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“Il 23 marzo, al cinema Trevi, “L’altro teatro: le cantine romane”
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«In quel periodo mi dividevo fra la televisione e il teatro: di giorno lavoravo come programmista regista nella sede regionale della RAI di Via Teulada diretta allora da Angelo Guglielmi, la sera giravo per le cantine romane d'antan prima come semplice spettatore, poi, dal '76, dalla nascita di Repubblica, come cronista teatrale di quel giornale. […] Nelle tre puntate dell'Altro Teatro, una storia delle cantine romane durante il decennio che corre lungo gli anni Settanta realizzata quasi a caldo, nell'82, per la sede regionale Rai con Giuseppe Bartolucci e Maria Bosio, la ricerca dei luoghi, alcuni già in via di cancellazione, le testimonianze dei protagonisti, il racconto dello spettacolo o la sua ricostruzione filmata per frammenti significativi, le interviste spesso trasformate in brevi scene televisive, creavano un ponte tra i due linguaggi dando al teatro una nuova vita mediatica. Tra le tante esperienze di quel decennio non c'era ancora la nascita del video teatro, ma nella lanterna magica del Pirandello chi? di Memé Perlini, ipnotica serie di quadri viventi in movimento realizzata con mezzi poverissimi e impregnata delle atmosfere pittoriche del cinema espressionista e surrealista, nelle alchimie visionarie della Scuola Romana del Teatro Immagine, soprattutto di Nanni e dello stesso Perlini con i loro cast di attori presi dalla vita (Rossella Or, Dominot, Bettina Best, Massimo Fedele), nelle indimenticabili performance cineteatrali di Victor Cavallo, nel Cioni Mario del primissimo Benigni, nella turbolenta, esplosiva kermesse di poeti varata da Simone Carella sulla spiaggia di Castelporziano, nei Feux d'Artifices di Balla duplicati (come un multiplo di Warhol) sempre da Carella al Beat 72, nelle vertigini del cuore coreografate sul tetto senza ringhiere di un palazzone di Via Flaminia dalla Gaia Scienza formata dal trio originario Corsetti-Solari-Vanzi (e così via sfogliando l'album dei miei ricordi sentimentali…)» (Nico Garrone).
 
ore 17.00 L'altro teatro di Maria Bosio (1980, 56') prima puntata
Sotto l'abile regia di Maria Bosio, Giuseppe Bartolucci e Nico Garrone incontrano i grandi protagonisti del "clima felice degli anni settanta", riuniti attorno ai due teatri simbolo, La fede e il Beat '72: Piero Panza, coccolato da Susanna Javicoli, Pippo Di Marca, Massimo Fedele, il mitico Dominot, Memé Perlini, Fiammetta Baralla, Ines Beyus, Rossella Or, Ulisse Benedetti e Simone Carella, che chiude la prima puntata in modo folgorante, autodefinendosi l'imperatore del teatro italiano, sul cui impero non tramonterà mai… il sipario (mentre Carmelo Bene viene paragonato a un piccolo regnante).
teatro "Copia proveniente da Rai Teche" 
 
ore 18.00 L'altro teatro di Maria Bosio (1980, 56') seconda puntata
Seconda puntata del programma curato da Giuseppe Bartolucci, Maria Bosio e Nico Garrone, dedicata a "I comici ed altri protagonisti": Roberto Benigni e Carlo Verdone, che raccontano i loro esordi all'Alberichino, John Francis Lane, Bettina Best e Victor Cavallo, Dacia Maraini, Donato Sannini, Leo De Berardinis, Lisi e Silvana Natoli. Grande show del geniale Sannini, il Majakovskij italiano.
teatro "Copia proveniente da Rai Teche" 

ore 19.00 L'altro teatro di Maria Bosio (1980, 56') terza puntata
Terza puntata del programma curato da Giuseppe Bartolucci, Maria Bosio e Nico Garrone, dedicata a "Teatro in periferia e festival dei poeti": Simone Carella, Fabio Sargentini, Andrea Ciullo, Benedetto ed Esmeralda Signorelli, Giorgio Barberio Corsetti, Alessandra Vanzi, Marco Solari, Franco Cordelli, Victor Cavallo, Maria Paola Fadda, Antonello Aglioti, Memé Perlini, Nerina Montagnani, Leo De Berardinis, che chiude a modo suo la stagione dell'avanguardia, salvando solo se stesso, Carmelo Bene e Carlo Quartucci, grandi assenti, con Giancarlo Nanni e Manuela Kustermann, più volte evocati, di questo straordinario reperto storico.
teatro "Copia proveniente da Rai Teche" 
 
ore 20.45 Incontro moderato da Andrea Schiavi con Maria BosioSimone CarellaRossella Or
 
a seguire Estate romana di Matteo Garrone (2000, 94')
«Un ex avvocato diventato pigro scenografo (Salvatore Sansone) prepara un grande mappamondo e alcuni pianeti trasparenti per uno spettacolo estivo (e qui si sfotteGuerre stellari, anzi i suoi idolatri), con l'aiuto di Monica (Nappo), anche lei originaria di Napoli, una figlia da crescere e una suocera da zittire, e che lui ama senza convinzione, coraggio, tecnica seduttiva e speranza, anche perché quasi sicuramente non riamato. Arriva la proprietaria della casa, cui Salvatore deve alcuni bei mesi d'affitto, Rossella (Or), un'attrice di punta della scena off anni '70, nella imitazione spassosa dei suoi arabeschi gestuali e della sua imperiosa vocalità, svanita negli anni chissà dove e chissà come e adesso scollata da questa città ("come faccio a non scomparire?"), e i tre inanellano avventure e piaceri tragicomici che li porteranno alla ricerca di un introvabile stabilimento balneare, a un collasso, a una morte da coito, a un quasi linciaggio…» (Silvestri). «Fulminato dalla bellezza del racconto Barthleby lo scrivano di Melville, che sembra riproporre (a New York) la vita di tanti impiegati romani molto "speciali", per intrecciare più motivi in quel crogiolo di razze di mondi ho scelto piazza Vittorio, la nostra difficile "New York" ricca di vite segrete, sempre affollata da tanti colori ed etnie anche quando la città si svuota. E se le impalcature fossero le nuove quinte teatrali della vita, delle fughe, dei ritorni della città?» (Garrone). Con Victor Cavallo e Simone Carella.

 

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