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“Il fondo del critico cinematografico e saggista Michele Mancini è consultabile presso la Biblioteca Luigi Chiarini”
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Michele Mancini (1947-2005) - critico cinematografico e saggista. Dopo aver conseguito la Laurea in Filosofia e in Sociologia con tesi attinenti il linguaggio filmico, è stato Direttore del laboratorio cinematografico dell'Università di Palermo, Facoltà di Lettere e Filosofia dal 1979 al 1989. Ha fatto parte della redazione e del direttivo rivista «Filmcritica» dal 1969 al 1976. E' stato tra i fondatori e i direttori del trimestrale «Fiction» dal 1977 al 1981. Oltre a numerosi saggi e articoli apparsi su varie riviste, ha pubblicato diversi libri tra cui "Max Ophuls" (1978) ed "Erich Rohmer" (1982) e ha curato con Giuseppe Perrella i volumi "Pier Paolo Pasolini. Corpi e luoghi" (1981) e "Michelangelo Antonioni. Architetture della visione" (1986). E' stato programmista Rai per la trasmissione Falsi ritorni per un Archeologia del set (1983, 1989) e curatore di mostre multimediali.
Nel 2017 è stato istituito il Fondo, grazie alla donazione dei materiali da parte dei familiari. Si tratta di manoscritti e dattiloscritti dei suoi articoli, saggi e libri, molti dei quali editi, accompagnati dagli appunti delle sue ricerche bibliografiche e dai fotogrammi utilizzati per l'apparato iconografico della pubblicazioni. Le cartelle sono costitute da fascicoli contenenti la rassegna stampa dei suoi lavori come aiuto regista e le recensioni dei libri; interessante anche la documentazione conservata degli allestimenti di mostre e come programmista della Rai. Si segnalano i materiali delle sue docenze presso l'Accademia delle Belle Arti di Sassari, Firenze e Roma e dei seminari, oltre alle sue collaborazioni e partecipazioni ad Associazioni culturali, festival, rassegne, convegni. Nel fondo sono conservate inoltre tredici soggetti e sceneggiature scritti dallo stesso Mancini, oltre alle sceneggiature dei film Come ti chiami amore mio? (1970) regia di Umberto Silva, L'avventura (1960) e Ritorno a Lisca Bianca (1983) regia di Michelangelo Antonioni. 
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