La Cineteca Nazionale ricorda il maestro appena scomparso con la proiezione di Lettere dal Sahara (2006).
Regia: Vittorio De Seta; soggetto e sceneggiatura: Vittorio De Seta; fotografia: Antonio Grambone; montaggio: Marzia Mete; musiche: Fabio Tronco, L’Orchestra di Piazza Vittorio, Ismaël Lô; costumi: Fabio Angelotti; scenografia: Fiorella Cicolini; interpreti: Djibril Kebe, Paola Ajmone Rondo, Stefano Saccotelli, Madawass Kebe, Fifi Cisse, Thierno Ndiaye, Luca Barbeni; produzione: A.S.P., Metafilm, con il contributo del MiBac; formato: 35 mm; durata: 123′.
Assane, un senegalese naufrago sull’isola di Lampedusa, in sei mesi risale l’Italia passando per Napoli, Firenze e Torino, cambiando di volta in volta lavoro. Quando finalmente riesce a ottenere il permesso di soggiorno, viene quasi linciato in una rissa fuori da una discoteca ed entra in crisi. Decide allora di tornare in Senegal e, una volta tornato al villaggio natale, di fronte alle insistenze del suo vecchio maestro, racconta la sua esperienza.
«De Seta (…) attraverso gli occhi di Assane sembra descrivere impressionisticamente, senza tentare di spiegare, la realtà italiana e quella dell’immigrazione: due mondi che scorrono paralleli, senza (quasi) mai incontrarsi. Ma è grazie all’acume e all’attenzione del regista che, come spettatori e come cittadini, scopriamo – forse la prima volta così nettamente – che dietro ogni immigrato c’è un emigrato. Una persona che ha una storia, un passato, una famiglia e degli affetti lasciati alle spalle per il desiderio di una vita migliore: in modo semplice e icastico De Seta spiega meglio di qualsiasi servizio televisivo l’inutilità e l’ingiustizia di una legge che considera l’immigrazione come un problema di ordine pubblico piuttosto che come un dramma umano e sociale che provoca dolore, ma anche immensa ricchezza». (Maria Coletti, “Cinemafrica”)