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“Il 27 e il 28 maggio, al cinema Trevi, “Il cinema (im)morale di Massimo Pirri”
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Massimo Pirri (Campagnano Romano, Roma, 10 novembre 1945 - Roma, 21 giugno 2001) è stato il cantore ideale e arrabbiato di un trapasso in cui l'industria cinematografica s'inchinava definitivamente alla televisione, i film di genere sparivano improvvisamente e quelli presunti d'autore cominciavano a guardare il proprio ombelico. Interprete di qualche film in piccoli ruoli, dopo gli studi universitari d'Ingegneria, Pirri lavora come aiuto di Luciano Emmer e Folco Quilici. Esordisce come documentarista nel 1972 con La mattanza e successivamente con altri documentari quali La cooperazione, I laghi d'Italia, Concerto per paesaggio e uomo. «Dopo una crisi personale che, credo, ha risolto la contraddizione di fondo fra i miei studi di tipo matematico e l'ambiente culturale, letterario in cui sono vissuto e nel quale, tutt'ora, mi riconosco», raccontava il regista in un'intervista al critico Claudio Trionfera, «Dopo la crisi, la scelta di esprimermi attraverso le immagini anziché con i numeri. Tutto il resto, nel cinema voglio dire, è nato da solo: questo film [Càlamo, nd.r.] l'ho costruito per mio conto con la collaborazione di Benedetto Conversi e, ovviamente, della cooperativa che lo ha prodotto; intesa, questa ultima, come apporto di ogni socio alla realizzazione del soggetto e non solo, quindi, limitata all'aspetto economico [...]. Arrivo a Càlamo dopo essere stato aiuto di alcuni registi». E sin dal suo esordio, Càlamo, girato in soli otto settimane, Pirri prende di mira una borghesia pateticamente trasgressiva con un montaggio impostato come un teorema matematico, ricorrendo cioè al regolare alternarsi del bianco-nero e colore e talvolta alla ripetizione delle stesse immagini. Con Italia: ultimo atto? analizza "in diretta" gli anni di piombo, utilizzando il linguaggio del "poliziottesco" per straniarlo dai suoi contenuti spettacolari... su tutto domina il disincanto. L'immoralità è invece il cosiddetto colpo di grazia a una società borghese ormai alla deriva, ma la critica rifiuta e lo stronca. Attratto da tematiche scomode, dure, estreme, Pirri «con Eroina si addentra nel "tunnel" (titolo alternativo della sua opera) del mondo del vizio. Meglio baciare un cobra, un film di genere, è visto da pochissimi» (Poppi). Insieme a Meglio baciare un cobra, il suo ultimo lavoro è un documentario dedicato a Tonino Guerra dal titolo Il mestiere dello sceneggiatore (1986). Un sentito ringraziamento va al Gruppo Editoriale Minerva Raro Video che nel 2006 restaurò digitalmente uno dei film più significativi del regista, L'immoralità, e che in tale omaggio ha consentito la visione in dvd.
«Se vivi in una società civile, devi cercare di non imbrogliare gli altri, nel mio caso il pubblico, appunto. Ma occorre anche essere se stessi, non tradirsi solo per accontentare gli spettatori. Da queste due esigenze la necessità di avviare un dialogo con il consumatore del prodotto cinematografico: io offro le immagini, tentando di far conoscere il loro valore e mettendo da parte la parola che a volte non dà neanche il tempo di riflettere. Più tardi, attenderò la risposta» (Massimo Pirri).
 
mercoledì 27
ore 17.00
Italia: ultimo atto? (1977)
Regia: Massimo Pirri; soggetto e sceneggiatura: Morando Morandini Jr., M. Pirri, Federico Tofi; fotografia: Riccardo Pallottini; musica: Coriolano Gori; montaggio: Cleofe Conversi; interpreti: Luc Merenda, Lou Castel, Luigi Casellato, Fabrizia Castagnoli, Valentino Dain, Marcella Michelangeli; origine: Italia; produzione: Una Cooperativa; durata: 90'
«Uno dei primi film che, nel contesto del tardo poliziottesco, ha guardato frontalmente ad un argomento considerato tabù per gran parte degli autori dell'epoca. Secondo il regista Massimo Pirri i terroristi rossi non sono più semplici comparse e neanche i "cattivi" di turno, bensì diventano i veri e propri protagonisti della vicenda. Un anno prima che le BR arrivino a colpire con Moro il "cuore dello Stato", il film racconta la storia di tre estremisti di sinistra che preparano e realizzano il piano di uccidere il Ministro degli Interni, innescando una reazione a catena che ha come conseguenza l'esplosione di una vera e propria guerra civile. Nel montaggio originale la storia prende avvio da quest'apocalittico scenario, mentre nella versione comune il film si apre sfruttando immagini di repertorio di scontri tra dimostranti e polizia che culminano con il cadavere di Giannino Zibecchi, travolto da una jeep dei carabinieri il 17 aprile '75. Gli stilemi del film di Pirri sono, in parte, quelli del poliziottesco, ma i ritmi risultano meno sincopati e lo sguardo è ancora più freddo, disincantato, nichilista. Nei panni dell'ideologo dell'organizzazione compare Lou Castel, il quale, in uno scontro con il compagno interpretato da Luc Merenda che preannuncia la spaccatura interna alle BR tra l'ala moderata e quella irriducibile, denuncia il rischio della strumentalizzazione del gruppo a fini controrivoluzionari e parla della necessità di recuperare il collegamento con la base operaia» (Uva).
Film vietato ai minori di anni 18
 
ore 19.00
Càlamo (1976)
Regia: Massimo Pirri; soggetto: M. Pirri; sceneggiatura: M. Pirri, Pier Giovanni Anchisi; fotografia: Riccardo Pallottini; musica: Claudio Tallino; montaggio: Cleofe Conversi; interpreti: Lino Capolicchio, Valeria Moriconi, Paola Montenero, Raffaele Curi, Lorenzo Piani, Paola Senatore; origine: Italia; produzione: Una Cinecooperativa; durata: 113'
«Riccardo, appartenente ad una decaduta famiglia di notabili pugliesi, studia in Svizzera in un istituto religioso spinto verso una confusa vocazione mistica. La sorellastra Stefania, con la quale egli ha avuto rapporti incestuosi, gli annuncia il proprio matrimonio. Riccardo tenta allora di riconquistarla, ma invano. Lascia la scuola e si unisce ad una comunità hippy che gli fa conoscere la droga» (www.mymovies.it). «È un film che parla di giovani e dell'impossibilità materiale di comunicazione fra i due grandi gruppi in cui essi si dividono. Nel primo, quelli pienamente realizzati o che hanno già individuato strade e strumenti per raggiungere i loro obiettivi; nel secondo, coloro che questi strumenti non li posseggono, per diversi motivi, e che dunque non riescono a realizzarsi. Lo scontro o l'incontro di questi due blocchi, che reciprocamente si attirano e si affascinano, provoca un "corto circuito". Ci sono implicazioni politiche, ma mediate da questi elementi: il mio esame si compie attraverso un occhio che non divide in fazioni, ma che diviene, però, "fazioso" quando individua le strutture che ingabbiano molti giovani, occultando loro i mezzi che possono aiutarli a definirsi, a prendere coscienza di se stessi. Strutture come un certo tipo di borghesia, quella disimpegnata, [...] quella dell'accettazione passiva dei compromessi; ed è proprio questa classe sociale a partorire la figura del protagonista, un uomo che vive da vittima, tutte le contraddizioni del suo tempo fino al sacrificio» (Pirri).
Film vietato ai minori di anni 18
 
ore 21.00
L'immoralità (1978)
Regia: Massimo Pirri; soggetto e sceneggiatura: M. Pirri; Federico Tofi, Morando Morandini jr.; fotografia: Riccardo Pallottini; musica: Ennio Morricone; montaggio: Cleofe Conversi; interpreti: Lisa Gastoni, Howard Ross [Renato Rossini], Karin Trentephol, Mel Ferrer, Andrea Franchetti, Wolfango Soldati; origine: Italia; produzione: Ducale Film, Una Cinecooperativa; durata: 102'
«Un serial killer pedofilo (Ross) si rifugia nel parco di una villa: la padrona di casa ninfomane, Vera (Gastoni), pensa di aver trovato l'uomo giusto per sbarazzarsi del marito paralitico (Ferrer); mentre la figlia Simona (Trentephol), dodicenne e solitaria, si innamora - ricambiata - dal mostro. Scritto dal regista con Morando Morandini jr e Federico Tofi, un film insolito nel panorama dell'epoca, che riesce a fondere toni da fiaba gotica e morbosa con un classico gioco al massacro sulla decadenza di una società marcia. Con tratti anche sconcertanti, impensabili nel contesto odierno, e con la capacità di spingersi a fondo, anche se non tutti i nodi vengono al pettine. Musiche di Ennio Morricone. Esecrato all'epoca (Morandini zio [dello sceneggiatore]: "Massimo Pirri è uno che non fa i film, li commette")» (Mereghetti).
Proiezione in dvd, per gentile concessione del Gruppo Editoriale Minerva Raro Video - Ingresso gratuito - Film vietato ai minori di anni 18
 
giovedì 28
ore 17.00
Meglio baciare un cobra (1986)
Regia: Massimo Pirri; soggetto: Morando Morandini jr., M. Pirri; sceneggiatura: Tito Giuliani, M. Pirri; fotografia: Luigi Ciccarese, Otello Spila; musica: Luigi Ceccarelli; montaggio: Gianfranco Amicucci; interpreti: Andy J. Forest, Danilo Mattei, Milly D'Abbraccio, Mohamed Attifi, Dannys Cole, Paul Muller; origine: Italia; produzione: Scena Film; durata: 96'
«Arrestato per il furto di un prezioso anello (che gli dovrebbe assicurare il denaro per tornarsene negli Stati Uniti - dal Nord Africa in cui si trova - insieme alla fidanzata), Phil Stone viene condannato ad una dura pena. Il direttore del carcere gli promette la libertà se egli si impegnerà a trovare il tesoro di Cleopatra, che la leggenda vuole trovarsi in zona. Non avendo scelta, Phil accetta [...]. Piccolo film avventuroso senza troppe pretese, ma veramente ben girato, con uno stile che ricorda i B-Movies americani degli anni Cinquanta. La storia, ricca di colpi di scena, avvince gli spettatori che amano il cinema di genere» (Poppi).
 
ore 19.00
Eroina (1980)
Regia: Massimo Pirri; soggetto e sceneggiatura: M. Pirri, Morando Morandini jr.; fotografia: Sergio Martinelli; musica: Pretenders; montaggio: Gianfranco Amicucci; interpreti: Helmut Berger, Corinne Cléry, Marzio C. [Claudio] Honorato, Agnès Nobecourt, Karl Zinny, Franco Citti; origine: Italia; produzione: Sa.Ma.R. Film; durata: 99'
«Ex professore ed ex contestatore, divorziato, Marco (Berger) è diventato un tossico sempre alla ricerca di soldi; quando muore la mamma pensa di investire l'eredità mettendosi a spacciare, ma la mala non è d'accordo. C'è un'intuizione, nella sceneggiatura del regista e di Morando Morandini jr: quella di rappresentare la fine di un'epoca e di una generazione attraverso il volto sfatto di Berger [...]. Musiche dei Pretenders (!). Rieditato nel 1983 col titolo Tunnel» (Mereghetti).
Film vietato ai minori di anni 14
 
ore 21.00
Càlamo (replica)

 

 

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