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Masters of Horror: Nicolas Roeg e Ken Russell
09 Settembre 2018 - 09 Settembre 2018
Si conclude l’omaggio di Nicolas Roeg con il suo film probabilmente più folle e delirante, Eureka (1983), e con l’ironico e ingiustamente sottovalutato La signora in bianco (1985). Contestualmente s’inizia un breve omaggio a uno dei cineasti inglesi più visionari, kitsch, barocchi nella storia del cinema, Ken Russell, con il thriller di culto China Blue, magnifica “opera aperta” postmoderna sulla religione, sulla sessualità e sul suo contrario, in netto anticipo su Nynphomaniac (2013) di Lars von Trier.
 
ore 17.00 Eureka di Nicolas Roeg (1983, 127′)
«Jack McCann (Gene Hackman) si è arricchito dopo aver trovato l’oro in Canada: a distanza di vent’anni, nel 1945, vive su un’isola dei Caraibi, senza sapere cosa fare della sua ricchezza, tormentato dalla gelosia per la figlia (Theresa Russell) che ha sposato il playboy francese Claude (Rutger Hauer), e assediato da un mafioso (Joe Pesci) che vorrebbe costruire un casinò sull’isola. Per questa parabola sul possesso e l’avidità umana (scritta da Paul Mayersberg e prodotta da Jermy Thomas), Roeg ha scomodato La tempesta di Shakespeare, Rapacità e Quarto potere, costruendo un puzzle pieno di ricorrenze misteriose, di specchi, doppi e divagazioni stravaganti. Squarci fantastici e atmosfere claustrofobiche, generi alla deriva» (Mereghetti).
 
19.15 La signora in bianco di Nicolas Roeg (1985, 110′)
«Il titolo originale è Insignificance e allude alla vuota vanità del mondo, ma i distributori hanno preferito mettersi sulla scia del successo de Lasignorainrosso di Gene Wilder, per via dell’immagine della gonna sollevata da uno sbuffo di vapore della sotterranea. Qui però la protagonista è bionda come Marilyn e la sua gonna è candida com’è ricordato nel titolo. […] Tratto da un testo teatrale di Terry Johnson, il film di Roeg (A Veneziaundicembrerossoshocking, L’uomochecaddesullaterra) fu presentato a Cannes nell’85, quando trionfò lo jugoslavo Kusturica con Papàinviaggiod’affari. Graffiante, ma involuto, appesantito da un massiccio ricorso al flashback, non riscosse il successo che forse, per le sue notazioni intelligenti, avrebbe meritato. Tra gli interpreti, accanto alla Russell, che dà della Monroe un ritratto abbastanza attendibile, spiccano Emil e Busey e, tra i compari, nella veste di un paziente ascensorista, il colossale indiano Will Sampson, lanciato da Forman nel Nidodelcuculo» («Il Resto del Carlino», 12 giugno 1988).
 
ore 21.15 China Blue di Ken Russell (1984, 106′)
«La doppia vita di Joanna Crane (Kathleen Turner), che fa la donna in carriera di giorno e la prostituta di notte col nome di China Blue. C’è un prete che vorrebbe redimerla con la violenza (Perkins in una variante del solito personaggio allucinato alla Norman Bates di Psycho), mentre un piccolo imbroglione resta preso dal suo fascino perverso. Thriller che sfrutta fino all’osso le tematiche sessuali, colpito a suo tempo dalla classificazione “X” (cioè pornografico) in patria» (Mereghetti). «CrimesofPassion (1984) è un formidabile esercizio postmodernista che cita Hitchcock (la scena finale di Psycho), Bunuel (Belle DuJour), Polansky, Allen (la crisi familiare) (Scaruffi).
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