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“Il 23 maggio, al cinema Trevi, giornata dedicata a Totò in occasione della presentazione del libro “Totò, vita e arte di un genio” (ore 17.00)”
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A poco più di 40 anni dalla morte di Totò, il Gruppo Editoriale Viator e la Fondazione Ente dello Spettacolo hanno voluto ricordare il grande attore con il volume Totò, vita e arte di un genio, per la collana Finisterre, dedicata a Lettere e Arti, scritto a quattro mani. Edmondo Capecelatro ha rovistato con profondità nella vita del Principe, proponendo un'accurata e inedita analisi biografica, Daniele Gallo ha rivisitato la dimensione artistica di Totò, nelle sue varie espressioni di poeta, compositore e naturalmente grandissimo attore. Scritto con stile agile e scorrevole, il volume si rivolge a quanti vogliano approfondire la conoscenza di un grande artista dal volto amico. In occasione della presentazione del volume si è voluto proporre una delle più interessanti antologie dedicate al grande attore napoletano, Supertotò, il capolavoro pasoliniano Uccellacci e uccellini con il frammento inedito Totò al circo e un classico per tutte le stagioni, Guardie e ladri di Steno e Mario Monicelli.

 
ore 17.00
Presentazione del volume Totò, vita e arte di un genio di Edmondo Capecelatro e Daniele Gallo, Gruppo Editoriale Viator, Ente dello Spettacolo, 2008.
Partecipano, oltre agli autori, Annamaria Giraldi, Nadia Tarantini, Dario E. Viganò
 
ore 18.00
Supertotò (1980)
Regia: Brando Giordani, Emilio Ravel; origine: Italia; produzione: Filmauro; durata: 107'
«Forse Giordani e Ravel hanno scelto con tempestività il momento di allestire una nuova antologia di Totò (la terza dopo Totò Story del 1968 e Totò, une anthologie del francese Jean-Louis Comolli): due dozzine di film serviti a tocchetti, mescolati fra loro e cucinati in salse varie. Anche se, incompleto (soprattutto sul versante del Totò cosiddetto impegnato: mancano Yvonne la nuit, il rosselliniano Dov'è la libertà?, I soliti ignoti, il frate di La mandragola e tutti i Pasolini), Supertotò è uno spettacolo raccomandabile. In tempi non lieti, quando la voglia di sorridere è scarsa, aiuta a fare quattro risate; e anche a ricostruire un discorso critico che per tanti anni è andato avanti a furia di luoghi comuni. Come si fa, tuttavia, a proporre un'ipotesi interpretativa della figura di Totò senza entrare in collisione con i "totologi" più accreditati? Eviteremo di soffermarci sul frequente cattivo uso delle qualità del comico, sull'esecuzione sbadata e perfino scomposta di certi sketch: i film si giravano di corsa, non c'era tempo per preparare le scene, né in sala prove né sul set. Qua e là, naturalmente, saltano fuori gli episodi clamorosi, gli squarci irresistibili e semidimenticati. All'ingrosso il miglior Totò sembra essere quello dei primi anni Cinquanta, quando anche il comico (nato nel 1898) aveva da poco passato la cinquantina: resistono le capacità mimico-burattinesche che avevano fatto la sua fortuna nel varietà, si delinea una più approfondita maturità di interprete. Forse in L'oro di Napoli di De Sica, nel racconto marottiano dell'umiliato e offeso che si ribella al guappo, c'è la grandezza e il limite di Totò: straordinario quando ripete per le vie di Napoli gli antichi passi e i richiami del Pazzariello, già fuori dal suo mondo espressivo nel finale dove si oppone al prepotente con la fierezza di un burattino diventato ometto per bene» (Kezich).
Ingresso gratuito
 
ore 20.00
Uccellacci e uccellini (1966)
Regia: Pier Paolo Pasolini; soggetto e sceneggiatura: P. P. Pasolini; fotografia: Mario Bernardo, Tonino Delli Colli; musica: Ennio Morricone; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Totò, Ninetto Davoli, Femi Benussi, Rossana Di Rocco, Renato Capogna, Pietro Davoli; origine: Italia; produzione: Arco Film; durata: 85'
«Antonio de Curtis e Pier Paolo Pasolini: è possibile immaginare due cineasti tanto diversi? Il primo è un comico, scatena la sua fantasia in piena libertà; il secondo è un intellettuale, la sua vita, le sue poesie, i suoi film sono atti politici. Il principe è un conservatore di spiccate simpatie monarchiche, il regista un uomo di sinistra pronto al duello dialettico con chiunque, anche con il partito di riferimento; l'arte di Totò si muove nel solco di una tradizione culturale, quella di PPP è spesso violenta opera di sperimentazione. In comune Totò e Pasolini hanno almeno una cosa, la timidezza. La sera in cui s'incontrano, in casa del principe, Pasolini gli parla di un progetto cinematografico tra lunghe pause di imbarazzato silenzio; Antonio de Curtis ascolta compunto, covando dentro di sé il disgusto per i jeans sdruciti di Ninetto Davoli. Da quest'incontro stentato nasce Uccellacci e uccellini, girato subito dopo Lamandragola e ancora prodotto da Alfredo Bini» (Anile). «Padre e figlio, in giro per il mondo, incontrano un corvo parlante (con la voce di FrancescoLeonetti) che gli fa la morale, secondo la filosofia razionale di un intellettuale marxista. Quando si stancano delle sue chiacchiere, lo mangiano. Film-saggio di stimolante originalità, il 4° film lungo di P.P.P., operetta poetica nella lingua della prosa, propone in brevi favole e in poetici aneddoti una riflessione sui problemi degli anni '60: crisi del marxismo, destino del proletariato, ruolo dell'intellettuale, approssimarsi del Terzo Mondo. Con la sua divagazione evangelico-francescana, è anche un apologo umoristico che in alcuni momenti ha l'umiltà e la densità del capolavoro. Due Nastri d'argento a Pasolini (soggetto) e Totò (attore). Premiato al Festival di Cannes» (Morandini).
Alla copia del film è allegato un frammento inedito, Totò al circo, della durata di 7'55", tornato alla luce, durante il restauro, curato dal Fondo Pier Paolo Pasolini, di Uccellacci e uccellini.
Vietato ai minori di anni 14
 
ore 21.45
Guardie e ladri (1951)
Regia: Steno, Mario Monicelli; soggetto: Piero Tellini; sceneggiatura: M. Monicelli, Steno, Vitaliano Brancati, Aldo Fabrizi, Ennio Flaiano, Ruggero Maccari; fotografia: Mario Bava; musica: Alessandro Cicognini; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Totò, Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Pina Piovani, Rossana Podestà, Ernesto Almirante; produzione: Ponti-De Laurentiis Cinematografica; origine: Italia; durata: 100'
«Totò è un ladruncolo napoletano che una bonaria guardia romana (A. Fabrizi) deve catturare, pena la perdita del posto. Dopo inseguimenti vari, i due fanno amicizia, scoprendo di avere molti problemi in comune. Uno dei rari film di Totò che fu elogiato quasi all'unanimità dalla critica dell'epoca (Nastro d'argento a Totò e a Cannes, premio alla sceneggiatura di V. Brancati, A. Fabrizi, E. Flaiano, R. Maccari, Steno e Piero Tellini) anche perché s'innestava nel filone neorealistico. "Ho favorito il passaggio di Totò al neorealismo, limitando le sue caratteristiche di comicità surreale che lo aveva caratterizzato in precedenza. Sarà poi Pasolini a orientarlo più sul misterioso o sul magico, forse lo ha capito meglio di me" (M. Monicelli)» (Morandini). 
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