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“Il Centro Sperimentale di Cinematografia ospita la prima fase della Conferenza Nazionale del Cinema “
Centro Sperimentale di Cinematografia
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Il 5 novembre,  il Centro Sperimentale di Cinematografia ha ospitato la prima fase della Conferenza nazionale del cinema indetta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con lo scopo di individuare strategie propositive che in ambito nazionale e internazionale contribuiscano a dare vigore al nostro cinema.

La Conferenza nazionale del cinema si pone come obiettivo quello di rafforzare la sinergia tra presenza pubblica e industria, con un dialogo attivo tra le parti produttive, per far sì che cultura e mercato non siano voci alternative e intermittenti di un dibattito perenne, ma le specifiche parti di un discorso unitario finalizzato a un risultato comune.
 
Questa giornata rappresenta un'occasione importante per il Centro Sperimentale di Cinematografia, che da diversi mesi è sempre più impegnato a confrontarsi con attori pubblici e privati, tra i più significativi del mondo dell'audiovisivo, sui temi del rinnovamento. L'appuntamento di oggi non significa perciò soltanto ospitare una iniziativa istituzionale di livello nazionale ma aprire le porte di una casa comune per interrogarsi tutti assieme sul futuro del cinema italiano e dei nuovi media.

Conclusioni e relazioni di sintesi verranno esposte Sabato 9 novembre nel corso del Festival Internazionale del Film di Roma, alla presenza del Ministro, Massimo Bray.

A seguire la relazione di Stefano Rulli, presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia.

"Come padrone di casa, potrei limitare il mio intervento a un saluto e a un augurio di buon lavoro a tutti i presenti.
Ma come uomo di cinema e come presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, sento la necessità di suggerire alcuni spunti di riflessione in merito all'attuale crisi del cinema italiano.
Secondo me,  è di prioritaria importanza rivedere il concetto di autore alla luce della rivoluzione in atto nella narrazione audiovisiva di questi ultimi anni. Superata l'antica diatriba critica tra chi opera creativamente nell'ambito del cinema e chi in quello della serialità televisiva, per non dire del 'documentario di narrazione' ormai presente a pieno titolo nei più importanti festival internazionali, nessuno pensa più che si tratti di forme espressive di differente rilevanza estetica ma di una stessa autorialità in grado di estrinsecarsi in forme diverse. Dunque, per mettere l'autore nella condizione di potersi esprimere al meglio, chi come noi del CSC sia chiamato ad occuparsi della sua formazione, dovrà ripensare dalle fondamenta una didattica centrata unicamente sul cinema in favore di un modello 'policentrico', capace di garantire una adeguata conoscenza anche della serialità televisiva, delle web series, del documentario di narrazione. Ma c'è altresì da riflettere sul fatto che, proprio la complessità e il continuo evolversi delle tecnologie e dei linguaggi, impone all'industria del cinema e dell'audiovisivo la necessità di una formazione permanente in grado di garantire a tutti gli autori e tecnici già attivi sul mercato il diritto di accesso a nuove competenze e a nuove professionalità. Il CSC, proprio in quanto istituzione addetta  alla formazione di eccellenza per la cinematografia, può essere il luogo più idoneo per questo processo di acculturazione tecnico-formale, da costruire in un confronto continuo con i sindacati e quelle associazioni di categoria  che di questi saperi o di questi interrogativi si fanno portatori.
E, sempre all'interno di una ritrovata dialettica tra associazioni di chi il cinema lo fa e istituzioni formative come la nostra, chiamate a sostenere lo sviluppo di giovani autori intesi come nuovi 'prototipi creativi', si potrebbe trovare un nuovo terreno di collaborazione per migliorare la qualità di altri 'prototipi creativi', non più 'persone' ma opere artistiche. In altre parole il CSC potrebbe mettere a disposizione la sua competenza sul terreno della narrazione audiovisiva di giovani autori, per sviluppare al meglio proprio quelle opere prime che il MIBAC ha intenzione di finanziare. Un altro snodo decisivo per il futuro del nostro cinema da porre al centro del dibattito è quello di un nuovo pubblico. L'assenza di una qualsivoglia forma di cultura audiovisiva nella nostra scuola finisce per avere un effetto devastante sulle prospettive di rinnovamento del nostro cinema. Di qui la necessità vitale, oggi più che mai, di porre con forza, tutti insieme, l'obiettivo di portare la conoscenza del cinema nella scuola media inferiore e superiore. Anche su questo terreno il Centro Sperimentale può e deve fare la sua parte. Tra i suoi compiti statutari c'è d'altra parte anche quello di favorire questo rinnovamento della didattica scolastica.  Ma anche la Cineteca nazionale, che del Centro fa parte a pieno titolo, può dare il suo contributo per diffondere tra i giovani la conoscenza del nostro immaginario filmico attraverso rassegne e iniziative culturali  da condividere con enti locali e regioni, per costruire assieme a loro una rete di luoghi e di eventi che accompagni dall'esterno questa opera di nuova alfabetizzazione.

Da quanto fin qui detto, si sarà capito che tra le prime cose che ritengo utili cambiare per favorire un rilancio del cinema italiano c'è proprio il nostro Centro, che non dovrebbe più limitarsi ad essere la somma aritmetica di Scuola Nazionale e Cineteca Nazionale ma diventare davvero un Centro Sperimentale, inteso come luogo di riflessione e confronto aperto a tutti i soggetti attivi nell'area dell'audiovisivo, dove nuove conoscenze e nuove competenze possano convergere nella creazione di nuovi linguaggi e la formazione di nuovi autori ".

GUARDA IL VIDEO DELL'EVENTO >  http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/visualizza_asset.html_254675032.html

 

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