Home > Produttori, Case di produzione, Case di distribuzione – Fondi archivistici e bibliografici – Biblioteca Luigi Chiarini
Home > Produttori, Case di produzione, Case di distribuzione – Fondi archivistici e bibliografici – Biblioteca Luigi Chiarini

Produttori, Case di produzione, Case di distribuzione

Fondi archivistici e bibliografici – Biblioteca Luigi Chiarini

Il fondo è stato donato da Vania Protti al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2017. Contiene settanta cartelle relative ognuna a un film, contenenti tutti i materiali promozionali delle campagne di distribuzione – flani, pressbook, frasi di lancio, carteggi, cartoline, inviti, rassegna stampa, indicazioni per gli esercizi commerciali e suggerimenti per promuovere i film in eventi, festival, budget e spese, dvd audio, dvd doppiaggio, dvd master, dvd home video, trailer, clip, cd-presskit, film con time code, dvd con foto del set – concernenti gli anni 1998-2013. Sono presenti inoltre trentasei sceneggiature, due tesi di laurea e un libro in pdf dedicati all’Academy.

Vania Protti e Manfredi Traxler diedero vita all’Academy pictures nel 1976. All’inizio si limitarono alla distribuzione classica, il listino comprendeva un western, un giallo e un film per bambini e così via. Nel 1978, con Il matrimonio di Maria Braun di Rainer Werner Fassbinder, iniziarono a distribuire i film di autori europei e il cinema indipendente americano. I coniugi Traxler fecero conoscere al grande pubblico alcuni dei più grandi registi contemporanei di grande livello come Kusturica, Greenaway, Wenders, Rohmer, Jarmusch, Egoyan, Almodóvar, Kieslowski, Lee, Ford, Solondz e tanti altri. Nel 2000 Manfredi Traxler è scomparso e Vania Protti ha proseguito il lavoro di valorizzazione del cinema d’autore internazionale prima con la Lady film, poi con la Archibald Enterprise Film fino al 2015.

Il fondo, arrivato in dono nel 2013, è costituito da circa 100 documenti bibliografici tra fascicoli di riviste, cataloghi di festival e sceneggiature. Si potranno consultare sceneggiature di film internazionali di successo degli ultimi anni, in gran numero tratte da opere letterarie e di film italiani, tradotte in inglese o in francese per la distribuzione internazionale. Si segnalano due rarità, come “Fans”, una sceneggiatura scritta da Nagisa Oshima e Paul Mayesberg nel 1991 e “Two Telegrams” di Michelangelo Antonioni e Rudy Wurlitzer, da un soggetto scritto da Antonioni negli anni ’70 e pubblicato in Quel bowling sul Tevere.

 Adriana Chiesa Di Palma ha fondato a Roma nel 1990 la Adriana Chiesa Enterprises srl (A.C.E.), società di distribuzione e produzione cinematografica internazionale. E’ stata nominata nel 1999 “European Film Exporter of the Year 1999” e ha vinto la Grolla d’oro 2006 per il film italiano più venduto all’estero: “All the Invisible Children” di Mehedi Charef, Emir Kusturica, Spike Lee, Katia Lund, Jordan Scott, Ridley Scott, Stefano Veneruso, John Woo. Dal 2012 Adriana Chiesa prosegue la sua attività con la casa di produzione ACEK (Arte, Commercio e Intrattenimento), che include tra i progetti realizzati un documentario sull’opera del marito, il direttore della fotografia Carlo Di Palma, dal titolo Water and Sugar: Carlo Di Palma, the Colours of Life (2016). Per il sostegno ai nuovi talenti creativi, l’impegno per il cinema d’arte e la dedizione ad ogni progetto, Adriana Chiesa Di Palma è considerata un modello per i giovani produttori e distributori che entrano nel settore.

Fondo A.C.E. - Adriana Chiesa Enterprises

Il fondo, acquitato nel 2000, include 48 pezzi tra monografie e volumi di ritagli stampa, più 200 ritagli stampa sciolti.

Alfredo Bini (1926-2010) – Produttore cinematografico, ha realizzato alcuni tra i maggiori capolavori di Pier Paolo Pasolini, come “Accattone” (1961) e “Mamma Roma” (1962); dal 1994 al 1995 è stato Commissario Straordinario del Centro Sperimentale di Cinematografia
.

Alfredo-Bini-660x330

Il fondo è costituito da 61 sceneggiature, tutte realizzate tranne una (si tratta de “I ragazzi dell’isola verde”: la lavorazione del film fu interrotta per eccessiva crescita dei ragazzi, come si legge in una nota sulla sceneggiatura), e 23 soggetti originali. Gli autori delle sceneggiature sono tra i più fecondi e significativi del ventennio: tra gli altri, Sergio Amidei, Piero Ballerini, Oreste Biancoli, Alessandro Blasetti, Luigi Bonelli, Mario Bonnard, Carlo Borghesio, Carlo Ludovico Bragaglia, Carlo Campogalliani, Aldo De Benedetti, Ezio D’Errico, Alessandro De Stefani, Raffaello Matarazzo, Mario Monicelli, Vittorio Metz, Mario Soldati, Steno, Guglielmo Zorzi.

Valentino Brosio
 (1903-1999) – Scrittore, studioso d’arte, collezionista e produttore cinematografico italiano. Conseguita la laurea in Legge nel 1925, si dedicò all’insegnamento della Storia dell’Arte e intraprese la carriera di giornalista. Lavorò come corrispondente e come collaboratore di numerosi giornali e riviste. Nel 1938 iniziò una lunga carriera cinematografica. Dei circa sessanta film dei registi più rappresentativi degli anni ’40 e ’50 cui collaborò, si ricordano: “La dama bianca” (1938) di Mario Mattòli, che segna l’esordio, “Due milioni per un sorriso” (1939) di Carlo Borghesio e Mario Soldati, “I promessi sposi” (1941) di Mario Camerini, “Un colpo di pistola” (1942) di Renato Castellani, “Malombra” (1942) di Mario Soldati, “Abbasso la ricchezza!” (1945) e “Abbasso la miseria!” (1946) di Gennaro Righelli, “La carrozza d’oro” (1952) di Jean Renoir, “I figli di nessuno” di Raffaello Matarazzo (1952) e “Venezia la luna e tu” di Dino Risi (1958). Negli anni 1945-1946 fu Presidente di Cinecittà e intraprese la ristrutturazione degli studi. Nel 1953, quando venne istituito il Corso di Direzione della Produzione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, Brosio fu chiamato come docente titolare. Il suo Manuale del produttore cinematografico, pubblicato nell’ambito della Collana di studi critici e scientifici del Centro Sperimentale di Cinematografia, Edizioni dell’Ateneo – Roma, ottenne il Premio Napoli nel 1956, ed è ancora oggi un testo di riferimento per gli aspiranti produttori.

Fondo Valentino Brosio

Si compone di settantasette testi cinematografici depositati dagli autori presso la direzione di Cinecittà. Si tratta di soggetti, sceneggiature e liste-dialoghi relativi a progetti cinematografici e televisivi, realizzati e non, ideati negli ultimi decenni. Fra gli autori citiamo Michelangelo Antonioni, Luigi Magni, Andrei Konchalovsky.

La collezione posseduta dalla Biblioteca consta di 467 cartelle prodotte dall’Ufficio stampa della Cineriz che contengono le campagne pubblicitarie dei film in sua distribuzione. Le cartelle, inerenti  412 film, contengono frasi di lancio, dialoghi, carteggi, pressbook, flani e altro materiale grafico, indicazioni per gli esercizi commerciali e suggerimenti per promuovere i film in eventi come le serata di gala.

La Cineriz è stata fondata a Roma da Angelo Rizzoli nel 1956, associata alla Rizzoli Film, di cui era il reparto di noleggio e distribuzione. Da ditta individuale si è poi trasformata – all’inizio degli anni ’60 – in una società per azioni, appartenente per la quota maggioritaria alla casa editrice Rizzoli e, per la quota residua, a un gruppo di dirigenti, quali Gigi De Santis, Pio Pandolci Alberici, Angelo D’Andrea, Eraldo Leoni, Ottorino Moresco. La Cineriz ha distribuito dagli anni ’50 all’inizio degli anni ’80 film che testimoniano lo spirito imprenditoriale e il grande intuito del suo fondatore, in grado di soddisfare diversi tipi di pubblico e capace di promuovere non solo registi affermati ma anche nuovi talenti, spaziando dal cinema d’autore ai film di genere.

Fondo Cineriz

Il nucleo della serie posseduta consta di 29 unità di partiture e parti orchestrali di film e documentari prodotti e distribuiti dalla società cinematografica Lux Film negli anni 1948-1953. Tra i musicisti delle ricercate colonne sonore troviamo: Goffredo Petrassi, Ildebrando Pizzetti, Fernando Previtali, Renzo Rossellini, Nino Rota, Roman Vlad. Le produzioni, per lo più tratte dalla letteratura, sono: I promessi sposi (1941) di Alessandro Manzoni, diretto da Mario Camerini; Malombra (1942) di Antonio Fogazzaro, diretto da Mario Soldati; Zazà (1944) dall’omonima opera teatrale di Pierre Berton e Charles Simon, diretto da Renato Castellani; La figlia del capitano (1947), tratto da Aleksandr Sergeevič Puškin, diretto da Mario Camerini e Il mulino del Po (1949) di Riccardo Bacchelli, diretto Alberto Lattuada,  Sono presenti anche le partiture di film dalle tematiche attuali e che attraversano vari generi cinematografici come: il noir Gioventù perduta (1948) di Pietro Germi, la commedia Vivere in pace (1947) e il drammatico Campane a martello (1949) di Luigi Zampa, il più spiccatamente neorealista Riso amaro (1949) di Giuseppe De Santis e lo storico Teodora (1953) di Riccardo Freda.

Lux Film è stata una società cinematografica di produzione e di distribuzione, fondata a Torino il 21 febbraio 1934 dall’imprenditore Riccardo Gualino con il nome di Compagnia italiana cinematografica Lux. Nel 1940 la società di produzione si trasferì da Torino a Roma, prendendo il nome di Lux Film S.A. e per circa un ventennio rappresentò la società di produzione italiana di maggior prestigio e notorietà. Un elemento importante che caratterizzò la sua produzione sin dagli inizi fu una particolare attenzione alle colonne sonore. Nel 1953-54 cominciò il lento declino della società, malgrado alcuni successi realizzati con la partner Vides, fino a che all’inizio del decennio successivo la crisi finanziaria divenne irreparabile. Nel 1969 la L.F. venne assorbita, insieme alla Rumianca dalla Sir di N. Rovelli: rimasta non operativa per quasi un trentennio, cessò di esistere nel 1998, quando venne incorporata dalla Cristaldi Film.

BIBLIOGRAFIA

Alberto Farassino (a cura di), Lux film. Milano, Il Castoro, 2000.

Il fondo documentario, acquistato tra il 2012 e il 2013, è costituito dalla corrispondenza degli anni 1899-1916 afferente per lo più la Cines e da una raccolta rilegata, Arbitraggio Cines-Pouchain  (controversia tra la società e il suo amministratore delegato Adolfo Pouchain), contenente documenti riguardanti le attività della società Società Italiana Cines dalla sua costituzione, avvenuta nell’anno 1906, al 1910.

Agli inizi del 2020 il fondo si è arricchito di una seconda tranche, ancor più corposa, costituita da documenti cartacei, materiali filmici e iconografici. La seconda parte documentaria, consta di circa trecento carte, tra lettere, biglietti, telegrammi, atti vari, tra cui troviamo missive e relazioni di vari corrispondenti indirizzate ad Ernesto Pacelli in qualità di presidente della Cines, lettere del barone Alberto Fassini, potente direttore generale della società, un fascicolo del consigliere conte Francesco Salimei e un memoriale relativo al già citato processo Pouchain.  La parte documentaria è stata dettagliatamente descritta in inventari di corredo, collegati alle schede catalografiche e fruibili on line sulla banca dati.

Ernesto Pacelli (1859-1925) – Personaggio di spicco nel panorama romano dei primi decenni del Novecento, Pacelli è stato consigliere economico del Vaticano, presidente del Banco di Roma e presidente della Società Cinematografica Cines.

Il fondo è stato donato da Enzo (Vincenzo Franco) Porcelli alla biblioteca tra il 2017 e il 2022. Si compone della documentazione appartenente alla sua attività di produttore svolta dal 1967 al 2015. All’interno si evidenziano oltre cento tra soggetti, trattamenti e sceneggiature, inoltre circa novanta cartelle riguardano contratti, contabilità, corrispondenza, preventivi costi e piani finanziari di alcuni lungometraggi  anni novanta, tra cui: “Il ladro di bambini”  (1992) e Lamerica (1994) di Gianni Amelio, “Santo Stefano” di Angelo Pasquini (1997), “Branchie” di Francesco Ranieri Martinotti (1998), “Elvjs & Merilijn” di Armanno Manni (1998).

Vincenzo Franco Porcelli (n. 1944) – Diplomatosi in produzione al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1967, ne è periodicamente docente del corso di produzione della Scuola Nazionale di Cinema. Ha costruito la sua professionalità sul cinema d’autore a livello internazionale. Tra il 1977 ed il 1981 ha prodotto i film del regista Marco Bellocchio: “Il gabbiano”, “Salto nel vuoto” (insieme a Silvio Clementelli, due premi al Festival di Cannes),” Vacanze in Val Trebbia”, “Gli occhi, la bocca” e infine “Enrico IV”, con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale. Nel 1982 ha prodotto: “Colpire al cuore”, dell’allora esordiente regista Gianni Amelio, del quale nel 1992, ha poi prodotto, insieme ad Angelo Rizzoli, “Il ladro di bambini” (Gran premio della Giuria al Festival di Cannes), due anni dopo, insieme a Mario e Vittorio Cecchi Gori: “Lamerica”, (premio EFA) e infine nel 2004, “Le chiavi di casa”. Nel 1991 ha vinto il premio Oscar per il miglior film in lingua straniera con “Il viaggio della speranza” diretto da Xavier Koller, una co-produzione tra Svizzera, Germania e Italia.

 

Fondo Enzo Porcelli - CSC

Si tratta di materiale proveniente dalla Rizzoli film, di cui sono stati inventariati circa 900 pezzi tra monografie, riviste, sceneggiature, volumi di rassegna stampa. Oltre a numerosi testi di argomento cinematografico, appartengono al fondo testi teatrali, racconti, romanzi e saggi, nonché numerosi testi di tecnica cinematografica. Interessanti i volumi che raccolgono la rassegna stampa di alcuni importanti film, tra i quali si segnalano in particolare “8 ½” di Federico Fellini e il film a episodi “Ro.Go.Pa.G”, per la regia di Roberto Rossellini, Jean Luc Godard, Pier Paolo Pasolini e Ugo Gregoretti.

Rizzoli film è una casa di produzione cinematografica, fondata nel 1965 da Angelo Rizzoli.

Fondo Rizzoli film

La rassegna stampa della compagnia di produzione Vides cinematografica di Franco Cristaldi, acquisita nel 2000, si compone di n. 248 volumi, relativi agli anni 1950-1975. I volumi raccolgono le recensioni, le notizie e le curiosità pubblicate sulla stampa di sessantadue film, di Cristaldi e della compagnia stessa, nonché di undici attori scritturati dalla Vides, tra cui Rosanna Schiaffino, Tomas Milian, Giuliano Gemma, Stefania Sandrelli e Claudia Cardinale.

Franco Cristaldi (1924-1992) – Produttore e sceneggiatore cinematografico. Nel 1946 fonda la Vides con sede a Torino. Nel 1953 produce il suo primo lungometraggio, “La pattuglia sperduta” di P. Nelli. A metà degli anni ’50, trasferita la Vides a Roma, punta a un cinema d’autore e realizza film innovativi, come “Un eroe dei nostri tempi” e “I soliti ignoti” di Mario Monicelli, “Le notti bianche” di Luchino Visconti, “La sfida” e “I magliari” di Francesco Rosi, “L’uomo di paglia” di Pietro Germi, “Audace colpo dei soliti ignoti” di Nanni Loy. Negli anni ’60 e ’70 la Vides consolida le proprie strutture e continua a produrre film altrettanto memorabili: “I delfini” e “Gli indifferenti” di Francesco Maselli, “Kapò” di Gillo Pontecorvo, “L’assassino” di Elio Petri, “Divorzio all’italiana” e “Sedotta e abbandonata” di Pietro Germi, “Fantasmi a Roma” di Antonio Pietrangeli, “Un giorno da leoni” di Nanni Loy, “Giorno per giorno disperatamente” di Alfredo Giannetti, “Salvatore Giuliano” e “Il caso Mattei” di Francesco Rosi, “Arrivano i titani” di Duccio Tessari, “I compagni” di Mario Monicelli, “Mare matto” di Renato Castellani, “Omicron” di Ugo Gregoretti, “La ragazza di Bube” di Luigi Comencini, “Vaghe stelle dell’Orsa” di Luchino Visconti, “Viva Maria!” di Louis Malle, “La Cina è vicina” e “Nel nome del padre” di Marco Bellocchio, “Colpo di stato” di Luciano Salce, “Di che segno sei?” di Sergio Corbucci, “La tenda rossa”  di Michail K. Kalatozov, “Satyricon” e “Amarcord” di Federico Fellini. Nel 1990 vince il premio Oscar per il miglior film straniero con “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore.

Fondo Vides cinematografica di Franco Cristaldi - CSC