Lestetica della sparizione: Gerardo Guerrieri
25 Novembre 2018 - 25 Novembre 2018
«Gerardo Guerrieri è stato co-sceneggiatore di Ladri di biciclette e Sciuscià per De Sica, principale collaboratore di Luchino Visconti per il teatro, amico e collaboratore di Michelangelo Antonioni, di Vittorio Gassman, di Strehler, scopritore di Giulietta Masina, direttore con Paolo Grassi della Collana di Teatro Einaudi, nonché, con Anne D’Arbeloff, fondatore del Teatro Club, che ha cambiato per sempre il teatro italiano, portando per la prima volta il Living Theatre, Tadeusz Kantor, Peter Brook, Bob Wilson, il Teatro No giapponese, i Gospel, gli chansonnier francesi… Ma perché nessuno lo conosce? Perché, come molti lucani, Guerrieri era un tipo schivo. Non compare mai, sui cartelloni, nei filmati, nelle foto. Si aspettava che gli altri riconoscessero i suoi meriti. E invece gli altri, quasi sempre, si sono appropriati del suo lungo e faticoso lavoro intellettuale, “dimenticandosi” di lui» (Fabio Segatori).
ore 16.30 Sciuscià di Vittorio De Sica (1946, 92′)
Napoli, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, le strade sono piene di orfani, bambini soli e abbandonati che sopravvivono facendo i lustrascarpe, gli “shoe-shine”, nella versione storpiata e italianizzata del termine inglese. Ci sono anche Pasquale e Giuseppe tra questi ragazzini che lavorano per le strade della città. I due vengono arrestati durante il tentativo di un furto e portati al riformatorio. «L’uso abbondante di esterni e l’impiego di molti attori non professionisti, conferiscono al film una particolare spregiudicatezza e un’innocenza che meravigliano specialmente gli stranieri e fanno gridare al capolavoro. Il linguaggio di De Sica è scarno ma non tralascia l’osservazione commossa e partecipe» (Lizzani).
ore 18.15 Ladri di biciclette di Vittorio De Sica (1948, 91′)
Antonio Ricci riesce a trovare un impiego come attacchino grazie anche alla moglie che porta al Monte di Pietà delle lenzuola per riscattare la bicicletta, fondamentale per il nuovo lavoro del marito. Il primo giorno però qualcuno ruba la bicicletta, Antonio cerca di inseguire il ladro ma senza successo. Inizia così per l’uomo e il figlio, Bruno, un lungo peregrinare alla ricerca del ladro per una Roma domenicale e indifferente alla disperazione di questa famiglia. «È un capolavoro fatto di nulla, tra il primo Clair e il secondo Chaplin, pieno di delicate osservazioni d’ambiente, di trovate, d’atmosfera: un’elegia nata sotto il segno della grazia, e che sarà difficile ripetere» (Bianchi).
a seguire Superstizione di Michelangelo Antonioni (1948, 10′)
Il documentario nasce da un progetto più ampio che Antonioni non ha potuto realizzare e si presenta come un’indagine sulla superstizione e i riti ad essa legati, a Camerino, nelle Marche. «Il rito come difesa (la morte, il malocchio, ecc.), che rimane tutto in superficie, e suona falso. Ma forse c’è qualcosa di più e di diverso: il senso delle cose caricate di significati ulteriori per un’abitudine inveterata al simbolo. Tutti temi, comunque, che si sviluppano compiutamente solo nel soggetto originale» (Tinazzi).
a seguire La villa dei mostri di Michelangelo Antonioni (1950, 10′)
I mostri di pietra che affollano il parco del Castello degli Orsini a Bomarzo, in provincia di Viterbo.
a seguire Momenti di un soggiorno involontario di Gerardo Guerrieri (1968, 14′)
Il film ripercorre la vita di Luigi Pirandello attraverso fotografie e brani tratti dalle sue opere. Fotografia di Carlo Ventimiglia. Musica di Egisto Macchi.
ore 20.45 Incontro con Edoardo Bruno, Anne D’Arbeloff Guerrieri, Fabio Segatori, Daniela Turco
a seguire Guerrieri di Fabio Segatori (2018, 53′)
«Questo film vuole allora essere un risarcimento a questa figura di intellettuale materano tragicamente scomparso. Ma non solo. In anni di red carpet, di persone che sgomitano per mettersi sotto i riflettori, di ragazzi che si travestono da supereroi, il racconto della febbrile attività, del coraggio e della passione per la cultura di Guerrieri vuole essere un incoraggiamento per le nuove generazioni, un inno alla curiosità» (Segatori).