“Il 15 e 16 gennaio, al cinema Trevi, ” Il western secondo Sergio Garrone”
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Nella riscoperta del cinema italiano per la quale si adopera la multiforme programmazione del Cinema Trevi, si ritaglia un suo spazio Sergio Garrone, i cui appassionanti interventi nel gotico all'italiana sono già stati proposti dalla Cineteca Nazionale al Festival di Roma. Garrone riemerge anche come autore di originali western, che in molti casi di nostrano hanno solo l'ambientazione, fra il villaggio della Elios e le cave della Magliana, e guardano in realtà ai classici americani, smontandone e rimontandone i cliché, con insolite venature gialle e addirittura horror. Viceversa il cinema americano a volte ha guardato a questo cinema: Django il bastardo ha ispirato Clint Eastwood per Lo straniero senza nome, a volte. Una strada del tutto personale, quella di Garrone, percorsa in solitudine e mai prima riconosciuta.
giovedì 15
ore 17.00 Se vuoi vivere… spara! di Willy S. Regan [Sergio Garrone] (1968, 94')
«Esordio nella regia di Sergio Garrone, fratello dell'attore Riccardo, che qui si chiama Rick Garrett. […] La storia vede Ivan Rassimov, lanciato allora come Sean Todd […], che viene intrappolato in un sadico gioco dagli abitanti di una cittadina. Durante una partita a poker spingono i forestieri ad accoppare un compagno di poker […]. Rassimov-Todd si salva e, ferito, viene curato dalla bella Sally, Isabella Savona, in una fattoria» (Giusti). C'è anche Renato Mambor.
ore 19.00 Tre croci per non morire di Willy S. Regan [Sergio Garrone] (1969, 98')
«Per il regista è il suo miglior film western. Anche perché, dice, "questo aveva anche un messaggio". La trama, comunque, è da giallo. Perché, secondo Garrone, il giallo funziona sempre. […] Si inizia con un terribile stupro a Mariangela Giordano tra veli e candele. Ma il cuore della vicenda vede tre amici finiti al gabbio, Craig Hill, Ken Wood (finalmente buono!) e Franco Cobianchi D'Este (qui col nome di Peter White…) che vengono misteriosamente fatti evadere per trovare le prove dell'innocenza di un giovane messicano, loro compagno di cella, ingiustamente accusato di omicidio. […] Abbastanza di culto» (Giusti).
ore 21.00 Una lunga fila di croci di Sergio Garrone (1969, 101')
«Al tempo Una lunga fila di croci sembrò piuttosto interessante, con un bel cast, il duo Berger-Steffen e la bellissima Nicoletta Machiavelli. […] La storia vede un branco di banditi sotto il controllo del perfido banchiere Fargo, cioè Riccardo Garrone, attivissimi nel commercio dei messicani venduti come schiavi agli americani alla fine della Guerra di Secessione. Nella guerra a questo losco traffico e al banchiere, verranno coinvolti due bounty killer, Brandon e Bibbia Murdoch, cioè Anthony Steffen e William Berger» (Giusti).
venerdì 16
ore 17.00 Django il bastardo di Sergio Garrone (1969, 100')
«È considerato uno dei migliori sotto-Django e, per tutti, il miglior film di Sergio Garrone […]. Va detto, però, che lo stato di culto è più dato dall'ambientazione malsana che da attori e messa in scena. Steffen, si sa, non ha forza del Django originale di Franco Nero, ma l'idea di fare uno spaghetti horror, tutto ambientato in una notte in un villaggio deserto, è notevole. […] Django torna dalla guerra, ma forse anche dalla morte, per vendicarsi di tre soldati sudisti che hanno tradito il suo gruppo in battaglia. Django ha un poncho nero, che lo fa sembrare un pipistrello. […] Antonio Bruschini lo considera "un'opera di un fascino innegabile, un piccolo gioiello del western con connotazioni orrorifiche"» (Giusti).
ore 19.00 Uccidi Django… uccidi per primo!!! di Sergio Garrone (1971, 83')
«Raro spaghetti di Garrone che vede protagonista Giacomo Rossi Stuart. È accusato di aver ucciso il vecchio Silvio Bagolini per impossessarsi della miniera che avevano in società. Ovviamente non è vero. I cattivi sono invece Aldo Sambrell, il bandito Santana, che ha preso la finta identità del banchiere Burton, e il bandito George Wang, che ancora una volta fa il messicano» (Giusti).
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