«A Romolo Valli piaceva fare scherzi, pure sul palcoscenico; gli bastava fare una smorfia e mandava in tilt i comprimari. Riusciva a seminare il panico con niente -ricorda Anna Maria Guarnieri – era bravissimo, a volte gli spettacoli ne risentivano un po’, ma noi cercavamo di dominarci…».
Valli è stato l’anima e l’organizzatore della Compagnia dei Giovani, una delle formazioni più importanti del nostro teatro, protagonista di allestimenti epocali di Gigi di Colette, del Pirandello dei Sei personaggi, di La bugiarda di Fabbri, di Metti, una sera a cena di Patroni Griffi. È incredibile che la sua prima biografia esca solo a mezzo secolo dalla scomparsa (è morto il 1° febbraio 1980, in un incidente stradale): pubblicata da Edizioni Sabinae, Romolo Valli è una ricognizione puntuale della sua carriera artistica, scritta da Daniela Montemagno, già responsabile del Museo teatrale del Burcardo.
Rispunta così il sorriso sornione e felino dell’attore di Reggio Emilia, lanciato giovanissimo sul palcoscenico da un carattere spigliato e da un grande amore per la lettura. Della Compagnia dei Giovani (di cui avrebbe dovuto far parte anche Mastroianni, subito ingoiato dal cinema) con Valli furono membri Giorgio De Lullo, Rossella Falck, Elsa Albani, Anna Maria Guarnieri e, solo all’inizio, Tino Buazzelli. Figli artistici di Visconti, non rivoluzionarono nulla ma portarono in scena una piacevolezza e un’attenzione al testo esemplari.
Sul palcoscenico, Valli era lucido e insieme estroso, rigoroso eppure ironico, mai fanatico. […] Nella vita faceva coppia con De Lullo, in un connubio sentimentale non esibito ma comunque avanti nei tempi. I due vivevano apertamente insieme, in una villa sull’Appia antica; De Lullo era l’introverso e Valli il brillante, l’imitatore instancabile, il conversatore generoso e accattivante, il ghiottone che nascondeva sotto il letto i cibi proibiti per l’ulcera.
Ci fu anche cinema: lo spettatore lo ricorda soprattutto nel Gattopardo, con la tonaca inzaccherata di padre Pirrone, nel ruolo del rivoluzionario traditore di Giù la testa, e nel ributtante dirigente di Un borghese piccolo piccolo, che si raspa la testa a caccia di forfora. Nel libro della Montemagno spuntano dettagli inediti: Federico Fellini l’avrebbe voluto protagonista di Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di Boccaccio ’70. In appendice al volume, due lettere di Fellini dimostrano il suo imbarazzo nell’aver infine scelto Peppino De Filippo, del quale pur temeva che “porti la faccenda su dei toni troppo farseschi”; il gran riminese ribadisce che “tu eri (sei) l’interprete ideale del mio scherzetto cinematografico” e ammette di essersi arreso per stanchezza alle insistenze del produttore Rizzoli. Valli aveva già cominciato a studiare il personaggio del moralista ispirandosi a Giulio Andreotti; consapevole di aver perduto un’occasione irripetibile, si sentì tradito e spezzò per qualche tempo l’amicizia con il regista.
Valli scomparve pochi giorni prima del cinquantacinquesimo compleanno per un incidente d’auto, un misterioso schianto sull’Appia antica che lo uccise sul colpo; la mancanza di tracce di frenata fece allora parlare di suicidio e perfino di omicidio. Anche su questo, il libro della Montemagno getta qualche luce: la colpa fu quasi certamente di un malore conseguente alla sua ulcera. Amici e familiari gli avevano consigliato di risparmiarsi ma quella sera Valli, dopo aver recitato all’Eliseo in Prima del silenzio, aveva voluto fare un’apparizione in una discoteca su invito dell’amico Enrico Lucherini; alcuni testimoni lo ricordano pallido e stanco prima di rimettersi in macchina» (Alberto Anile, ‘Romolo Valli’, ritratto inedito di un grande attore affamato di vita, repubblica.it, lunedì 12 ottobre 2020).
ore 16.00 Il lavoro di Luchino Visconti, episodio di Boccaccio ’70 (1962, 46’)
Il conte Ottavio rimane coinvolto in uno scandalo di “squillo” e la moglie Pupe, per vendicarsi, chiede di essere pagata per ogni prestazione sessuale. Il denaro muove i fili delle relazioni sociali e anche familiari. Romy Schneider, al massimo del suo fulgore, duetta con il giovane e lanciatissimo Milian. Una curiosità: fra le letture di Pupe figura una copia (in tedesco) de Il Gattopardo, degno preludio al successivo capolavoro di Visconti. Romolo Valli interpreta l’avvocato Zacchi.
a seguire Guglielmo il dentone di Luigi Filippo D’Amico, episodio di I complessi (1965, 39’)
Guglielmo Bertone ha una dentatura terribile. Questo difetto fisico costituisce un grosso problema per la sua assunzione come lettore delle notizie al telegiornale della sera, nonostante la sua eccellente preparazione. La commissione cercherà ogni cavillo possibile per silurarlo, inutilmente. Romolo Valli interpreta padre Baldini, uno dei componenti della commissione.
ore 18.00 Incontro moderato da Caterina d’Amico, con Anita Bartolucci, Daniela Montemagno, Gabriele Tozzi, Dino Trappetti.
Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro di Daniela Montemagno, Romolo Valli, Edizioni Sabinae, 2020.