Ruggero Deodato, Monsieur Cannibal
06 Settembre 2018 - 06 Settembre 2018
ore 18.00 Minaccia d’amore di Ruggero Deodato (1988, 98′)
«Minaccia d’amore è un film che mi è piaciuto molto fare. Anzitutto, era una grande scommessa: perché far diventare assassino un telefono, che si vendica per essere stato respinto dall’amata, è una di quelle scommesse vere. E poi ho avuto la possibilità di andarmi a scegliere l’attrice in America […]. Il film è bello, e in particolare c’è un’ottima ambientazione, curata da Antonio Geleng, che è veramente uno scenografo eccezionale. […] Mi piaceva tutto del film, anche perché per la prima volta giravo a Roma, quindi potevo usufruire di tutti gli ambienti che di solito usano i registi impegnati. Io li ho potuti sfruttare in un thriller e mi ha fatto molto piacere» (Deodato).
ore 20.00 Mamma ci penso io di Ruggero Deodato (1992, 98′)
Mentre attendono all’aeroporto di Caracas l’aereo che li riporterà negli Stati Uniti, Jane Morris e i suoi figli Danny e Pearl, vengono coinvolti in una drammatica avventura. Un artigiano locale, che si serve di bambole fatte a mano per contrabbandare diamanti, regala a Pearl una bambola, ma quando questa casca per terra, i diamanti si spargono sul pavimento sotto gli occhi della polizia. Jane viene arrestata e i bambini affidati a un funzionario dell’Ambasciata americana. Ma Danny fugge perché vuole ritornare all’aeroporto e rintracciare l’artigiano che ha donato la bambola. «Subito dopo Cannibal Holocaust avevo pensato a un film che doveva intitolarsi Los Gamines. Doveva essere un film molto crudo e realistico, perché a Bogotà avevo visto questi ragazzi (losgamines) allo sbando, che rubavano e scippavano la gente per la strada […]. Mamma ci penso io lo hanno prodotto Giovanni Bertolucci e André Kobb. Era un periodo della mia vita in cui avevo bisogno di denaro e andai da Kobb con un’idea per un film, per farmi dare un anticipo. Non avendo per le mani niente, ripensai alla storia di Los Gamines e in una notte, prigioniero a casa di Kobb, scrissi tutto il soggetto di Mamma ci penso io» (Deodato).