Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia
La Cineteca Nazionale ha presentato alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone quattro restauri di copie uniche, tra cui “The Soldier’s Courtship” (1896), primo “fiction movie” inglese.
Il restauro è stato effettuato in digitale al laboratorio tedesco Omnimago, utilizzando SCANITY TM, uno scanner di ultima generazione della Digital Film Technology, recuperando e inserendo anche un frammento mancante, preservato per moltissimi anni presso la Collezione Kodak e appartenente al National Media Museum di Bradford. Per stabilire con certezza se la copia originaria fosse colorata, sono state effettuate delle analisi chimico-fisiche della pellicola, eseguite al Dipartimento di Fisica – Università degli Studi Roma Tre, ai Dipartimenti di Chimica e di Scienze della Terra – Università di Roma La Sapienza, all’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario e all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, nell’ambito di un più ampio progetto di collaborazione con queste istituzioni che la Cineteca Nazionale intende portare avanti. Infine, le immagini restaurate sono state registrate nuovamente su pellicola 35 mm.
Maddalena Ferat è una delle molte eroina di ascendenza letteraria interpretati dalla Bertini, dal carattere passionale e tragico, come, per citare solo alcuni casi esemplari, Odette, Fedora e Tosca. In questo caso, l’opera di riferimento è un romanzo di Émile Zola, Madeleine Férat (a sua volta tratto da una sua opera teatrale del 1865), che è caratterizzato, come tutta l’opera di Zola, da quel naturalismo che, nella variante “verista” italiana, fu particolarmente congeniale alla migliore Bertini, in particolare nell’interpretazione del personaggio di Assunta Spina nel film del 1915 di Gustavo Serena. Il personaggio di Maddalena, giovane orfana in fuga dalle avances del proprio tutore e poi vittima del primo amante, che ritorna fatalmente a distruggerle vita, amori e famiglia, ha in comune con il temperamento della Bertini, bellezza, sensualità e intensità drammatica. La trama è sostanzialmente fedele al romanzo. Maddalena, scappata dal tutore, è accolta da Giacomo, che ne diviene l’amante, ma presto l’abbandona, costretto a un viaggio in un paese lontano. La giovane inizia una relazione con Guglielmo, senza sapere che quest’ultimo è amico d’infanzia di Giacomo. La coppia procede felicemente, con il matrimonio e la nascita di una bimba, ma il ritorno di Giacomo distrugge l’idillio. Maddalena confessa al marito l’antica relazione con Giacomo, ma poi finisce per cedere al primo amante, mentre la figlioletta, malata, si aggrava e muore. Sopraffatta dal destino e dai sensi di colpa, si uccide con il veleno conservato nel vecchio laboratorio del suocero alchimista.
Il restauro
Il film è stato restaurato a partire da una copia positiva d’epoca, su supporto nitrato, con colorazioni per viraggio e imbibizione, che finora è risultata l’unico esemplare del film conservato. La copia in questione, incompleta (è lunga 1160 contro i 1859 riportati nel visto di censura), è priva dei credits iniziali, di circa 20 didascalie, della suddivisione in parti e, soprattutto, dell’intera terza parte. Per la ricostruzione della trama e l’integrazione delle didascalie e delle varie lacune si è fatto ricorso al visto di censura originale, messo a disposizione dal Museo del Cinema di Torino, nel quale il testo delle didascalie è riportato in maniera integrale. Date le precarie condizioni di conservazione (supporto in avanzato stato di decomposizione, molte perforazioni rotte e varie lacerazioni), la copia nitrato è stata completamente riparata e ne è stato tratto, tramite stampa sotto liquido, un duplicato b/n (controtipo) che è stato poi integrato con le didascalie mancanti e con una serie di cartelli integrativi. Una volta completato l’editing, si è proceduto alla stampa di due copie positive colore, riproducendo le colorazioni originarie con il metodo Desmet; oltre a ciò è stata tratta una terza copia positiva in bianco e nero sulla quale è stato applicato un metodo sperimentale di restituzione delle colorazioni originarie, tramite bagni di sostanze coloranti, secondo il procedimento chimico originario di imbibizione e viraggio.Le lavorazioni si sono svolte nel 2002-2003 a cura del CSC-Cineteca Nazionale, in parte presso il laboratorio Studio Cine di Roma (duplicato b/n e copie positive colore con metodo Desmet), in parte presso il laboratorio Augustus Color di Roma (copia colorata con procedimento chimico “d’epoca”).
LA GRAZIA
Tratto dalla novella “Di notte” di Grazia Deledda (Racconti Sardi, 1896), La grazia narra le vicende di Simona, pastorella cresciuta in una famiglia patriarcale in un impervio paese di montagna. Durante la sera di Natale, la quiete familiare è turbata dall’arrivo in paese di Elias, un forestiero che ha avuto in eredità delle terre nel circondario, il quale, per proteggersi dalle insidie di una nevicata, ottiene ospitalità presso la casa di Simona. L’incontro con Elias si trasforma subito in amore, e, dopo la notte passata insieme, il giovane promette a Simona di tornare per sposarla. Invece, nel frattempo, Elias rimane vittima di una valanga ed è salvato da una donna che lo seduce e lo tiene con sé. Quando nasce la figlia della colpa, Simona è costretta dal padre a rivelare il nome del responsabile e i fratelli partono per trovare Elias e vendicare l’onore della sorella. Durante una tempesta, di notte, i fratelli conducono con sé Elias per ucciderlo, quando un fulmine colpisce la bambina che, tuttavia, presa in braccio dal padre, torna miracolosamente in vita. Il segno divino è chiaro e induce il padre a perdonare Simona ed Elias.
Il restauro
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