“I restauri della Cineteca Nazionale presentati a Venezia sono in programma per “Venezia a Napoli” (16-20 ottobre 2013)”
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A cinquant'anni esatti dalla vittoria del Leone d'oro, Le mani sulla città di Francesco Rosi (1963), tornato a Venezia per la 70a edizione del Festival, sarà mostrato a Napoli nell'ambito di "Venezia a Napoli", nella copia restaurata dalla Cineteca Nazionale. Un restauro inseguito per anni, finalmente realizzato e presentato alla serata di pre-apertura della Mostra in campo S. Polo. Un capolavoro del cinema politico italiano, il film che meglio di ogni altro ha saputo raccontare, e sul nascere, l'intreccio tra politica e affari e lo scempio delle nostre città. In un'intervista rilasciata in occasione della pubblicazione del dvd, Francesco Rosi, racconta: «Che cosa dice il film? Mostra tutti i trucchi, tutte le malversazioni, tutti gli inganni che certa politica poteva mettere in campo. Oggi in Italia queste pratiche le conosciamo fin troppo, ma cinquant'anni fa erano delle tragiche novità. E come abbiamo fatto per raccontarle? Siamo entrati in un consiglio comunale, siamo andati in giro per Napoli: abbiamo filmato quello che vedevamo».
E grazie al restauro del film si potrà nuovamente ammirare su grande schermo la stupenda fotografia di Gianni Di Venanzo, con i suoi chiaroscuri da film noir.
Per ricordare, poi, Damiano Damiani, scomparso quest'anno nel mese di marzo, la Cineteca Nazionale ha restaurato uno dei suoi film più belli e più noti, Quién sabe? (1966). "Western politico", magistralmente interpretato da Lou Castel e Gian Maria Volonté, Quién sabe? ha segnato un'epoca. Il restauro della Cineteca Nazionale lo presenta nel director's cut, versione subito sparita dalle sale e mai vista in home video, ripristinando alcuni minuti tagliati o rimontati. Ha dichiarato Gian Maria Volonté commentando la sua partecipazione: «Cerco di fare film che dicano qualcosa sui meccanismi di una società come la nostra, che rispondano ad una certa ricerca di un brandello di verità. Sento la necessità di intendere il cinema come mezzo di comunicazione di massa, così come il teatro, la televisione. […] Il western di Damiani Quién sabe? […] tratta in definitiva dell'imperialismo nordamericano e del ruolo della Cia in America Latina».
Note di restauro
Le mani sulla città di Francesco Rosi (1963)
Le mani sulla città di Francesco Rosi (1963)
Il restauro è stato progettato, curato e finanziato dalla Cineteca Nazionale con la collaborazione degli aventi diritto, la francese Société Cinématographique Lyre e la compagnia italiana Galatea, sulla base dei negativi originari e due duplicati positivi in buono stato di conservazione. Il negativo scena è stato acquisito in digitale a 2k. La scena e la colonna sono state restaurate attraverso un processo di post produzione digitale fino alla realizzazione di un DCP per la proiezione in D-Cinema, oltre a un LTO 5 e a un hard drive per la conservazione dei dati . Le lavorazioni sono state realizzate presso il laboratorio Cinema Communications Service/Eurolab di Roma con la supervisione della Cineteca Nazionale.
Quién sabe? di Damiano Damiani (1966)
La Cineteca Nazionale, in collaborazione con l'avente diritto, Surf Film, ha curato e finanziato il restauro digitale del film, finalmente nella versione integrale, cioè con il ripristino delle scene tagliate dalle copie circolate nelle sale, in televisione e in home video. Il negativo originale a due perforazioni (Techniscope) è stato trascritto in digitale a 2k e confrontato con i tagli di censura e con una copia positiva d'epoca della versione integrale, approvata da Damiano Damiani, materiali conservati nell'Archivio della Cineteca Nazionale. Il positivo è stato utilizzato anche per recuperare alcuni tagli nel sonoro, che erano stati rilevati nel negativo originale. Restaurate digitalmente sia la scena che la colonna, sono stati realizzati un DCP per la proiezione e un LTO5 e un hard drive per la conservazione. Le lavorazioni sono state effettuate presso il laboratorio Studio Cine di Roma con la supervisione della Cineteca Nazionale.
" La Cineteca Nazionale, in collaborazione con l'avente diritto, Surf Film, ha curato e finanziato il restauro digitale del film, finalmente nella versione integrale, cioè con il ripristino delle scene tagliate dalle copie circolate nelle sale, in televisione e in home video. Il negativo originale a due perforazioni (Techniscope) è stato trascritto in digitale a 2k e confrontato con i tagli di censura e con una copia positiva d'epoca della versione integrale, approvata da Damiano Damiani, materiali conservati nell'Archivio della Cineteca Nazionale. Il positivo è stato utilizzato anche per recuperare alcuni tagli nel sonoro, che erano stati rilevati nel negativo originale. Restaurate digitalmente sia la scena che la colonna, sono stati realizzati un DCP per la proiezione e un LTO5 e un hard drive per la conservazione. Le lavorazioni sono state effettuate presso il laboratorio Studio Cine di Roma con la supervisione della Cineteca Nazionale.
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