuscendo a darci alcuni squarci realistici della Roma "minore" e della fauna umana che in essa vive; quasi un'anticipazione del più riuscito film che H. confezionerà nel 1962 insieme a Brunello Rondi, dal romanzo di Pasolini Una vita violenta, di cui prenderà pure il titolo. Certamente l'opera sua più importante, trascrizione fedele nello spirito e nella sostanza alle pagine letterarie. In precedenza aveva […] realizzato un modesto film dell'orrore sul tema della licantropia con lo pseudonimo di Richard Benson: Lycanthropus. Nel 1963 e 1964 ha costruito per il personaggio di Totò due farse non prive, in specie la prima, di qualche accento crepuscolare e umano: Il Comandante e Che fine ha fatto Totò-baby?. Dopo Un colpo da mille miliardi (1966), film avventuroso di facili costumi, dà vita a una diligente ma tutto sommato spenta evocazione dei giorni di guerriglia, fino alla morte, di "Che" Guevara, ispirandosi a una sceneggiatura scritta da A. Bolzoni sulla scorta di un proprio libro».
Rassegna in collaborazione con Raffaele Meale
 
martedì 11
ore 17.30 La morte viene dallo spazio di Paolo Heusch (1958, 83')
Primo film italiano di fantascienza ed esordio nella regia per Paolo Heusch, La morte viene dallospazioè considerato come uno dei migliori film di genere nostrani. Il razzo XZ viene lanciato verso la Luna, ma per un'avaria perde la rotta ed entra in collisione con alcuni asteroidi che conseguentemente puntano inesorabili contro la Terra. La fotografia e gli effetti speciali sono di Mario Bava. «La trama è ideata molto ingegnosamente e la tensione che l'azione suscita va aumentando e non viene meno fino alla conclusione» (Albertazzi).
 
ore 19.00 Una vita violenta  di Paolo Heusch e Brunello Rondi (1962, 107')
«Tommaso, un giovane di borgata, conduce una vita scioperata. Un giorno conosce Irene e se ne innamora. Per far colpo su di lei organizza con gli amici una serenata. Ne nasce una rissa durante la quale egli ferisce un uomo con il coltello. Arrestato, sconta alcuni mesi di carcere. Uscito di prigione, si ammala di tisi e viene ricoverato in sanatorio, dove conosce un agitatore sindacale comunista, che per la prima volta lo tratta da uomo» (www.cinematografo.it  ). Dal romanzo omonimo di Pasolini, con Franco Citti ed Enrico Maria Salerno.
 
ore 21.00 Presentazione di Raffaele Meale
 
a seguire Il comandante di Paolo Heusch (1963, 111')
«Il severissimo colonnello Cavalli viene posto in pensione per raggiunti limiti d'età col grado di generale. In un primo momento Cavalli cerca di trascorrere le sue giornate scrivendo un memoriale; ma l'ozio della vita borghese finisce ben presto per intristirlo. La moglie (che svolge per conto suo una lucrosa attività) per toglierlo da questa umiliante situazione, lo fa assumere da un'impresa edilizia pagando lei stessa lo stipendio. I dirigenti dell'impresa però approfittano del nome specchiato del loro singolare impiegato per compiere una serie di speculazioni che finiscono per invischiare il generale al punto di rasentare la galera» (www.cinematografo.it  ). «Tenero, amaro e spiritoso ritratto di galantuomo, patetico nella sua anacronistica ingenuità, che consente a Totò di staccarsi dalle solite macchiette delle quali è stato peraltro l'inarrivabile numero uno. Un bravo al misconosciuto Paolo Heusch (su soggetto e sceneggiatura di Rodolfo Sonego), che sa ben calibrare commozione e allegria, e un bravissima alla strepitosa finta burbera Andreina Pagnani» (Bertarelli).
 
mercoledì 12
ore 17.00 Una raffica di piombo di Paolo Heusch (1965, 90')
«Auda, figlio dello sceicco Yussuff, che ha assistito casualmente all'assassinio di Hassan Dakil, emiro di Hubeika, effettuato dagli uomini di Ben Said, si impadronisce delle armi a questi destinate e le contratta con l'emiro Nessib, nemico di Ben Said e usurpatore del trono dell'ucciso. Uccisi in seguito gli uomini di Ben Said, Auda, riesce a penetrare nel palazzo dello sceicco, dove fa prigioniera la bella Yasmine, figlia di Hassan Dakil. Essendo riuscito a convincere la ragazza della colpevolezza di Ben Said, Auda la induce a sposare per vendetta il figlio di Nessib; poi accortosi della ambigua condotta dello stesso Nessib, fa nascondere dai suoi fidi le preziose armi e non ne rivela il nascondiglio neppure quando il padre Yussuff, messosi dalla parte di Nessib, lo fa frustare» (www.cinematografo.it  ).
 
ore 19.00 Un colpo da mille miliardi di Paolo Heusch (1966, 95')
«Un armatore, Tellis Teopulos, in possesso di una delle più gigantesche flotte petrolifere del mondo, per salvarsi dal fallimento e memore del guadagno conseguito quando il canale di Suez rimase inattivo per tre mesi, pensa di provocare delittuosamente la medesima circostanza. Sapendo che una nave commerciale a propulsione atomica, la "Shannon", attraverserà il canale di Suez, Teopulos decide di fare saltare il reattore nucleare della nave per provocare la distruzione del canale e contaminare la zona per un lungo periodo. A questo scopo escogita di rapire i due tecnici che hanno presieduto alla costruzione della nave. Trovato morto il primo dei due tecnici e scomparso il secondo, la CIA si mette in allarme ed incarica l'agente Ted Fraser delle indagini» (www.cinematografo.it  ).
 
ore 20.45 Che fine ha fatto Totò Baby di Ottavio Alessi (1964, 92')
«Totò e Pietro, suo fratello, sbarcano il lunario con mille espedienti. Totò è abile e violento mentre Pietro, stupido e incapace, deve subirne la tirannia. Mentre sono braccati inutilmente dalla polizia, rubano una valigia alla stazione e vi scoprono un cadavere che decidono subito di portare in campagna per abbandonarlo. Durante il viaggio in macchina, prendono a bordo due autostoppiste con una valigia analoga alla loro; a causa dell'ovvio scambio, penetrano nella villa dove sono ospiti le due ragazze e dove è andata a finire la compromettente valigia. Ivi convengono alcuni fumatori di marijuana, e Totò fa una bella scorpacciata di droga, uscendone pazzo. Dopo raccapriccianti e sadici assassini, finirà in manicomio» (www.cinematografo.it  ). «Il film [...] vale poco. Ma Totò è bravissimo [...]. Il solo che possieda una comicità fisiologica, estrema, veramente poetica» (Soldati). Con Pietro De Vico e Mischa Auer.
 

 

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