Home > “Grande successo, al cinema Trevi, dell’incontro con Francesco Rosi e Roberto Andò. La retrospettiva dedicata a Rosi prosegue fino al 13 ottobre. “
“Grande successo, al cinema Trevi, dell’incontro con Francesco Rosi e Roberto Andò. La retrospettiva dedicata a Rosi prosegue fino al 13 ottobre. “
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«Da oltre trent'anni il cinema di Francesco Rosi si svolge come una veduta continua in cui alcuni aspetti della realtà e della storia italiana vengono ripetutamente e periodicamente posti al centro del fuoco prospettico. In nessun momento l'autore rinuncia a far sentire la propria presenza, a far pesare il proprio punto di vista. Rosi è uno dei pochi registi italiani del dopoguerra dotato di uno sguardo panoramico e con una capacità di messa a fuoco variabile del vicino e del lontano, che gli consente di abbracciare più fenomeni e di osservare recursività e metamorfosi spazio-temporali, di ipotizzarne cause e conseguenze» (Gian Piero Brunetta). La retrospettiva dedicata a Francesco Rosi nasce come sinergia tra Cineteca Nazionale, Rai Movie con il programma Moviextra e Rai Teche, per illustrare la coerenza più unica che rara di quest'autore non solo con i film: dalle cronache sui set di Le mani sulla cittàUomini controCristo si è fermato a Eboli alle conversazioni con Francesco Savio (Settimo giorno) e con Gigi Marzullo (Sottovoce), alle testimonianze di amici e collaboratori illustri nei polifonici Storie: Francesco Rosi di Gianni Minà e Il cineasta e il labirinto di Roberto Andò.

Si ringrazia per la collaborazione Officina Film Club di Roma.
 
domenica 6
ore 16.30 La sfida di Francesco Rosi (1958, 87')
«Ambizioso giovanotto passa dal contrabbando di sigarette all'organizzazione camorristica che controlla il mercato ortofrutticolo di Napoli, ma alza troppo la testa. Opera prima di F. Rosi, da lui sceneggiata con Suso Cecchi D'Amico ed Enzo Provenzale, in bilico tra il cinema d'azione hollywoodiano e il film di analisi politica sulla camorra. L'ardito trapianto funziona grazie alla nervosa regia, che non lascia abbassare la tensione, e alla splendida fotografia in bianconero di Gianni Di Venanzo. Premio speciale della giuria a Venezia» (Morandini).
 
a seguire Sottovoce: Francesco Rosi (2012, 30')
Per gentile concessione di Rai Teche - Ingresso gratuito
 
ore 18.45 I magliari di Francesco Rosi (1959, 117')
Nella Germania del miracolo economico - Amburgo, Hannover, il calore artificiale dei locali notturni - i magliari del Sud praticano il commercio di stoffe e tappeti di contrabbando. Un nuovo arrivato cerca di scalzare il vecchio boss senza riuscirci. «Il film è la continuazione ideale de La sfida nel tema e nella maniera narrativa, ma il regista ha affinato il suo stile, […] ha trovato una concisione e un equilibrio fra immagini e sostanza drammatica che gli permette di scavare più profondo, di centrare il problema con indiscutibile forza di persuasione» (Solmi).
 
ore 20.45 Il cineasta e il labirinto di Roberto Andò (2002, 56')
 
a seguire Salvatore Giuliano di Francesco Rosi (1962, 123')
Subito dopo la liberazione della Sicilia Salvatore Giuliano, già fuorilegge per aver ucciso un carabiniere, costituisce una banda ed entra a far parte dell'esercito separatista. Quando l'esercito viene sciolto Giuliano torna a essere un bandito. «Bellissimo, intenso film; mai la Sicilia era stata rappresentata nel cinema con così preciso realismo, con così minuziosa attenzione. E ciò discendeva da un giusto giudizio - morale, ideologico, storico - sul caso Giuliano» (Sciascia). «Secondo me, nessun regista, mai, è riuscito a ricreare una realtà con tanta esattezza, con tanta potenza» (Soldati). Tre Nastri d'Argento: film (ex aequo con Le quattro giornate di Napoli), fotografia, musica.
Copia proveniente dal Museo Nazionale del Cinema di Torino
 
martedì 8
ore 17.00 Il momento della verità di Francesco Rosi (1965, 107')
Per togliersi dalla miseria della campagna Miguelin diventa torero. Ricco e famoso, sente il peso della sua scelta e l'inevitabilità del suo destino. «Non si erano mai visti al cinematografo descritti con tanta nettezza e vigore la vita e i dietro scena delle corride, il calvario che debbono percorrere i giovani che vogliono fare quella carriera […]; e ogni cosa è raccontata in maniera secca e vera sullo sfondo di una inedita Spagna provinciale con tutte le incertezze, i pericoli, la crudeltà, il sangue che sono il bagaglio tradizionale di questo feroce e sanguinario giuoco» (Patti).
 
ore 19.00 Incontro moderato da Emiliano Morreale con Francesco RosiRoberto Andò
 
ore 20.00 Le mani sulla città di Francesco Rosi (1963, 100')
Nel centro di Napoli alla vigilia delle elezioni amministrative crolla un palazzo e alcune persone muoiono sotto le macerie. Scoppia uno scandalo e inizia un'indagine della magistratura, che coinvolge un noto imprenditore, Edoardo Nottola (Rod Steiger), candidato per un partito di destra. «È ammirevole che con delle storie di immobili, di battaglie elettorali e di discussioni al consiglio comunale, Rosi ci appassioni a questo punto. Si pensa a Preminger, al suo vigore, alla solidità dei suoi racconti, ma Le mani sulla città, più mosso, più serrato di Tempesta su Washington, emana anche più calore» (Jean Louis Boury). Leone d'oro al Festival di Venezia.
Copia restaurata a cura della Cineteca Nazionale
 
a seguire Cinema d'oggi: il set de Le mani sulla città (1963, 9')
Per gentile concessione di Rai Teche - Ingresso gratuito
 
ore 22.00 C'era una volta di Francesco Rosi (1967, 118')
Rodrigo (Omar Sharif), un principe spagnolo restio a sposarsi, incontra casualmente una bella e fiera contadina, Isabella (Sophia Loren), dalla quale si fa preparare sette gnocchi. Infatti la profezia di San Giuseppe da Copertino aveva consigliato al principe di sposare la ragazza che gli avrebbe fatto mangiare i sette gnocchi. Ma… «Attraverso il festoso, alacre affresco di C'era una volta Rosi ha toccato le radici di una società antica; nel film, grattando appena poco, si ritrovano le ragioni dei camorristi della Sfida e dei mafiosi di Salvatore Giuliano» (Bianchi).
 
mercoledì 9
ore 17.00 Uomini contro di Francesco Rosi (1970, 101')
Sull'altopiano di Asiago tra il 1916 e il 1917 un giovane ufficiale italiano interventista scopre la follia della guerra e la disumana, insensata incompetenza degli alti comandi. «Il resoconto di Lussu diventa un racconto oggettivo in cui il narratore stesso si trasforma in protagonista: tanto che Uomini contro si conclude con la fucilazione in una scena che rappresenta un omaggio al Visconti di Senso. […] Il film è articolato in grandi scene di forte evidenza drammatica, dove campeggiano il ribelle Gian Maria Volonté e il pomposo generale Alain Cuny, l'isterico maggiore Franco Graziosi e il rassegnato Pier Paolo Capponi» (Kezich).
 
a seguire Cinema 70: Un anno sull'altopiano (1969, 10')
Per gentile concessione di Rai Teche - Ingresso gratuito
 
ore 19.00 Il caso Mattei di Francesco Rosi (1972, 116')
A partire dalla morte in un sospetto incidente aereo nel 1962, la vita di Enrico Mattei, interpretato da un eccelso Gian Maria Volonté, presidente dell'ENI che sviluppò le ricerche petrolifere in Val Padana e stabilì accordi diretti con i paesi produttori di petrolio del Medio Oriente e con l'URSS. «Costruito come una grande inchiesta, che mescola inserti televisivi, ricostruzioni documentarie e interventi diretti di testimoni e giornalisti (oltre che di Rosi stesso), il film mette a confronto le varie ipotesi sulla morte per allargare il suo sguardo al mondo politico e imprenditoriale italiano di cui Mattei fu uno dei più interessanti esponenti» (Mereghetti). Palma d'oro a Cannes, ex aequo con La classe operaia va in Paradiso.
 
ore 21.15 Lucky Luciano di Francesco Rosi (1973, 110')
«Alle prese col mito di questo principe dei gangster, Francesco Rosi non ha sgarrato dalla via maestra che dai tempi di Salvatore Giuliano a quelli del Caso Mattei lo induce a rifiutare il melodramma, e a dare spettacolo una secca evidenza narrativa e un'immediatezza da inchiesta, fondata sulla serietà di documentazione, l'analisi geometrica, l'interpretazione dei momenti ideologici in quel quadro di collusioni fra i detentori del potere legale e i mafiosi in cui consiste uno dei nodi della nostra storia» (Grazzini).
 
giovedì 10
Presentazione del dvd Necropolis di Franco Brocani
Con Necropolis, film capitale per il cinema italiano degli anni Settanta, Franco Brocani riesce a mettere insieme il più atipico e originale saggio sugli anni Sessanta e sul mito della città eterna. Grazie alla Ripley's Home Video questo eccentrico capolavoro rinasce a nuova vita nella sua versione integrale, all'interno di un prezioso dvd, curato da Giulio Bursi e contenente i cortometraggi È ormai sicuro il mio ritorno a Knossoscon Mario Schifano e Luca Patella, Lo specchio a forma di gabbia e La maschera del Minotauro.
 
ore 21.00 Incontro con Franco BrocaniEnrico GhezziRoberto Turigliatto
 
a seguire Frankenstein di Franco Brocani (1972, 12')
«Il cortometraggio vuole illustrare, partendo dalla sua origine letteraria e attraverso le innumerevoli incarnazioni proposteci dal cinema, la vita e il mito di questo famoso personaggio spiegandone in maniera più emozionale che didattica i caratteri emblematici che fanno di questo "prometeo moderno", nato dalla penna di Mary Shelley e diventato familiare grazie alla maschera di Boris Karloff, uno dei veri immortali della nostra cultura. […] Opere di Mario Schifano sono state utilizzate come sfondo alla scritta Maledetti vi amerò» (Petra Marlazzi).
Ingresso gratuito
 
a seguire Necropolis di Franco Brocani (1970, 119')
Necropolis è il film di un giovane antico, di un regista che non gira (Brocani non ha mai scattato una fotografia né provato ad usare una macchina da presa), di un intellettuale che non insegna, non scrive, e non ricopre ruoli istituzionali, di un cultore della parola che se ne frega dei dispositivi e dei mezzi di produzione, che omaggia l'arte povera mentre fa spregio al cinema povero (l'underground, da lui sempre rifiutato) usando un sontuoso 35mm e una troupe con produzione professionale. Louis Waldon fa il barbaro, Bruno Corazzari interpreta uno straordinario Frankenstein (una delle ossessioni di tutto il cinema di Brocani), Carmelo Bene fa il diavolo, Pierre Clémenti cavalca come Montezuma, Viva è la contessa, Tina Aumont la strega.
Ingresso gratuito
 
venerdì 11
ore 17.00 Cadaveri eccellenti di Francesco Rosi (1976, 120')
In una regione meridionale di un paese immaginario vengono assassinati uno dopo l'altro alcuni giovani magistrati. Il commissario Rogas (Lino Ventura), inviato dalla capitale, cerca i possibili collegamenti tra i vari delitti. Tratto da Il contesto di Leonardo Sciascia (sceneggiato dal regista con Tonino Guerra e Lino Jannuzzi),Cadaveri eccellenti, oltre a essere uno dei film italiani più scomodi, utilizza egregiamente tutto il materiale di cronaca degli anni Settanta - attentati, strategie terroristiche, depistaggi - e lo rielabora in un giallo dalla trama serrata e angosciosa.
 
ore 19.15 Settimo giorno: Francesco Rosi (1976, 61')
Per gentile concessione di Rai Teche - Ingresso gratuito
 
ore 20.30 Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi (1979, 151')
Il film, tratto dall'omonimo romanzo, risale al 1935 quando Carlo Levi, medico e pittore torinese, è condannato a due anni di confino dalla dittatura fascista. Tradotto a Gagliano (in realtà Aliano), un paese lucano, si prodiga, osteggiato anche in questo suo operato, a curare i poveri ammalati che vivono emarginati in un mondo dalle antiche tradizioni contadine. «Questo Cristo si è fermato a Eboli, è opera di tenace riflessione, robusta fattura, schietto impegno etico, coerente disegno culturale» (Micciché).
 
a seguire A Sud di Eboli: viaggio nel cinema di Francesco Rosi di Aldo e Antonio Vergine, Tullio Kezich (1979, 43')
Per gentile concessione di Rai Teche - Ingresso gratuito
 
sabato 12
ore 17.00 Tre fratelli di Francesco Rosi (1981, 111')
Tre fratelli, un magistrato, un istitutore, un operaio e la figlia di quest'ultimo si incontrano di nuovo al paese d'origine per la morte della madre. «Non è il messaggio a conquistarci e nemmeno il coinvolgimento nelle spire della contemporaneità a rallegrarci. È il modo di annodare il film che ci prende e nei Tre fratelli è fertilizzato da un'adesione sentita e commossa. È Rosi a confessarsi, è una generazione a specchiarsi attraverso i tre protagonisti, condividendone le ansie, i disagi […], e in ognuno dei personaggi v'è uno spicchio dell'autore e degli spettatori seduti in sala» (Argentieri).
 
ore 19.00 Carmen di Francesco Rosi (1984, 155')
Carmen (Julia Migenes-Johnson), giovane e bella sigarettaia di Siviglia, crea una rissa all'interno della fabbrica in cui lavora e ferisce al viso un'altra sigarettaia. Viene arrestata e affidata a Don José (Placido Domingo), un giovane militare, che è subito attratto dal fascino della donna. «Rosi è stato per fortuna fedele alle sue inclinazioni e al suo stile, ha fatto una Carmen realistica che, fingendo di essere debitrice alla commedia musicale americana […], è piuttosto conficcata nel populismo di matrice napoletana e nel carattere melodrammatico dei grandi comizi "en plein air", da La sfida in avanti» (Reggiani).
 
ore 21.45 Cronaca di una morte annunciata di Francesco Rosi (1987, 110')
Bayardo San Roman (Rupert Everett), affascinante avventuriero, sbarca in un piccolo villaggio tropicale. Egli scorge la figura della bellissima Angela Vicario (Ornella Muti) e decide subito di sposarla. Dopo quattro mesi di fidanzamento avvengono le nozze. Ma la sposa non è più vergine e il marito la restituisce ai genitori, nel cuore della notte. I fratelli gemelli di Angela la costringono a dire il nome del colpevole: è Santiago Nasar (Anthony Delon), figlio dell'arabo Ibrahim Nasar. «Questo film è una lezione di cinema: si potrebbe studiarlo all'università per un anno intero, in un corso comparato tra film e letteratura» (Kezich).
 
domenica 13
ore 16.30 Dimenticare Palermo di Francesco Rosi (1990, 105')
Carmine Bonavia, giovane uomo politico di successo, candidato alle elezioni per il posto di sindaco di New York, è un italo-americano, figlio di un contadino emigrato negli Stati Uniti e arricchitosi con un ristorante. Egli, che non ha rapporti né legami con la terra di suo padre, parte in viaggio di nozze con la bella moglie giornalista: va a Palermo. Trova una città che pare divorata dalla lebbra. «Un film bello, e importante. Francesco Rosi torna a raccontare (ispirandosi molto vagamente al romanzo di Edmondo Charles-Roux) il Sud italiano tragico, come nei momenti più alti del suo lavoro di regista, da Salvatore Giuliano in poi. Torna a impegnarsi politicamente con un'opera su un dramma sociale non soltanto italiano, la droga» (Tornabuoni).
 
ore 18.20 Diario napoletano di Francesco Rosi (1992, 88')
In occasione di un dibattito sulla speculazione edilizia che si terrà alla Facoltà di Architettura di Napoli, viene proiettato il film-inchiesta Le mani sulla città. Quasi trent'anni dopo, il regista decide di tornare a Napoli insieme ai suoi collaboratori per cercare di capire quanto sia cambiata la realtà metropolitana. Come se si trattasse di un diario, Rosi ripercorre le vie della città osservandone il degrado, la criminalità giovanile e le terribili conseguenze del mercato della droga, visibili in ogni punto di Napoli.
 
ore 20.00 Storie: Francesco Rosi di Gianni Minà (1997, 105')
Per gentile concessione di Rai Teche - Ingresso gratuito
 
ore 22.00 La tregua di Francesco Rosi (1997, 118')
Quando si annuncia la fine della seconda guerra mondiale, un gruppo di deportati viene liberato dai russi dal lager di Auschwitz ma, in assenza di indicazioni o di punti di riferimento, rimane sbandato. «Per bloccare l'attenzione dello spettatore sul "non dimenticare" preteso da Levi, nell'atto di dirigere La tregua e nell'allestire i cartoni preparatori (ciò che viene chiamato "prefilmico"), Rosi si è affidato al doppio registro della commozione e della contemplazione, del coinvolgimento emotivo e della meditazione sull'esempio morale che se ne può ricavare» (Bolzoni). Quattro David di Donatello per miglior film, miglior regista, miglior produttore, miglior montaggio.

 

 
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