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“Il numero di “Bianco e Nero” dedicato ad Alberto Sordi”
Centro Sperimentale di Cinematografia
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«"Il momento più felice della mia giornata è quello in cui posso mettermi in vestaglia e pantofole, e allungare i piedi sotto il tavolo, con un bicchiere di vino accanto". Parola di Alberto Sordi, l'interprete di quasi duecento film, una carriera stipatissima di cinema, teatro, televisione, radio, canzoni, che affettava una pigrizia romana ma era più laborioso di un giapponese. Un attore che nella sua acuminata analisi di tipi e persone, e nella sua pervicace ricerca di verità, fu un pioniere controcorrente e uno straordinario autore di sé stesso. Al grande artista, "Bianco e nero", il quadrimestrale del Centro Sperimentale diretto dal presidente Felice Laudadio, dedica il n. 592, basato sul Fondo Alberto Sordi depositato presso la Cineteca Nazionale.
Nel volume, Goffredo Fofi mette in luce l'aspetto lucido e crudele del Sordi migliore, "cattolico e romano, anzi catto-belliano e per niente apostolico e universale", Maurizio Porro racconta i trascorsi teatrali e di cantante, "rapper in anticipo con una spiccata vena per il surreale", Stefano Masi illumina il sodalizio con Silvana Mangano, accoppiata ardita de "la bella e la bestia". Come suggerisce il titolo Sordi segreto, abbiamo cercato di esplorare gli aspetti meno noti dell'attore, a cominciare dai progetti non realizzati (dallo pseudo western Il trombettiere del generale Custer a Il mio amico Henry, basato sulle traversie di un sosia di Kissinger, fino al film in Brasile - su cui riferisce Tatti Sanguineti - del quale si girano alcune scene al Carnevale di Rio); Daniela Currò, conservatrice della Cineteca Nazionale, recupera le bobine radiofoniche di Io, Alberto Sordi; si svelano i segreti di Mamma mia che impressione!, e si raccontano le puntate inedite di Storia di un italiano.
Fra gli ospiti e i testimoni, Francis Ford Coppola ricorda una cena insieme a San Francisco, Moraldo Rossi giura che sul set felliniano di Lo sceicco biancoSordi si sia scritto tutte le battute, ci sono omaggi di Gigi Proietti e dello scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte. Altri testi e interventi sono di Walter Veltroni, Benedetto Gemma, Gabriele Gimmelli, Marco Vanelli, Alberto Crespi, Maria Gabriella Giannice, Gianni Amelio, Steve Della Casa, David Grieco, Luca Martera, Domenico Monetti, Luca Pallanch, Simone Starace, Giovanni D'Ercole, Francesca Angelucci, Marina Cipriani, e del sottoscritto. Buona lettura» (Alberto Anile, curatore di «Bianco enero», n. 592).
 
ore 16.00 Fumo di Londra di Alberto Sordi (1966, 131')
È la prima regia di Alberto Sordi, assieme a Polvere di stelle sicuramente il suo miglior film da autore a 360 gradi e uno dei lavori ai quali era maggiormente legato. Sordi vi interpreta un elegante e colto antiquario di Perugia, innamorato degli ambienti e delle atmosfere di una Londra più immaginaria che reale. Il film racconta un amore per la cultura, la società e la musica britanniche che in quello stesso 1966 veniva ribadito da Blow-Up di Antonioni, e che due anni dopo avrebbe dato vita a La ragazza con la pistola di Monicelli. Testimonia anche la dimensione cosmopolita dell'uomo Sordi, un artista aperto a suggestioni internazionali e tutt'altro che ripiegato su un'identità esclusivamente italiana e "romana".
Il film viene presentato nella preziosa versione integrale restaurata dalla Cineteca Nazionale, che ha ritrovato e reintegrato numerose scene utilizzate da Sordi solo nell'edizione della prima uscita.
 
A seguire incontro moderato da Alberto Crespi con Alberto AnileWalter VeltroniCarlo Verdone. Nel corso dell'incontro verrà presentato dal suo direttore, Felice Laudadio, il n. 592 della rivista «Bianco e nero» interamente dedicato ad Alberto Sordi.
 
ore 19.30 Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968, 100')
Dopo la presentazione del Sordi segreto, verrà proiettato un altro restauro eccellente della Cineteca Nazionale, Il medico della mutua (1968), realizzato anche grazie a un crowdfunding lanciato nel 2017, fra i massimi risultati del regista Luigi Zampa e dell'interprete Albertone. «Al centro del film - scrive Anile - c'è il corpo come merce, secondo una visione marxista comune ad Amidei e a Zampa, e conciliabile con quella dell'uomo Sordi, che nel segreto dell'urna votava conservatore ma era dotato di un'indignazione istintiva che gli guadagnò (per Una vita difficile) perfino un abbraccio da Togliatti».
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