Sordi segreto
Il numero 592 di "Bianco e nero"
edita dal Centro Sperimentale di Cinematografia
in collaborazione con Edizioni Sabinae
è curato da Alberto Anile e dedicato al
Fondo Alberto Sordi conservato presso la Cineteca Nazionale
Un'indagine negli aspetti più sconosciuti della carriera del grande attore
I soggetti non realizzati, le foto inedite, l'attività teatrale e radiofonica
lunedì 28 gennaio
ore 16.00 alla Casa del Cinema
Largo Marcello Mastroianni 1, Roma
"Il momento più felice della mia giornata è quello in cui posso mettermi in vestaglia e pantofole, e allungare i piedi sotto il tavolo, con un bicchiere di vino accanto". Parola di Alberto Sordi, l'interprete di quasi duecento film, una carriera stipatissima di cinema, teatro, televisione, radio, canzoni, che affettava una pigrizia romana ma era più laborioso di un giapponese. Un attore che nella sua acuminata analisi di tipi e persone, e nella sua pervicace ricerca di verità, fu un pioniere controcorrente e uno straordinario autore di se stesso. Al grande artista "Bianco e nero", il quadrimestrale del Centro Sperimentale di Cinematografia diretto dal presidente Felice Laudadio, dedica il n. 592, curato da Alberto Anile e basato sul Fondo Alberto Sordi depositato presso la Cineteca Nazionale.
Come suggerisce il titolo, Sordi segreto, il numero esplora gli aspetti meno noti dell'attore, a cominciare dai progetti non realizzati (dallo pseudo western Il trombettiere del generale Custer a Il mio amico Henry, basato sulle traversie di un sosia di Kissinger, fino al film in Brasile - su cui riferisce Tatti Sanguineti - del quale si girano alcune scene al Carnevale di Rio); Daniela Currò, conservatrice della Cineteca Nazionale, recupera le bobine radiofoniche di Io,Alberto Sordi; si svelano i segreti di Mamma mia che impressione!, e si raccontano le puntate inedite di Storia di un italiano.
Fra gli ospiti e i testimoni, Francis Ford Coppola ricorda una cena insieme a San Francisco, Moraldo Rossi giura che sui set felliniani di Lo sceicco biancoe di I vitelloni Sordi si sia scritto tutte le battute. Ci sono omaggi di Gigi Proietti e dello scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte. Altri testi e interventi sono di Walter Veltroni, Goffredo Fofi, Stefano Masi, Maurizio Porro, Benedetto Gemma, Gabriele Gimmelli, Marco Vanelli, Alberto Crespi, Maria Gabriella Giannice, Gianni Amelio, Steve Della Casa, David Grieco, Luca Martera, Domenico Monetti, Luca Pallanch, Simone Starace, Giovanni D'Ercole, Francesca Angelucci, Marina Cipriani e naturalmente di Alberto Anile, curatore del numero.
Programma della giornata alla Casa del Cinema
Ore 16.00 Fumo di Londra di Alberto Sordi (1966, 131')
È la prima regia di Alberto Sordi, assieme a Polvere di stelle sicuramente il suo miglior film da autore a 360 gradi e uno dei lavori ai quali era maggiormente legato. Sordi vi interpreta un elegante e colto antiquario di Perugia, innamorato degli ambienti e delle atmosfere di una Londra più immaginaria che reale. Il film racconta un amore per la cultura, la società e la musica britanniche che in quello stesso 1966 veniva ribadito da Blow-Up di Antonioni, e che due anni dopo avrebbe dato vita a La ragazza con la pistola di Monicelli. Testimonia anche la dimensione cosmopolita dell'uomo Sordi, un artista aperto a suggestioni internazionali e tutt'altro che ripiegato su un'identità esclusivamente italiana e "romana".
Il film viene presentato nella preziosa versione integrale restaurata dalla Cineteca Nazionale, che ha ritrovato e reintegrato numerose scene utilizzate da Sordi solo nell'edizione della prima uscita.
A seguire incontro con Alberto Anile, Walter Veltroni e Carlo Verdone. Nel corso dell'incontro verrà presentato dal suo direttore, Felice Laudadio, il n. 592 della rivista «Bianco e nero» interamente dedicato ad Alberto Sordi.
ore 19.30 Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968, 100')
Dopo la presentazione del Sordi segreto, verrà proiettato un altro restauro eccellente della Cineteca Nazionale, Il medico della mutua (1968), realizzato anche grazie a un crowdfunding lanciato nel 2017, fra i massimi risultati del regista Luigi Zampa e dell'interprete. «Al centro del film - scrive Anile - c'è il corpo come merce, secondo una visione marxista comune ad Amidei e a Zampa, e conciliabile con quella dell'uomo Sordi, che nel segreto dell'urna votava conservatore ma era dotato di un'indignazione istintiva che gli guadagnò (per Una vita difficile) perfino un abbraccio da Togliatti».
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