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“Il Centro Sperimentale di Cinematografia ricorda Carlo Lizzani”
Centro Sperimentale di Cinematografia
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Il regista novantunenne Carlo Lizzani è deceduto dopo essere precipitato dal terzo piano del suo appartamento in via dei Gracchi a Roma, sabato 5 ottobre. Si spegne uno dei più grandi intellettuali italiani: elegante, discreto e al contempo studioso appassionato, organizzatore illuminato (a lui si deve la rinascita della prestigiosa Mostra del Cinema di Venezia in qualità di direttore fra il 1979 e il 1983 riuscendo a dilatare i tempi cinematografici, proiettando al festival il Fassbinder di Berliner Alexanderplatz, dodici ore, e la versione integrale del viscontiano Ludwig, cinque ore). Da attore a storico, da regista a professore (è stato docente al corso di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia tra il 1988 e il 1990), Carlo Lizzani ha giocato in tutti i ruoli con le immagini - possibilmente in movimento! - con la volontà pedagogica tutta rosselliniana (è stato aiuto regista e sceneggiatore di Germania anno zero) di tramandare il sapere. Uno dei padri dell'istant movie e del docudrama, Lizzani ha utilizzato il cinema, anche quello di genere, per raccontare una ideale contro storia di questo paese mancato chiamato Italia. Come ha scritto Gian Piero Brunetta: «Pur accettando le regole del gioco produttivo e concedendo non poco alle esigenze spettacolari (lo sviluppo della componente sessuale e il ritmo all'americana degli inseguimenti inediti per il cinema italiano e sparatorie), egli ha cercato di lavorare come un chirurgo nel corpo sociale, a partire da alcune manifestazioni patologiche, per trarre diagnosi sullo stato di salute complessivo. […] Lizzani fa propri alcuni elementi della lezione rosselliniana sulle possibilità del cinema e della televisione dell'uso pubblico della storia: senza rinunciare all'uso spettacolare del racconto e dei mezzi cinematografici cerca di servirsi del cinema per interpretare a caldo fenomeni di trasformazione sociale nelle realtà industriali avanzate del Nord». Ecco perché Carlo Lizzani ha rappresentato un caso piuttosto isolato in cui è impossibile escludere un solo film, ma è da prendere in toto l'intero corpus cinematografico, televisivo e saggistico per intraprendere quel lungo viaggio nel secolo breve (titolo di uno dei suoi numerosi libri).

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