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Luigi Kuveiller, il colore di un’epoca
24 Febbraio 2013 - 24 Febbraio 2013
Il suo nome è legato indissolubilmente a quello di Elio Petri: una simbiosi artistica che, spaziando dal grottesco alla rivisitazione del potere, attraverso il lavoro e la contestazione (A ciascuno il suo, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, La proprietà non è più un furto, Todo modo), si è declinata nelle forme di una sperimentazione visiva, tuttora da indagare a fondo. Il Petri più cupo, avvolto con le sue storie in oscure trame, trova in Kuveiller un perfetto creatore di luce e, soprattutto, di ombre.
Kuveiller veniva dalla scuola di Portalupi, Scavarda, Tonti, conosceva a fondo il bianco e nero, il gioco sottile tra la luce e l’ombra, ma è con il colore che raggiunge risultati straordinari, soprattutto quando si tuffa nel profondo rosso argentiano. Nell’era digitale come non rimpiangere le tinte di Escalation di Roberto Faenza, Una lucertola con la pelle di donna di Fulci, Romanzo popolare di Monicelli, Sbatti il mostro in prima pagina di Bellocchio, La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone di Pupi Avati, Il colore di un’epoca, di cui Kuveiller è stato un fine ritrattista.
Per questo omaggio abbiamo scelto bizzarre incursioni di Kuveiller nel cinema americano in trasferta. Da Andy Warhol a Billy Wilder…
 
ore 17.00
Il mostro è in tavola… barone Frankenstein (1974)
Regia: Paul Morrissey; soggetto: P. Morrissey; sceneggiatura: Tonino Guerra P. Morrissey; fotografia: Luigi Kuveiller; musica: Claudio Gizzi; montaggio: Franca Silvi; interpreti: Joe Dallesandro, Monique Van Vooren, Udo Kier, Arno Juerning, Srdjan Zelenovic, Dalila di Lazzaro; origine: Italia/Francia; Compagnia Cinematografica Champion, Yanne et Rassam, Andy Warhol Presentation; durata: 89′
Il barone Frankestein vuole generare la razza perfetta accoppiando due esseri di sua creazione, ma loro non ne vogliono sapere. «Prodotto da Carlo Ponti e Jean-Pierre Rassam, venne girato in coppia con Dracula cerca sangue di vergine e… morì di sete!!! dal clan di Warhol in transferta italiana: il papa della pop art ci mise solo il nome. In Italia il film […] è circolato – come il suo gemello – con la paternità di Anthony M. Dawson (cioè Antonio Margheriti), supervisore cui pare si debbano soltanto le sequenze gore (gli effetti sono di Carlo Rambaldi), pensate in 3-D e tagliatissime dalla vecchia edizione italiana (in cui risulta accreditato anche Tonino Guerra come sceneggiatore). Morrissey […] riscrive i miti dell’horror all’insegna di un gusto per l’assurdo e il grottesco che mescola sesso e morte, anticipando talune riflessioni cronenberghiane» (Mereghetti).
Vietato ai minori di anni 18
 
ore 19.00
Dracula cerca sangue di vergine e… morì di sete!! (1974)
Regia: Paul Morrissey; soggetto: P. Morrissey; sceneggiatura: Andy Warhol, P. Morrissey; fotografia: Luigi Kuveiller; musica: Claudio Gizzi; montaggio: Franca Silvi; interpreti: Joe Dallesandro, Udo Kier, Arno Juerning, Vittorio De Sica, Silvia Dionisio, Milena Vukotić, Stefania Casini; origine: Italia/Francia; produzione: Compagnia Cinematografica Champion, Yanne et Rassam, Andy Warhol Presentation; durata: 98′
Nella Romania degli anni Venti il Conte Dracula pretende sangue di vergine per rimanere in vita. Ma le ragazze cominciano ad avere rapporti sessuali ad un’età talmente giovanile che è costretto ad emigrare all’estero. Sceglie l’Italia, convinto che un Paese cattolico sia pieno di vergini. Niente di più sbagliato. Il vampiro dovrà fronteggiare un manovale comunista, nemico dell’aristocrazia. Ultima interpretazione di Vittorio De Sica. «Il ruolo di Antonio Margheriti, in questo caso, fu ancora più ridotto. Morrissey (con Pat Hackett, co-sceneggiatore non accreditato) dosa con mano più leggera – anche se il concetto è relativo – la parodia dell’horror, il revisionismo culturale con allegoria della lotta di classe, l’umorismo macabro (memorabili i conati di vomito del vampiro quando beve sangue infetto) e il gusto camp, evidente negli strampalati accostamenti del cast. La fotografia di Luigi Kuveiller e le musiche di Claudio Gizzi suggeriscono malinconie autunnali, mentre gli effetti speciali di Carlo Rambaldi sono inverosimili e gustosamente splatter. Non per tutti i gusti, ma negli anni conserva uno strano fascino. Roman Polanski è il contadino nella taverna» (Mereghetti).
 
ore 21.00 Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? di Billy Wilder (1972)
Regia: Billy Wilder; soggetto: dalla commedia di Samuel Taylor; sceneggiatura: B. Wilder, I.A.L. Diamond, Luciano Vicenzoni; fotografia: Luigi Kuveiller; musica: Carlo Rustichelli; montaggio: Ralph E. Winters; interpreti: Jack Lemmon, Juliet Mills, Clive Revill, Edward Andrews, Gianfranco Barra, Franco Angrisano; origine: Usa/Italia; produzione: Mirisch Corporation of California,P.E.A.; durata: 144′
«Industriale americano e impiegata inglese s’incontrano a Ischia dove sono arrivati per recuperare le salme rispettivamente del padre e della madre morti insieme in un incidente. Commedia sottovalutata in Italia anche per motivi nazionalistici, e negli USA per miopia critica, questo 22° film del grande B. Wilder è degno della sua fama di regista graffiante e irriverente, che va a mescolare tenerezza e cinismo. Un po’ prolisso, ripetitivo e folcloristico. Una coppia perfetta di protagonisti e una breve apparizione di Pippo Franco. Tratta da una pièce di Samuel Taylor e sceneggiata da Wilder con I.A.L. Diamond. Contributi italiani di L. Kuveiller (fotogr.), F. Scarfiotti (scene), C. Rustichelli (musica)» (Morandini). Golden Globe (1973) a Jack Lemmon come miglior attore in una commedia.

 

 

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