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“I 26 martiri del Giappone” “
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La Congregazione Salesiana ha affidato il proprio archivio film all'Archivio nazionale cinema d'impresa-Centro Sperimentale di Cinematografa per la conservazione e il restauro di materiali, che offrono una preziosa documentazione della presenza dei Salesiani in molti paesi del mondo.

Questa collaborazione ha portato all'identificazione di una copia d'epoca de I 26 martiri del Giappone, film diretto nel 1931 da Tomiyasu Ikeda, sulla persecuzione e il martirio dei cristiani in epoca Tokugawa.

Lunedì 6 febbraio, nell'anniversario dei 26 martiri, alle ore 16,30, il film sarà presentato in anteprima presso la Filmoteca Vaticana (Sala Cardinal Deskur, Palazzo San Carlo, Vaticano).

Perfetto esempio del genere "jidai-geki", i drammi storici resi celebri in tutto il mondo da autori come Akira Kurosawa e Kenji Mizoguchi, I 26 martiri del Giappone anticipa la ricostruzione di una vicenda storica narrata nel romanzo Silenzio (Chinmoku) dello scrittore Shūsaku Endō, portato al cinema una prima volta da Masahiro Shinoda nel 1971, e ora da Martin Scorsese in Silence (Usa, 2016).

La trama, con ampie ellissi tipiche del cinema muto, è ambientata nel 1597, e racconta la fine dell'esperienza della prima evangelizzazione del Giappone, iniziata nel 1549 dal gesuita San Francesco Saverio. Il film inizia infatti con lo sbarco in Giappone del francescano spagnolo Pedro Bautista, inviato dal governatore delle Filippine, e si chiude - dopo la decisione del governo imperiale di porre fine alle conversioni e perseguitare i cattolici - con il martirio finale di sei francescani, tre gesuiti e diciassette terziari, compresi quattro bambini.

Il regista Tomiyasu Ikeda, mette in scena con grande vigore drammatico la ricostruzione del terremoto, il calvario dei perseguitati e la crocifissione finale che accanto alla testimonianza di fede dei missionari, mostra - con un chiaro riferimento evangelico - il dolore di una madre di fronte al martirio del proprio figlio.

La versione originale in nitrato, è stata scannerizzata a 4K e restaurata in digitale dall'Archivio nazionale cinema d'impresa di Ivrea (sede piemontese del Centro Sperimentale di Cinematografia), con il supporto dell'Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo.

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