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Fuori dal coro: il cinema di Raffaele Andreassi
19 Gennaio 2016 - 19 Gennaio 2016
Nato nel 1924 a L’Aquila, cresciuto a Reggio Emilia, trasferitosi a Roma nell’immediato dopoguerra, Andreassi è un autore “isolato”, da scoprire. Oltre a un libro di poesie (Paesi del cuore, 1958) e all’attività di giornalista e di fotografo, ha realizzato, dal 1950, un centinaio fra cortometraggi e documentari, molti dei quali sull’arte. Per la televisione, oltre ad alcuni “caroselli”, ha diretto, fra il 1962 e il 1975, una trentina di servizi a carattere giornalistico e documentaristico. Per il cinema ha diretto Faccia da mascalzone, dai Racconti romani di Moravia, uno dei due episodi del film Hollywood sul Tevere (1955, ma uscito nelle sale e oggi introvabile). Del 1961 è il documentario di lungometraggio La nostra pelle, prodotto da Carlo Ponti e mai terminato. Nel 1963 realizza il film-inchiesta I piaceri proibiti (il cui titolo di lavorazione, cambiato per motivi commerciali, è L’amore povero), mentre del 1969 è il film di finzione Flashback, selezionato in concorso al festival di Cannes. Infine, nel 1999, porta a termine una sorta di summa della sua opera di documentarista d’arte, con risultati che vanno molto al di là delle premesse: I lupi dentro, tre ore sui pittori naïf della bassa padana, dove utilizza anche estratti di alcuni suoi cortometraggi degli anni Cinquanta e Sessanta. Il cinema di Raffaele Andreassi continua ad essere un oggetto misterioso e sconosciuto, nonostante l’evidente importanza storico-culturale e la rara intensità estetica che gli appartengono. L’intento della rassegna è riproporre per intero, con appuntamenti a scadenza mensile, tutti i lavori al momento proiettabili, conservati negli archivi della Cineteca Nazionale, dove è depositato il fondo del regista, della Cineteca di Bologna e dell’Archivio del Cinema d’Impresa di Ivrea.
 
ore 17.00 I lupi dentro diRaffaele Andreassi(1999, 180′)
«Ho realizzato e diretto il film I lupi dentro utilizzando una piccola troupe efficiente e funzionale. Con i miei collaboratori ho percorso un vasto territorio suggestivo e vari, delimitato dal fiume Po, tra le cittadine di Gualtieri, Guastalla, Reggiolo e Luzzara. […] Protagonisti del film sono artisti di ogni età, molti dei quali naïfs, cresciuti sulla scia di Antonio Ligabue. Altri “attori” sono contadini, girovaghi, vagabondi, visionari» (Andreassi).
 
ore 20.15 Presentazione della rassegna con Adriano Aprà, Fulvio Baglivi, Pilar Castel, Paola Scremin e Officina Filmclub
 
ore 21.00 Lo specchio, la tigre e la pianura di Raffaele Andreassi (1961, 17′)
«Il cortometraggio vuol raccontare la storia di un pittore folle, Ligabue, che vive vagabondando lungo le rive del Po. I suoi quadri suggestivi, la sua storia straordinaria formano un quadro di eccezionale interesse» (Andreassi).
 
a seguire Antonio Ligabue pittore di Raffaele Andreassi (1965, 24′)
«Il cortometraggio narra tre periodi della vita del naïf che in questi ultimi anni ha tanto fatto parlare di sé. Nella prima parte del cortometraggio vediamo il vagabondo “selvaggio” che erra per i boschi alla ricerca di animali e che si ammira ogni tanto in uno specchio che porta legato al collo. Nella seconda parte del cortometraggio assistiamo alla nascita di un “autoritratto” ed all’espediente a cui ricorre per non essere sempre solo. Nella terza e ultima parte del cortometraggio il Ligabue è ormai famoso e corteggia una domestica di trattoria. Egli gira la bassa Reggiana in una grossa automobile ed è accompagnato da un ex straccivendolo che è diventato il suo “autista-amministratore» (Andreassi).
 
a seguireIl vero naïf di Raffaele Andreassi (1977, 11′)
Montaggio fatto per la televisione con pezzi dei film precedenti.
 
a seguire Bruno Rovesti il pittore contadino di Raffaele Andreassi (1965, 11′)
«Bruno Rovesti vive a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, in una piccola casa colonica immersa nel verde della campagna. Bruno Rovesti è un pittore “candido”, un pittore primitivo che dipinge la natura, le stagioni, i paesi, gli uomini della sua contrada, adoperando un colore vivo, smaltato, piacevolissimo, un colore che rende appieno tutta l’innocenza delle immagini» (Andreassi).
 
a seguire Bruno Cassinari di Raffaele Andreassi (1970, 12′)
«Il documentario illustra la vita e le opere del pittore piacentino Bruno Cassinari che in questi ultimi anni ha raggiunto notorietà e quotazione. Il pittore vive e Milano in uno studio veramente suggestivo, dove lavora molte ore al giorno circondato dalle sue opere e dai ricordi ancora vivi dei suoi periodi migliori» (Andreassi).
 
a seguire Cassinari: magia del colore di Raffaele Andreassi (1984, 39′)
«Dalla finestra dello studio, posto nel cuore di Milano, ci accostiamo a Cassinari che sta lavorando a una “gouache”, seduto a un basso tavolo. Seguiamo il pittore in un percorso abituale per le strade del vecchio centro. Alterniamo periodi del suo lavoro mettendo in evidenza il suo interesse per il volto femminile, si sottolinea la magia del colore. Intervista con la moglie (Cassinari dipinge le figure femminili tutte con la fisionomia della moglie)» (Andreassi).
A cura di Adriano Aprà e Fulvio Baglivi
Date di programmazione