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“Intervento del Presidente Napolitano in occasione della cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello”
Centro Sperimentale di Cinematografia
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In un momento di grande difficoltà per il Paese, il richiamo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all'insostituibile ruolo della cultura e del cinema per lo sviluppo e la crescita civile e sociale della nostra società, espresso durante la cerimonia di presentazione delle "cinquine" concorrenti ai premi David di Donatello, costituisce un monito che la politica e il governo dovrebbero tenere in debita considerazione. 
Marcello Foti
Direttore Generale del Centro Sperimentale di Cinematografia
 
 
 
"Intervento del Presidente Napolitano in occasione della cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi "David di Donatello" per l'anno 2012
 
Palazzo del Quirinale, 03/05/2012
Buongiorno e complimenti a tutti i candidati.
Sono contento che ancora una volta qui si possa offrire a tutti loro in ugual misura l'onore della ribalta, prima che domani, naturalmente, le luci si concentrino sui premiati.

Ma debbo salutare i già premiati : non solo la nostra carissima Liliana Cavani, ma coloro che sono stati premiati fuori d'Italia, in modo particolare Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti, e tutti gli altri che hanno già ricevuto dei premi attraverso l'iter che Gian Luigi Rondi, sempre impeccabilmente, ci ha ricordato.

Bisogna dire, per essere davvero obiettivi, che ancora una volta tocchiamo con mano la vitalità e validità delle energie del cinema italiano.
Insomma, se il cinema o la cultura sono un'industria, sappiamo che più che mai decisivo per l'industria è il capitale umano. E credo che "l'industria del cinema" davvero disponga di un meraviglioso capitale umano, che si rinnova di generazione in generazione.

Quando ho sentito o letto i nomi dei candidati, in modo particolare dei candidati registi al miglior film, ho visto quasi scorrere le generazioni e passarsi il testimone. Mi sarà consentita una particolare simpatia per la generazione più avanti negli anni perché è la più vicina a me, ma sono insieme rappresentate le generazioni di mezzo e le generazioni più giovani, e questa è veramente una grande garanzia per il nostro cinema e per il nostro paese.
Ringrazio Gian Luigi Rondi, sempre così pronto e affettuoso, e ringrazio Liliana Cavani, per le loro amichevoli espressioni di apprezzamento. In modo particolare ringrazio Liliana Cavani per aver attestato la mia antica, costante e forse non del tutto sprovveduta attenzione verso il cinema. Nello stesso tempo ha rilevato però - con delle note di preoccupazione molto specifiche che sicuramente non sono sfuggite al rappresentante del governo - una mancanza di comprensione e attenzione verso il cinema da parte della politica.

Per la verità, per molto tempo la politica sono stato anche io. E ci sono stato, nella politica, anche quando, guardando con passione e impegno al cinema, non mi sentivo così solo. In fin dei conti, possiamo dire che ci sono stati dei periodi in cui la politica è risultata meno distratta verso il cinema e soprattutto meno povera culturalmente. C'è un grande problema di recupero della dimensione culturale, ideale e morale in ogni campo, a cominciare dalla politica. Comunque è onesto che io, per le ragioni che ho detto, mi prenda la mia quota della critica che da tante parti e per tanti aspetti si rivolge oggi alla politica, e condivida con altri già impegnati nella politica i riconoscimenti gratificanti che mi sono venuti.

Noi stiamo vivendo tempi difficili, lo sanno tutti ; ed è perfino complicato fare l'elenco di tutte le aggettivazioni che si possono usare per definire le varie dimensioni, le varie cause, i vari aspetti di questa crisi. Ma diciamolo pure : la politica è in affanno, e le nostre società sono in affanno in tutta Europa. Dobbiamo cercare un rilancio per l'Italia, e penso che questo rilancio, per quel che riguarda le prospettive di sviluppo del paese, passi attraverso la valorizzazione della cultura.

Sono lieto che da qualche mese si sia aperto un bel dibattito pubblico sulle colonne di qualche grande quotidiano sull'apporto essenziale che dalla cultura può venire a un nuovo sviluppo del paese. Ma direi anche, più in generale, che per uscire dalla crisi abbiamo bisogno di recuperare fiducia in noi stessi e di recuperare la fiducia degli altri. Credo che questo sia molto importante, e sia anche il compito in cui, in questa fase politica così complicata, così singolare, fuori dagli schemi, ci si debba impegnare da molte parti - da parte del governo, da parte di varie formazioni politiche - sempre cercando - e, io mi auguro, trovando - le vie di una rigenerazione della politica di cui abbiamo assoluto bisogno.

Credo che il cinema possa contribuire a tutte e due le cose : a ridare a noi fiducia in noi stessi, e a riguadagnare la fiducia degli altri. E di ciò vi siamo grati.
Anche le parole del professor Cecchi questa mattina mi hanno confortato nel vedere che c'è sintonia tra le esigenze e le preoccupazioni che voi esprimete e quello che si cerca di fare oggi al livello di governo."
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