Incontro con Antonio Avati. Modera Luca Martera
16 Maggio 2018 - 16 Maggio 2018
mercoledì 16
Il sogno americano degli Avati
ore 17.00 Dove comincia la notte di Maurizio Zaccaro (1991, 97′)
«Indagando sulle cause del suicidio del padre, coinvolto nella provincia americana in un affaire con una sedicenne, un giovane uomo (Gallop) fa riemergere i fantasmi inconsci dei suoi famigliari. Un pretesto giallo per uno psicodramma collettivo riuscito, dove tutto vacilla e si disfa in un’America che sembra la proiezione del sogno europeo fattosi incubo. Scritto da Pupi Avati e girato da Zaccaro in America, in inglese, durante le riprese e con la stessa troupe di Bix» (Mereghetti).
ore 19.00 La stanza accanto di Fabrizio Laurenti (1994, 92′)
«Martin Yakobowsky, legale in un grande studio di Chicago, per dirimere una vertenza testamentaria a vantaggio di una comunità polacca di Hamilton (che ha ereditato una miniera da un benefattore, Lowell) torna sui luoghi dell’infanzia, dove, con un ragazzo ritardato, Teddy Boleslaw, aiutava lo zio August, titolare di un macello, a scannare le bestie. Da tempo in cura psichiatrica per le allucinazioni e gli incubi di cui soffre, Martin, chiedendo di tornare nella vecchia ala dell’hotel Hurst, alloggia nella stanza accanto a quella che vide un orrendo delitto, in cui la sua ragazza Ketty venne barbaramente mutilata assieme a due fratelli, piazzisti di lingerie. Le allucinazioni, l’incontro nell’ospizio col vecchio zio August, l’ira del padre dei due fratelli che lo ritiene responsabile del delitto, portano Martin a chiedersi se non sia lui il colpevole» (cinematografo.it).
ore 20.45 Incontro moderato da Luca Martera con Antonio Avati
a seguireBix di Pupi Avati (1991, 117′)
«Per raccontare la leggenda di “Bix”, il jazzofilo Pupi Avati ha abbandonato la “sua” Romagna e si è trasferito nei luoghi dove Leon Beiderbecke visse nei primi decenni del secolo. Le scene che raccontano i rapporti tra Bix e la sua borghese famiglia si svolgono proprio nella casa che fu di suo padre; laddove è stato possibile, anche le strade e il locale di ritrovo sono stati ritrovati (o ricostruiti) come allora. Si respira una forte atmosfera di autenticità in questo film, che per struttura narrativa, taglio delle inquadrature (dominano le riprese dal basso), e ritmo narrativo non nasconde, però, mai la propria ambizione di trascendere il tono della biografia naturalisticamente veritiera per attingere al Mito» (A. Viganò).