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Vietnam movies
26 Gennaio 2019 - 31 Gennaio 2019
Dopo aver indagato il cinema avventuroso degli anni Ottanta nel mese di settembre, come promesso, si torna ad affrontare uno degli ultimi generi del cinema italiano: i cosiddetti Vietnam movies. Nati come imitazione dei grandi successi d’Oltreoceano (Apocalypse Now, Il cacciatore, Platoon, ma anche i vari Rambo, Commando, Rombo di tuono), sono a volte riusciti, grazie alla tipica geniale improvvisazione nostrana, a creare dei veri e propri crossover, e cioè atmosfere ora quasi da cinema horror, con effetti speciali molto splatter, ora da film western. Perennemente ignorati o bistrattati dalla critica, quasi mai visti, perché realizzati per il mercato estero dell’home video, dal momento che la sala cinematografica non era più la destinazione di riferimento, è interessante rivederli oggi in pellicola in un cinema, quando tutto sembra richiamarci proprio a quel decennio fatidico. Certo adesso la rivoluzione non sono più le videocassette e un’intera industria cinematografica al collasso, ma è il digitale e le varie piattaforme, sempre più competitive. Ma resta il fatto che la sala cinematografica rischia di chiudere i battenti per sempre senza l’epos di un Nuovo Cinema Paradiso o il commovente artigianato italico dei Vietnam movies, non a caso genere terminale insieme ai post atomici.
 
sabato 26
ore 17.00 L’ultimo cacciatore di Anthony M. Dawson [Antonio Margheriti] (1980, 95′)
«Da una radio vietcong la voce di una giovane donna (si saprà poi essere quella della moglie di un soldato morto suicida) istiga i militari americani a tradire divisa e patria. Il capitano Morris è incaricato di localizzare la radio e distruggere la postazione» (Poppi). «L’ultimocacciatore è stato il primo di una lunga serie di film che Antonio ha girato nelle Filippine, a Pagsanjan e in tutta l’area di Laguna, nella provincia di Manila, una zona lussureggiante e ricca di ambientazioni diverse, dalle caverne ai laghi, dal grande fiume Pagsanjan alle sue rapide, dalle cascate di Tanay alle mille piantagioni di palme da cocco o risaie. Un posto tranquillo, a meno di un’ora dalla capitale, dove abbiamo lavorato benissimo per oltre dieci anni realizzandovi undici film. Subito dopo aver finito le riprese di un’altro film che toccava l’argomento Vietnam, anche se di sfuggita, come Apocalypsedomani, Antonio venne contattato dal produttore Gianfranco Coujoumdjian con la Flora Film per dirigere questo film sulla guerra del Vietnam, seguendo la scia del successo di film come ApocalypseNow e Ilcacciatore. Antonio e Gianfranco decisero di andare a dare un’occhiata nella zona dove Francis Ford Coppola aveva realizzato il suo capolavoro, e, dopo un primo sopralluogo, Antonio si innamorò letteralmente di quei posti e decise di ambientare L’ultimocacciatore in molti dei posti già utilizzati per ApocalypseNow» (Edoardo Margheriti dal sito www.antoniomargheriti.com ).
 
ore 19.00 Fuga dall’arcipelago maledetto di Anthony M. Dawson [Antonio Margheriti](1982, 97′)
«Antonio Margheriti continua il suo personale percorso all’interno del cinema avventuroso e, dopo alcuni film ispirati a successi di oltreoceano ma del tutto reinventati e fatti propri […], con Fuga dall’arcipelago maledetto riesce a rendere con estrema efficacia e senso dell’azione l’incubo della guerra, grazie a un ritmo serrato in cui si susseguono agguati, trappole, guerriglia nella giungla, combattimenti all’ultimo sangue, massacri di civili indifesi, alla presenza di animali selvaggi come tigri e serpenti. Bel delineata la psicologia del cinico avventuriero che, per amore dell’idealista Kia, finisce per unirsi ai ribelli. Gli attori principali sono David Warbeck, protagonista di diverse pellicole di Margheriti-Dawson da L’ultimo cacciatore a I sopravvissuti della città morta, la convincente Annie Belle, il nero Tony King e l’immancabile Alan Collins-Luciano Pigozzi» (Tentori).
 
ore 20.45 Tornado di Anthony M. Dawson [Antonio Margheriti](1983,94′)
Il capitano Harlow (Tony Marsina), comandante di un reparto dei “berretti verdi”, continua ad impegnare i suoi uomini in imprese rischiosissime, ma ormai militarmente inutili ed illogiche. Le perdite sono sempre altissime. Per questi ed altri motivi egli teme che il suo sergente, Sal Maggio (Timothy Brent, alias Giancarlo Prete), testimone e protagonista di tanti misfatti, possa portare delle prove contro di lui per incriminarlo. Con uno stratagemma lo manderà di fronte alla corte marziale, ma il sergente durante un bombardamento riesce a fuggire. «Pur presentandosi come una sorte di ennesima risposta italiana a Rambo, il film di Margheriti presenta connotazioni del tutto originali, un’amarezza, una disperazione e una malinconia di fondo, e la precisa analisi di chi, nella guerra, vede soltanto la propria sete assoluta di potere. […] Oltre alle spettacolari scene d’azione e di combattimenti, non mancano momenti di puro orrore: la rilassata atmosfera di una casa da gioco, dove il protagonista si reca per recuperare alcuni marines in licenza che si stanno stordendo tra ragazze e droga, viene d’improvviso interrotta dall’esplosione di un ordigno mimetizzato da giocattolo» (Tentori).
 
domenica 27
ore 17.00 Razza violenta di Fernando Di Leo (1984, 92′)
Il destino ha portato per strade diverse tre reduci del Vietnam: il coriaceo Polo, dopo aver disertato, è ora a capo di un grande traffico di stupefacenti in Estremo Oriente, Kirk e Mike hanno fatto carriera nella Cia, uno nelle alte sfere dell’organizzazione e l’altro come agente speciale incaricato di missioni impossibili. L’ultima delle quali è proprio quella di stroncare il narcotraffico gestito da Polo… «Nel 1982 il mercato interno dei generi, in Italia può dirsi quasi del tutto collassato. Quel che ancora sussiste […] sono i post-atomici e i Vietnam-movies, che vengono però prevalentemente realizzati per soddisfare le richieste all’estero. In questa temperie, Di Leo […], trovata un’entratura presso Ettore Spagnuolo, produttore medio-piccolo […], dirige Razzaviolenta, ovvero: una sorta di concentrato delle pellicole d’azione bellica allora in auge, che spaziano da Rambo a ApocalypseNow» (Pulici).
 
ore 19.00 Dogtags – Il collare della vergogna di Romano Scavolini (1985, 111′)
«Uno scrittore sta cercando tre soldati americani in Vietnam. Trova finalmente un indizio quando incontra un vietnamita che, da bambino con la sua famiglia, ha vissuto con i soldati USA nella giungla. Viene così rivelato che i militari erano stati incaricati di recuperare alcune casse contenenti documenti segreti dell’esercito americano. […] Dogtags – Il collare della vergogna appartiene al filone dei film sul Vietnam nati in Italia sulla scia del successo di Platoon di Olivier Stone e di pellicole simili. Ma, a differenza di altri prodotti dello stesso genere, il film di Scavolini, autore tra l’altro dell’interessante thriller orrorifico Un bianco vestito per Marialè, si distingue per la presenza di una notevole componente horror» (Tentori).
 
ore 21.00 Cobra Mission di Larry Ludman [Fabrizio De Angelis] (1986, 88′)
«Vietnam centrale. Alcuni prigionieri americani, che stanno per scappare da un campo di prigionia, vengono inseguiti dal vietcong e selvaggiamente uccisi. Negli Usa si comincia sempre più insistentemente a parlare della possibilità che soldati americani si possano trovare ancora prigionieri in Vietnam, ma il governo cerca di mettere tutto sotto silenzio. Tre amici reduci, Roger, James e Mark, reincontratisi in occasione del matrimonio della figlia di uno di loro, vengono contattati dal comandante di un tempo, in possesso di prove certe dell’esistenza di campi di concentramento in Vietnam. […] Ludman-De Angelis dirige uno dei più interessanti risultati italiani del filone Vietnam nato sulla scia di Apocalypse Now, Il cacciatore e Rambo. Il film è anche la sua opera più personale che, partendo da un filone sfruttato, riesce a inventare una formula nuova, dando vita a una pellicola agghiacciante, quasi una sorta di Cannibal Holocaust inserito nel contesto del Vietnam. […] Cobra Mission è un film forte e crudele, rappresenta un caso a sé nel panorama dei “Vietnam movies” italiani» (Tentori).
 
martedì 29
ore 16.30 Strike Commando di Vincent Dawn [Bruno Mattei] (1986, 92′)
«Il sergente Mike Ransom è in missione con il suo commando per sabotare un campo militare vietnamita. Quando i soldati americani sono scoperti dai vietcong, il colonnello Radek che coordina a distanza l’operazione dà ordine di attivare gli esplosivi prima che i suoi uomini possano mettersi in salvo. Tutto il commando perde la vita, solo Ransom si salva e viene catturato dagli abitanti di un villaggio vietnamita. […] Bruno Mattei, alias Vincent Dawn, propone con Strike Commando alcuni stereotipi fondamentali degli action movies italiani, tra combattimenti nella giungla, esplosioni, scene di tortura e immagini di repertorio della guerra in Vietnam. L’ispirazione principale della sceneggiatura è senz’altro Rambo 2, ma nella lotta finale il sovietico Jakoda sfida Ransom gridando “Ti spezzo la schiena!”, al modo del “Ti spiezzo in due!” del pugile russo Ivan Drago di Rocky IV (1985)» (Giovannini).
 
ore 18.15 La sporca insegna del coraggio di Tonino Valerii (1987, 93′)
«Nel 1974, durante la guerra del Vietnam, Steven detto Steel e la sua squadra attaccano un accampamento vietcong. Compiuta la missione sono recuperati da un elicottero, ma uno di loro, Dennis è ferito e resta in terra finendo così in mano nemica. […] Tonino Valerii, su sceneggiatura di Roberto Leoni, realizza una variazione sul tema del disagio dei reduci, dopo il successo del primo Rambo. Il tradimento vissuto dagli ex combattenti è qui totale, perché il loro supereroe, al contrario del colonnello Trautman del film con Sylvester Stallone, si svela cinico e subdolo fino al punto di volere la morte dei suoi uomini. Se sono presenti tutti i luoghi comuni del genere (compresa l’immancabile scena di tortura, in questo caso anche con degli aghi piantati nel volto), singolare è il tema della “conversione” di Dennis, in parte come conseguenza di un “lavaggio del cervello” durante la prigionia in Vietnam, in parte per la delusione verso i suoi commilitoni che lo lasciarono nelle mani del nemico. […] Il nome di prestigio del cast è quello di Martin Balsam, nella parte del maggiore Briggs, e non mancano i volti ricorrenti del genere, da Bo Svenson a Peter Hooten e Werner Pochath» (Giovannini).
 
ore 20.00 Nato per combattere di Vincent Dawn [Bruno Mattei] (1988, 90′)
«In questo caso ci sono rimandi a Il cacciatore, ma nella sostanza si ripresentano le scene tipo delle pellicole italiane sulla guerra in Vietnam. A parte il gran numero di esplosioni, il film contiene anche una delle scene al rallentatore forse più lunghe della storia del cinema. […] Il cast propone nomi presenti anche negli altri action movies filippini di Mattei: Brent Huff, qui nella parte dell’eroe Sam, e Mary Stavin, la bionda Maryline, sono insieme anche in Strike Commando 2, mentre Romano Puppo (il brutale Bross) e Werner Pochath […] hanno partecipato a Cop Game» (Giovannini).
 
mercoledì 30
ore 17.00 Angel Hill di Paul D. Robinson [Ignazio Dolce] (1988, 100′)
«Ignazio Dolce, attore e collaboratore alla regia per autori come Antonio Margheriti e Riccardo Freda, con lo pseudonimo Paul D. Robinson firma alla fine degli anni ottanta una quadrilogia di film ambientati nel sudest asiatico […]. Nel titolo italiano e in quello per l’esportazione il film rivela i suoi due riferimenti principali: se in Italia esce come Angel Hill: l’ultima missione, alludendo ad Hamburger Hill di John Irvin, all’estero è noto come Last Platoon, in assonanza con Platoon di Olivier Stone […]. Dolce usa al massimo le potenzialità spettacolari della giungla filippina e offre una storia, scritta dall’esperto Tito Carpi, che rielabora i temi tradizionali del filone: soldati da “sporca dozzina”, crudeli vietcong, idillio d’amore tra l’americano e la vietnamita. […] Nel ruolo principale Richard Hatch, accanto a volti ricorrenti degli action movie italiani come Vassili Karis, protagonista di tanti western, Mike Monty e David Light. Ospite d’onore è Donald Pleasance, nella parte del colonnello Abrahms» (Giovannini).
 
ore 19.00 Cop Game – Giochi di poliziotto di Bob Hunter [Bruno Mattei] (1988, 84′)
«Bruno Mattei […] si conferma abile nel girare sparatorie in slow motion e nell’utilizzare al meglio gli scenari esotici offerti dalle Filippine al cinema italiano di genere a basso costo. Non mancano le immagini riciclate da altre pellicole e un paradossale inseguimento tra due auto con artigianali effetti speciali. La prima metà del film riprende il filone cinematografico e televisivo dei poliziotti in coppia, mentre la seconda metà si trasforma in un Vietnam movie a tutti gli effetti […]. Per quanto riguarda gli interpreti, Brent Huff (più volte diretto da Mattei) è Morgan, con camicia sempre aperta sul torace, occhiali scuri e vistoso orecchino, mentre Max Laurel è Hawk, forzuto con la bandana» (Giovannini).
 
ore 20.30 Incontro moderato da Andrea Schiavi con Vassili Karis, Edoardo Margheriti, Danilo Massi, Romano Scavolini, Antonio Tentori
 
a seguire Hell’s Heroes – Eroi dell’inferno di Max Steel [Stelvio Massi] (1988, 89′)
«Stelvio Massi rielabora in chiave “guerra del Vietnam” il classico tema del gruppo di criminali che si rivelano eroi sul campo di battaglia. Buona parte del film si svolge al buio, con effetto notturno, e non mancano ottime riprese dall’alto, le consuete esplosioni pirotecniche, fino alla tradizionale scena di tortura […]. A interpretare il sergente Darkin è Miles O’Keeffe che caratterizza il personaggio quasi come un’imitazione di Clint Eastwood, con tanto di sigaro. Fred Williamson, nel ruolo di Feather, torna a recitare in una parte simile a quella che aveva in Quel maledetto treno blindato, questa volta con ambientazione vietnamita. Williamson aveva già lavorato con Stelvio Massi per The Black Cobra. Nel cameo del senatore c’è Chuck Connors, diventato celebre in America fin dagli anni sessanta grazie alla serie tv The Rifleman» (Giovannini).
 
giovedì 31
ore 17.00 Colli di cuoio di Paul D. Robinson [Ignazio Dolce] (1989, 96′)
«Nonostante il basso budget, Colli di cuoio riesce ad avvalersi al massimo della giungla filippina per dare lustro alle classiche battaglie a base di colpi di mitra ed esplosioni. Le riprese (alcune al rallentatore) sono più curate di quanto di solito avviene nel filone italiano sul Vietnam. Tra gli interpreti, Richard Hatch, molto attivo in tv […], e James Mitchum (figlio del grande Robert Mitchum) oltre a Vassili Karis e Antonio Marsina, efficaci nel ruolo di spietati militari a stelle e a strisce. Non manca un originale punto di vista su americani e vietnamiti: i militari USA sono sporchi e cattivi, quasi come banditi degli spaghetti western, mentre i vietcong sono solo macchine per uccidere (e da uccidere), i civili vietnamiti sono poverissimi e terrorizzati. Ritratti come violenti, i soldati americani risultano alla fine rudi ma eroici» (Giovannini).
 
ore 19.00 I ragazzi del 42° plotone di Mark Davis [Camillo Teti] (1989, 93′)
«Guerra del Vietnam. L’affascinante cantante Mary, insieme al suo agente Burt, è in un accampamento militare americano per distrarre i soldati con le sue esibizioni. Mentre la ragazza canta, i vietcong sferrano un attacco. Per mettere al sicuro cantante e agente si decide di evacuarli. Il compito di accompagnarli è affidato ai soldati John e Josy che li scortano a bordo di una jeep attraverso la giungla, tra continue aggressioni. […] Camillo Teti propone un altro film bellico e d’azione, dove però la sceneggiatura di Dardano Sacchetti aggiunge una variante al tradizionale plot del Vietnam movie all’italiana, inserendo due personaggi più elaborati del solito che vengono dal mondo dello spettacolo e si trovano catapultati in una guerra sanguinosa» (Giovannini).
 
ore 20.45 Bye Bye Vietnam – Arrivederci Vietnam di Mark Davis [Camillo Teti] (1989, 94′)
«Questo Bye Bye Vietnam – Arrivederci Vietnam, prodotto da Fabrizio De Angelis, certo non è accurate nella ricostruzione bellica (i soldati americani hanno divise improbabili e impugnano armi altrettanto improbabili), ma si avvale della sceneggiatura di Dardano Sacchetti sotto il nome di David Parker Jr. I conflitti a fuoco e le esplosioni si alternano alle liti, alle confidenze, ai ricordi nostalgici dei soldati americani, tra i quali spiccano alcune figure tipo dei “Vietnam movies”, come quella di Pivello, il nerd occhialuto che è preso in giro dagli altri soldati. Ma quando Pivello viene “attaccato” da una sanguisuga è proprio Razor, interpretato da Antonio Sàbato, a prendersi cura di lui. L’eroe “positivo” Luke ha il volto di Christopher Alan e Zulù è interpretato da Duria Harris» (Giovannini).
 
 
Date di programmazione