Oltre alla retrospettiva, che ha inizio alla Casa del Cinema (da sabato 3 a mercoledì 7 novembre) e proseguirà al Cinema Trevi, è prevista una giornata studi lunedì 5 novembre presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea.
La rassegna è curata da Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Fondazione Gramsci, in collaborazione con Casa del Cinema, Cineteca Nazionale, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", Università Roma Tre
Interviste a due disertori dell'esercito statunitense sul rifiuto della guerra in Vietnam e sul pacifismo (alle interviste si alternano le immagini delle manifestazioni svoltesi in tutto il mondo in favore della pace).
venerdì 9
ore 16.30 Introduzione di Marco Gazzano
a seguire U.S.A. - Mortedellanonviolenza(1968, 10')
Cinegiornale sull'assassinio di Martin Luther King, sulla sua politica e sulla violenza nei confronti dei neri.
Copia proveniente dall'Aamod
a seguire I dannati della terra di Valentino Orsini (1969, 90')
Alla sua morte, il giovane regista africano Abramo Malonga lascia in eredità al suo antico maestro, il regista cinematografico italiano Fausto Morelli, il suo primo ed ultimo film ancora incompiuto. Morelli, visionato il lavoro, si trova di fronte ad un'opera sconcertante e complessa, una riflessione sui "dannati della terra" e le lotte di liberazione africane: decide allora di provare a ricostruire e completare il film. «E I dannati della terra, se non certo compiuto, è "bello" […], ci sembra un modo inconsueto di pensare il cinema, il film italiano ideologicamente e politicamente più avanzato» (Aristarco).
ore 18.30 L'offensivadelTet del Collettivo Cineasti del Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam del Sud (1969, 28')
«Gli operatori cinematografici del Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam del Sud hanno seguito con la macchina da presa uno dei momenti più drammatici dello scontro armato del popolo vietnamita contro l'imperialismo nord-americano e il regime fantoccio di Saigon, realizzando una documentazione di grande interesse storico-politico e di particolare intensità. Il film è la cronaca, scarna e sintetica, dell'offensiva del Tet (Tét Nguyen Dan, letteralmente: "Il giorno del capodanno"), che scosse l'apparato militare degli Stati Uniti nel Vietnam del Sud, rivelando un'eccezionale capacità di lotta dei partigiani vietnamiti, i quali arrivarono perfino ad occupare, anche se solo per qualche ora, l'ambasciata Usa a Saigon (fortino ritenuto inespugnabile, almeno sino a quel momento dall'esercito statunitense) prima di ritirarsi nelle proprie posizioni, in attesa di assestare un nuovo duro colpo all'invasore» ( www.aamod.it). Copia proveniente dall'Aamod
a seguire Sierra Maestra di Ansano Giannarelli (1969, 112')
«Il film narra la vicenda di un intellettuale italiano, Franco, che, deluso dalla situazione politica italiana, decide di partire per il Sudamerica per conoscere la realtà della guerriglia, essendone diventato un sostenitore. Franco viene incarcerato dal governo dittatoriale di un paese dell'America Latina, con l'accusa di aver avuto contatti e aver collaborato con bande armate di guerriglieri. Durante i giorni trascorsi in carcere il protagonista ripercorre e riflette sulla propria vita, gli interessi, le abitudini, gli amici, la propria donna, gli affetti lasciati in Italia. […] Il film vuole affrontare una duplice problematica: da un lato è incentrato sul tema della rivoluzione e della repressione in America Latina, dall'altro tenta un'analisi sul ruolo dell'intellettuale nell'ambito del processo rivoluzionario. Uno degli intenti principali del film e quindi del suo regista è infatti quello di avviare un'analisi critica sulla crisi e l'immobilismo della cultura di sinistra di quegli anni. In tal senso, Franco, il protagonista, è l'intellettuale fuggito dall'ambiente italiano che si scontra con la realtà della rivoluzione e la sua scelta acquista pieno significato solo quando viene raffrontata con gli intellettuali rimasti a casa» (www.aamod.it).
ore 21.00 Contestazione generale di Luigi Zampa (1969, 126')
Film a episodi che riconduce la contestazione nei canoni rassicuranti della commedia all'italiana con Gassman incontenibile regista d'avanguardia, Manfredi alle prese con un capitalista creato da Benvenuti e De Bernardi a immagine e somiglianza di Angelo Rizzoli, Sordi ingenuo prete di campagna, alle prese con il modernismo di Don Roberto, interpretato da Salerno. Dall'università al mondo del lavoro, dalla televisione al mondo ecclesiastico una fragile contestazione generale.
sabato 10
ore 16.30 Introduzione di VincenzoVita
a seguire Umano non umano di Mario Schifano (1969, 82')
«Di fronte al "non umano" della chiacchiera culturale occidentale (Calvesi che parla d'arte, Aprà che parla di cinema, Moravia che parla di civiltà dei consumi, dei miti e dei riti della mondanità borghese […] dello spettacolo come vanità […] o della cultura come solitudine), sta l'"umano" della resistenza vietnamita, della rivoluzione cinese, del popolo sorridente» (Miccichè). Film presentato al Festival di Venezia nel 1969. «Umano non umano, uno dei pochi film d'artista ad essere stato prodotto, è da molti critici considerato come il più bel esempio sperimentale del cinema italiano anni Sessanta. Nel film fanno da cerniera tra una sequenza e l'altra le immagini di guerra riprese dalla televisione, mentre il trait d'union sonoro è il battito cardiaco che cessa solo in alcuni momenti» (Rebecca Tesciuba). Con Alexandra Stewart, Carmelo Bene, Rada Rassimov, Mick Jagger, Keith Richard, Sandro Penna, Alberto Moravia.
ore 18.30 Grazie zia di Salvatore Samperi (1968, 95')
«Alvise, figlio di un industriale di provincia, esprime la sua protesta contro la società fingendo di essere paralizzato alle gambe. In partenza per Hong Kong i genitori lo affidano a Lea, una giovane zia che esercita la professione di medico e ha, da lunghi anni, una relazione con Stefano, un vanitoso e imbelle intellettuale di sinistra. Pian piano e sottilmente, Alvise stacca Lea da Stefano e la fa innamorare di sé, trascinandola, fino a farle dimenticare il mondo e la professione, in una serie di torbidi giochi, ma rifiutandosi di dare completezza all'insano rapporto» (www.cinematografo.it). «Arrischiando un'interpretazione simbolica dell'epilessia e della paralisi, si potrebbe dire che esse stanno a significare l'odierna ossessione giovanile dell'integrazione sociale e culturale intesa come infezione, ossia l'ossessione del sentirsi malati della stessa malattia contro la quale ci si rivolta» (Moravia).
a seguire Intervista a Daniel Cohn Bendit di Elio Petri(1968, 20')
«A Roma, in piazza San Pietro, Elio Petri intervista in francese Daniel Cohn-Bendit, leader del movimento studentesco parigino. La scelta del luogo non è senza conseguenze. Subito dopo le prime battute, i due sono interrotti dalle forze dell'ordine e allontanati dalla piazza. Poco più in là, in via della Conciliazione, Petri e Cohn-Bendit (è presente anche Ugo Pirro) riprendono a discorrere della situazione politica in Francia, del rapporto tra il movimento e i partiti politici della sinistra storica, del potere della Chiesa» ( www.aamod.it). Copia proveniente dall'Aamod
ore 20.45 Presentazionedi Giovanni Spagnoletti
a seguire Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri(1970, 115')
Un commissario di polizia uccide la sua amante e lascia ovunque, nella casa della donna, indizi contro di sé. Vuole verificare fino a che punto il potere, di cui egli è un esaltato rappresentante, riuscirà a proteggerlo, al di là di ogni prova che possa incriminarlo. «Petri, preso alla gola dall'attualità, e probabilmente compiaciuto del suo ruolo scandaloso, ha insistito su un solo versante, forzando le tinte nella pittura dei metodi polizieschi. Ma basta scalfire con l'unghia il suo film, ricordare il timbro esistenziale che accompagna la sua opera precedente, per toccarne il tessuto più vero, intinto di angoscia storica espressa in forme di paradosso. Impressione accentuata dalla struttura narrativa, da quell'aprirsi e chiudersi del film su toni grotteschi (il delitto iniziale, il rinfresco sul finire) che stringe in una tenaglia di sarcasmo il cuore realistico del racconto» (Grazzini). Fra i tanti premi vinti, spicca l'Oscar per il miglior film straniero.
domenica 11
ore 16.30 Introduzione di Ermanno Taviani
a seguire Lettera aperta a un giornale della sera di Francesco Maselli (1970, 121')
«Lettera aperta a un giornale della sera (1970), un film sulla contraddizione - quella della "politica" vista esistenzialmente e della "esistenza" vista politicamente [...] -, appare, anche a distanza, uno dei più significativi, e sintomatici, documenti intellettuali di fine anni '60: dove il tono fotografico delle immagini, la tecnica delle riprese, la qualità degli sfondi e dell'ambientazione, i ritmi del montaggio puntano, infatti, a delineare una vera e propria stilizzazione del malessere (morale, politico, ideologico), in un periodo chiave della nostra recente storia, restituendo per un attimo al cinema quel valore testimoniale che esso aveva avuto nelle stagioni immediatamente postbelliche. Nel film sette amici comunisti decidono, con una "lettera aperta ad un giornale della sera", appunto, di non firmare più appelli per il Viet-Nam, e di partire volontari per quel fronte. Ma quella che voleva essere una semplice provocazione finisce per diventare una cosa seria, mettendo in crisi il gruppo, le sue intricate relazioni interne, il rapporto con il partito, l'"esistenza" e la "politica", insomma. Fino a quando giunge da Hanoi un cortese, ma fermissimo rifiuto. E tutto, con le vecchie e nuove contraddizioni, riprende come prima» (Micciché).
ore 19.00 Incontro con Gianni Ramacciotti e Silvio Montanaro
a seguire 1968. Gli uccelli, un assalto al cielo mai raccontato di Gianni Ramacciotti e Silvio Montanaro (2018, 72')
Febbraio 1968."Gli Uccelli" Paolo Ramundo, Gianfranco Moltedo e Martino Branca fanno un nido per trentasei ore sulla cupola di Sant'Ivo alla Sapienza a Roma, occupando simbolicamente, la prima e storica università della capitale. Così gli studenti escono dalle aule universitarie per dar vita a un '68 all'insegna della libera creatività. Come quando bloccano gli esami universitari lasciando razzolare nella facoltà cento galline donate dall'artista Manzù. Le loro imprese finiscono sulle pagine dei giornali di tutto il mondo e colpiscono l'attenzione di tanti artisti, tra i quali Schifano, Pasolini, Moravia, Max Ernst, Dorazio, Angeli, Tano Festa e perfino i Rolling Stones. Le loro azioni diventano una delle più interessanti espressioni artistiche del Sessantotto italiano. Il documentario ripercorre gli avvenimenti salienti di cui furono protagonisti "Gli Uccelli" attraverso le interviste ai protagonisti e il ricco materiale di repertorio, fatto di filmati d'epoca, fotografie spesso inedite e articoli dei giornali.
ore 21.00 L'invasione di Yves Allégret (1970, 90')
Un gruppo di contestatori invadono la casa di un ricco architetto con moglie, mettendo a soqquadro l'abitazione. «Se 12 capelloni scatenati invadessero la mia casa e scoprissero che rompere i piatti è divertente almeno quanto imbrattare le pareti del mio soggiorno […], non esiterei a scaraventarli fuori ed esigerei che mio marito mi aiutasse. Ma poiché tutto questo avviene nel film […], sto al gioco e la cosa mi diverte» (Lisa Gastoni). Doveva essere diretto in principio da Luciano Salce. «Sarà un film sulla contestazione giovanile ma su una contestazione portata dentro casa. Tutta la storia, nello spazio di un venerdì notte e del giorno dopo, si svolge infatti nell'abitazione razionale e modernissima di un architetto di Roma. Quando l'invasione ha fine, i due coniugi si ritrovano soli, più soli di prima, ma qualche cosa si spera sia mutato nei loro rapporti» (Allégret).
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