Home > CSC-Cineteca Nazionale. Gli eventi del week end: i restauri di “Salo'”, al cinema Trevi, e di “Tenderly” all’Auditorium Parco della Musica
CSC-Cineteca Nazionale. Gli eventi del week end: i restauri di “Salo'”, al cinema Trevi, e di “Tenderly” all’Auditorium Parco della Musica
06 Novembre 2015 - 06 Novembre 2015

Centro Sperimentale di Cinematografia – Newsletter – Template CT EVENTO

Il CSC-Cineteca Nazionale collabora al Premio Virna Lisi e presenta il restauro di “Tenderly” di Franco Brusati (1968)

Il film sarà proiettato l’8 novembre alle 20.30 presso l’Auditorium Parco della Musica, subito dopo la consegna del premio, che quest’anno va a Margherita Buy.
Si colloca tra la Festa di Roma e il Roma Fiction Fest, l’8 novembre, giorno del compleanno della grande attrice, il Premio Virna Lisi, voluto da Corrado Pesci, figlio di Virna Lisi, e realizzato con la collaborazione di Emiliano Morreale, Conservatore della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, del produttore e amico Alberto Tarallo, di Piera Detassis, Enrico Lucherini e Stefania Graziosi.

Il premio, istitutito per ricordare l’attrice e per sottolineare il valore della tradizione recitativa italiana, va, in questa sua prima edizione, a Margherita Buy.

 
Per l’occasione la Cineteca Nazionale ha proposto e realizzato il restauro di Tenderly di Franco Brusati (1968), in cui Virna Lisi è Jolanda, nata libera, naturalmente incline all’anarchia. Un pop-sixties poco italiano, sulla scia delle commedie degli Hawks, dei Cukor, dei Preston Sturges.

Il film sarà proiettato l’8 novembre alle 20.30 presso l’Auditorium Parco della Musica, subito dopo la consegna del premio.

 

 

Venerdi’ 6 novembre alle 21.00, al cinema Trevi, “Salo’ o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini in versione restaurata

Il restauro, promosso da Cineteca di Bologna e CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Alberto Grimaldi, e’ vincitore del Leone d’oro per il miglior film restaurato dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia.
Salò o le 120 giornate di Sodoma fu presentato in anteprima a Parigi il 22 novembre del 1975, tre settimane dopo la morte del regista. Pasolini fu ucciso subito dopo le riprese del film, prima di poter ultimare il montaggio. Il film uscì sul mercato italiano nel gennaio 1976 e venne subito sequestrato. Le sue traversie giudiziarie – dall’imputazione di oscenità a quella di corruzione di minori – durarono a fasi alterne fino al 1978. Durante la lavorazione di Salò o le 120 giornate di Sodoma, Pasolini spiegò a più riprese il progetto di un’opera così geometricamente crudele, violenta, ma anche così enigmatica come un «mistero medievale» ben lontano cioè dai suoi film precedenti e specialmente dalla Trilogia della vita. Il 25 marzo del ’75, in un’autointervista sul «Corriere della Sera», Pasolini scriveva: «Le mie Centoventi giornate di Sodoma si svolgono a Salò nel 1944, e a Marzabotto. Ho preso a simbolo di quel potere che trasforma gli individui in oggetti […] il potere fascista e nella fattispecie il potere repubblichino. Ma, appunto, si tratta di un simbolo. […] Nel potere – in qualsiasi potere, legislativo e esecutivo – c’è qualcosa di belluino. Nel suo codice e nella sua prassi, infatti, altro non si fa che sancire e rendere attualizzabile la più primordiale e cieca violenza dei forti contro i deboli: cioè, diciamolo ancora una volta, degli sfruttatori contro gli sfruttati. […] I potenti di De Sade non fanno altro che scrivere Regolamenti e regolarmente applicarli». L’ultimo film di Pasolini infatti rovescia la gioia della Trilogia della vita in una agghiacciante parabola di morte dove il sesso diventa semplice sopraffazione e i corpi degradati a oggetti da studiare e distruggere. Insostenibile per la maggior parte degli spettatori, come per l’amico e scrittore Leonardo Sciascia che confessava di aver visto il film soffrendo come un dannato, Salò, definito da Alberto Moravia «elegante, lucido e al tempo stesso fantastico e funebre», è un coraggioso tentativo di rappresentare tutto ciò che viene rimosso dalla società. Scriveva Serge Daney sul film che «l’atroce, non è soltanto ciò che è raggelato nelle inquadrature (torture, coprofilia), è il carattere traumatico di queste inquadrature, poiché nulla permette di prevederle».
 

Il restauro è stato promosso dalla Cineteca di Bologna e dal CSC – Cineteca Nazionale, in collaborazione con Alberto Grimaldi. La Cineteca Nazionale ha messo a disposizione i materiali del film, tra cui il negativo che è servito da base per il restauro. Il premio è stato assegnato da una giuria presieduta dal regista Francesco Patierno e composta da 26 laureandi in storia del cinema.

 

 

Cineteca Nazionale. La programmazione al cinema Trevi novembre 2015

Questo mese retrospettiva completa Pier Paolo Pasolini, il cinema di Michal Waszynski, di Krzysztof Zanussi, di Ferzan Ozpetek, Ricordo di Nelo Risi, Effetti speciali: Andrea Conticelli, (In)visibile italiano: Amasi Damiani, gli 80 anni del Centro Sperimentale di Cinematografia (prima parte), cinema e psicanalisi, cinema muto con accompagnamento musicale dal vivo, il cinema di Philip Groening, presentazione della rivista 8½, festival Il Gusto della Memoria e molti incontri con autori.

01.11.2015 – 06.11.2015

A quarant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini (2 novembre 1975), la Cineteca Nazionale omaggia il grande artista attraverso la proiezione di tutti i suoi film, inclusi i cortometraggi.
02.11.2015
In ricordo di Pasolini, incontro con Alfonso Berardinelli, Goffredo Fofi,
Franco Grattarola. Modera Emiliano Morreale
Nell’ambito della retrospettiva completa dedicata a Pasolini.
A seguire “Sopraluoghi in Palestina” (1964) e “Comizi d’amore” (1965).
 

07.11.2015 – 08.11.2015

Il festival Il Gusto della Memoria si svolgerà quest’anno intorno al tema
“The Story from below – La storia dal basso”. 

10.11.2015

Con la sezione “Anniversari. A 50 anni da…”, la rivista “8½ Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano”, diretta da Gianni Canova e pubblicata da Istituto Luce Cinecittà, ha scelto di riconsiderare alcuni film significativi del nostro cinema.

10.11.2015 ore 21.00

Incontro con Gianni Canova e Anton Giulio Mancino.
Modera Emiliano Morreale
Nel corso dell’incontro verranno presenti i numeri 20 e 22 della rivista “8½ Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano”. A seguire “I pugni in tasca” di Marco Bellocchio (1965, 109′).
 
 
11.11.2015 – 12.11.2015
È scomparso a settembre Nelo Risi, poeta e regista, uno dei pochi artisti italiani capaci di coniugare versi e immagini.
 

13.11.2015

Terzo appuntamento dei critici italiani con il mondo “fantasmagorico” degli effetti speciali digitali di casa nostra.

alle 21.00
Incontro con Andrea Conticelli.
Modera Claver Salizzato

 a seguire Sin Face – Il volto del male di Andrea Conticelli (2015, 90′)

14.11.2015 – 15.11.2015
(In)visibile italiano: Amasi Damiani

Regista di cinema e teatro, sceneggiatore, scrittore, livornese colto e brillante,
Amasi Damiani ha spaziato in tutti i generi cinematografici.

14.11.2015 ore 20.45 
Incontro con Amasi Damiani. Modera Marco Giusti

A seguire “senzAmori” (2015, 90′)
 

17.11.2015

Michal Waszynski è forse il regista polacco più popolare del periodo tra le due guerre mondiali.

alle 18.00
Incontro con Francesco Cottafavi, Elwira Niewiera, Piotr Rosolowski e Simone Starace. Modera Emiliano Morreale

L’incontro è in programma per la giornata dedicata a Michal Waszynski. A seguire “La grande strada. L’odissea di Montecassino” (1948, 90′).

18.11.2015 – 19.11.2015

La rassegna, a cura di Emma Neri, è organizzata dall’Istituto Polacco di Roma in collaborazione con la Cineteca Nazionale e lo Studio TOR, nell’ambito del CiakPolska Film Festival.
18.11.2015 ore 19.00
Masterclass con Krzysztof Zanussi. Conduce Emma Neri
A seguire “Obce cialo” di Krzysztof Zanussi (Corpo estraneo, 2014, 107′),
versione originale con sottotitoli italiani.
La Cineteca Nazionale non poteva esimersi dal riproporre il film tv “I ragazzi di celluloide” di Sergio Sollima, rievocazione degli anni al Centro Sperimentale di un gruppo di futuri registi e intellettuali.

21.11.2015

Gli incontri della rassegna sono introdotti e coordinati da Fabio Castriota, Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana.

alle 20.30
Incontro con Alfredo Baldi e Antonio Buonanno.
Modera Fabio Castriota

L’incontro fa parte della serie di Cinema e psicoanalisi dedicata quest’anno al tema della precarietà. A seguire “Cresceranno i carciofi a Mimongo” di Fulvio Ottaviano (1996, 80′)

22.11.2015 – 26.11.2015

«Ferzan è stato insieme testimone e artefice, in un’identificazione artista/quartiere paragonabile, absit iniura, a quel che Fellini combinò con via Veneto negli anni ’60» (Alberto Crespi)

26.11.2015
ore 19.00
Incontro con Ferzan Ozpetek.
Modera Laura Delli Colli
A seguire “Magnifica presenza” (2011, 105′) e
“Allacciate le cinture” (2014, 110′).

22.11.2015

Questo mese il maestro Antonio Coppola accompagna dal vivo al pianoforte le immagini di “Pinocchio” di Giulio Antamoro (1911).

27.11.2015 – 29.11.2015

Blue Desk porta a Roma, in collaborazione con Cineteca Nazionale, Goethe Institut, Fondazione Cinema per Roma e Casa del Cinema la retrospettiva completa su uno dei più interessanti cineasti contemporanei, Philip Groening.

27 e 28.11.2015 alle ore 20.00  e 29.11.2015 alle ore 18.00
Tre incontri con il regista. Modera Mario Sesti

 
 

E’ iniziata, al Palazzo delle Esposizioni, la rassegna “A qualcuno piace classico”, arrivata alla sua 5a edizione

La rassegna, promossa da CSC – Cineteca Nazionale, Azienda Speciale Palaexpo e Ass. Cult. La Farfalla sul Mirino, apre il 27 ottobre con “L’orribile verita’” di Leo McCarey e prosegue fino al 31 maqggio 2016.
Giunto ormai alla quinta edizione e accolto da un immutato successo, si rinnova l’appuntamento con A QUALCUNO PIACE CLASSICO, la rassegna di capolavori della storia del cinema che in questi anni ha fatto la gioia dei cinefili romani. Come ogni anno sarà possibile riscoprire sul grande schermo alcune pietre miliari della settima arte, presentate esclusivamente in pellicola 35mm, formato tuttora insostituibile per vivere al meglio l’esperienza del cinema del passato. Si parte con una delle più scatenate “screwball comedy” di sempre,L’orribile verità di Leo McCarey, sorretto dalla fenomenale coppia Cary Grant e Irene Dunne, e ritroviamo la Hollywood dei tempi d’oro anche nei film di maestri come John Ford (Il prigioniero dell’isola degli squali), Joseph L. Mankiewicz (Lettera a tre mogli), Rouben Mamoulian (Il segno di Zorro), Charlie Chaplin (Luci della ribalta), senza dimenticare un giovane Orson Welles protagonista con Joan Fontaine de La porta proibita, tratto da Jane Eyre. Il mappamondo del grande cinema include quest’anno la Spagna del leggendario Lo spirito dell’alveare di Victor Erice, la Russia di Solaris, tra i massimi capolavori di Tarkovskij (presentato nella versione originale integrale), e l’Ungheria di Silenzio e grido, tra le vette dell’arte di Miklós Jancsó. Arrivano invece dall’Inghilterra Figli e amanti di Jack Cardiff e I misteri del giardino di Compton House, clamoroso esordio di Peter Greenaway, nonché Cul de sac, firmato dal genio apolide di Roman Polanski. Un Melville inusuale (Leon Morin prete) e un Resnais d’annata (Mon oncle d’Amerique, Grand Prix a Cannes) portano la bandiera francese, mentre per l’Italia è in programma Umberto D., capolavoro della maturità di De Sica che completa questo viaggio entusiasmante, impossibile da mancare per ogni amante del grande cinema.
 
 
Martedì 27 ottobre, ore 21.00
L’ORRIBILE VERITÀ
(The Awful Truth, Usa 1937)
di Leo McCarey, con Cary Grant, Irene Dunne, Ralph Bellamy
b/n, durata: 91′, 35mm VO sott. italiani
Jerry e Lucy sono una coppia affiatata dell’alta società newyorkese, ma il sospetto di reciproche infedeltà li spinge a chiedere il divorzio. In attesa della sentenza definitiva, però, non riescono a evitare di frequentarsi, finché, dopo una serie di equivoci, torneranno l’uno nelle braccia dell’altra. Commedia capolavoro della Hollywood classica, grazie a un ritmo infallibile, una regia perfetta (premiata con l’Oscar) e un miracoloso equilibrio tra divertimento, cattiveria e romanticismo.
 
Martedì 17 novembre, ore 21.00
I MISTERI DEL GIARDINO DI COMPTON HOUSE
(The Draughtsman’s Contract, Gb 1982)
di Peter Greenaway, con Anthony Higgins, Janet Suzman, Anne-Louise Lambert
colore, durata: 108′, 35mm versione italiana
Un pittore riceve dalla nobile Lady Herbert l’incarico di eseguire 12 disegni della sua villa nella campagna inglese, con la clausola che alla consegna di ciascun disegno la donna gli si concederà. Quando però nel paesaggio cominciano a comparire sinistri indizi di un delitto, il pittore arriva a temere per la sua stessa vita. Sensazionale debutto di Greenaway, che unisce raffinatezza e crudeltà, sesso e politica, cinema e pittura in un mix irresistibile. Celebri le musiche di Nyman.
 
Martedì 1° dicembre, ore 21.00
LO SPIRITO DELL’ALVEARE
(El espíritu de la colmena, Spagna 1973)
di Víctor Erice, con Fernando Fernán Gómez, Teresa Gimpera, Ana Torrent
colore, durata: 97′, 35mm versione italiana
Ana è una ragazzina introversa e sognatrice, che vive in un paesino della Spagna franchista del 1940. La visione del film Frankenstein colpisce la sua fantasia al punto che quando incontra un soldato repubblicano ferito lo scambia per il mostro e decide di aiutarlo a nascondersi. Regista leggendario, benché autore di soli tre film, Erice firma uno dei più suggestivi film sull’infanzia mai realizzati, un’opera semplice e complessa al tempo stesso che lascia un segno indelebile.
 
Martedì 15 dicembre, ore 21.00
LUCI DELLA RIBALTA
(Limelight, Usa 1952)
di Charles Chaplin, con Charles Chaplin, Claire Bloom, Buster Keaton
b/n, durata: 137′, 35mm versione italiana
Nella Londra degli anni dieci, un vecchio clown salva dal suicidio una ballerina, riuscendo a ridarle fiducia nella vita e nell’arte e trasformandola in una stella. Canto del cigno di Chaplin e suo ultimo film americano primadell’esilio, Luci della ribalta commosse il mondo e tuttora resta una parabola straordinaria sull’altruismo, il coraggio e la fiducia nell’umanità. Indimenticabile la sequenza finale, in cui per la prima e ultima volta Chaplin divide la scena con Buster Keaton.
 
Martedì 12 gennaio, ore 21.00
CUL DE SAC
(Cul-de-sac, GB 1966)
di Roman Polanski, con Donald Pleasence, Françoise Dorléac, Lionel Stander
b/n, durata: 113′, 35mm VO sott. italiani
George e la giovane moglie Teresa vivono in un castello su un’isola dove non succede mai nulla. La routine si interrompe con l’arrivo di Dick e Albert, due gangster in fuga: Albert muore e Dick prende in ostaggio i due coniugi, dando il via a un surreale rapporto a tre. Commedia nera imprevedibile e corrosiva, che Polanski orchestra con maestria divertendosi a spiazzare di continuo lo spettatore, anche grazie alla complicità di un cast superbo. Orso d’Oro a Berlino.
 
Martedì 26 gennaio, ore 21.00
LETTERA A TRE MOGLI
(A Letter to Three Wives, Usa 1949)
di Joseph L. Mankiewicz, con Jeanne Crain, Linda Darnell, Ann Sothern, Kirk Douglas
b/n, durata: 103′, 35mm versione italiana
Durante un picnic di beneficenza, tre donne sposate ricevono una lettera dalla loro migliore amica, che annuncia che lascerà la città insieme a uno dei loro mariti. Il messaggio getta le tre nel panico, costringendole a rimettere in discussione tutta loro vita coniugale. “Brillante, intelligente, quasi diabolico per precisione, abilità e sapienza“, scriveva giustamente Truffaut di Mankiewicz, qui al suo meglio per una delle sue commedie più celebri, che gli valse ben due Oscar.
 
Martedì 9 febbraio, ore 21.00
MON ONCLE D’AMÉRIQUE
(Mon oncle d’Amérique, Francia 1980)
di Alain Resnais, con Gérard Depardieu, Nicole Garcia, Roger Pierre
colore, durata: 125′, 35mm versione italiana
Le vicende di tre personaggi sono raccontate alla luce delle teorie comportamentali di Henri Laborit, che compare nel film nel ruolo di se stesso. L’incontro tra il biologo francese e lo spirito razionalista e ironico di Resnais dà vita a un film unico nel suo genere, sospeso tra saggio e finzione, impegno scientifico e gusto del romanzesco. All’epoca fu un caso (Grand Prix a Cannes, candidatura all’Oscar), tuttora rimane una delle prove più affascinanti e originali del regista.
 
Martedì 23 febbraio, ore 21.00
UMBERTO D.
(Italia 1952)
di Vittorio De Sica, con Carlo Battisti, Maria Pia Casilio
b/n, durata: 89′, 35mm
Un anziano impiegato ministeriale in pensione si ritrova solo e in gravi difficoltà economiche. Le sue uniche consolazioni sono l’amicizia di un cagnolino e della giovane domestica dello stabile in cui vive e da dove sta per essere sfrattato. Capolavoro della coppia De Sica e Zavattini e dell’intera storia del cinema italiano, Umberto D. segna un punto d’arrivo definitivo dell’estetica (e dell’etica) neorealista, sia in termini di denuncia sociale che di dolenteumanità dello sguardo.
 
Martedì 8 marzo, ore 21.00
LA PORTA PROIBITA
(Jane Eyre, Usa 1943)
di Robert Stevenson, con Orson Welles, Joan Fontaine
b/n, durata: 97′, 35mm VO sott. italiani
Tratto dal celebre romanzo di Charlotte Brontë, il film racconta la storia di Jane Eyre, dall’infanzia senza genitori all’incontro con l’aristocratico Rochester, che l’assume come istitutrice: presto tra i due nasce l’amore, ma l’uomo nasconde un terribile segreto. Basterebbero la prova perfetta di Orson Welles e Joan Fontaine, lo script di Aldous Huxley e le musiche di Bernard Herrmann a decretare questa versione del romanzo l’unica davvero imperdibile tra le tante realizzate.
 
Martedì 22 marzo, ore 21.00
SILENZIO E GRIDO
(Csend és kiáltás, Ungheria 1968)
di Miklós Jancsó, con Mari Töröcsik, József Madaras, Zoltán Latinovits
b/n, durata: 76′, 35mm versione italiana
Ungheria, 1919: cade la Repubblica di Béla Kun e mentre il paese è scosso dalla repressione un rivoluzionario si nasconde nella casa di un umile contadino. Presto, però, i suoi rapporti con la famiglia dell’uomo finiranno per degenerare in una spirale di gelosie e sospetti. Maestro indiscusso della nouvelle vague ungherese, Jancsó firma uno dei suoi film migliori, una riflessione radicale sul potere condotta con uno stile che Wajda arrivò a definire “lo sguardo di un dio“.
 
Martedì 5 aprile, ore 21.00
IL SEGNO DI ZORRO
(The Mark of Zorro, Usa 1940)
di Rouben Mamoulian, con Tyrone Power, Linda Darnell, Basil Rathbone
b/n, durata: 94′, 35mm versione italiana
Per liberare la sua terra da un governatore tiranno, Diego de la Vega conduce una doppia vita trasformandosi di notte in Zorro, un eroe mascherato al servizio del popolo. La capacità di sedurre della Hollywood classica è ai suoi massimi in questa pietra miliare del genere cappa e spada: il ritmo trascinante, la regia raffinatissima, il carisma degli interpreti, una gustosa ironia di fondo, testimoniano ancora una volta una stagione irripetibile in cui arte e intrattenimento erano tutt’uno.
 
Martedì 19 aprile, ore 21.00
SOLARIS
(Solyaris, Urss 1972)
di Andrej Tarkovskij, con Natalya Bondarchiuk, Donatas Banionis
colore, durata: 165′, 35mm VO sott. italiani
Sulla stazione orbitante attorno al pianeta Solaris uno scienziato si è suicidato e altri due danno segni di squilibrio mentale. Lo psicologo che viene inviato per indagare l’accaduto scoprirà la sconcertante capacità di Solaris di materializzare la memoria e l’inconscio umani. Opera visionaria divenuta oggetto di culto, “ha un potere ipnotico che inchioda lo spettatore allo schermo con immagini che non si erano mai viste nel cinema” (Morandini). Presentato in versione integrale.
 
Martedì 3 maggio, ore 21.00
IL PRIGIONIERO DELL’ISOLA DEGLI SQUALI
(The Prisoner of Shark Island, Usa 1936)
di John Ford, con Warner Baxter, Gloria Stuart
b/n, durata: 96′, 35mm versione italiana
Benché innocente, un medico viene condannato all’ergastolo per l’omicidio di Lincoln e relegato in una prigione su un’isola sperduta. Quando però un’epidemia di febbre gialla inizia a mietere vittime, riuscirà a riconquistare la libertà salvando detenuti e guardiani. Tratto da una storia vera e tra i titoli meno noti del regista, è in realtà un grande Ford d’annata, in cui si fondono alla perfezione epica e quotidianità, vigore e commozione, senso della giustizia e culto del coraggio.
 
Martedì 17 maggio, ore 21.00
FIGLI E AMANTI
(Sons and Lovers, Gb 1960)
di Jack Cardiff, con Trevor Howard, Dean Stockwell, Wendy Hiller
b/n, durata: 103′, 35mm VO sott. italiani
Figlio di un minatore rozzo e violento, Paul è cresciuto a stretto contatto con la madre, la cui gelosia gli impedisce di avere relazioni con altre donne. Sarà una collega sposata a guidarlo verso l’età adulta, stravolgendo però il fragile equilibrio della famiglia. Adattamento riuscito e appassionante del capolavoro di D.H. Lawrence, con un cast d’eccezione (incluso un giovanissimo Dean Stockwell) e la stupefacente fotografia di Freddie Francis, che si aggiudicò un Oscar.
 
Martedì 31 maggio, ore 21.00
LEON MORIN PRETE
(Léon Morin, prêtre, Francia 1961)
di Jean-Pierre Melville, con Jean-Paul Belmondo, Emmanuelle Riva
b/n, durata: 130′, 35mm versione italiana
A Besançon, durante l’occupazione tedesca, una giovane vedova, ebrea e comunista, entra in una chiesa per confessarsi, anche se il vero intento è quello di provocare il giovane sacerdote. Quest’ultimo, però, riesce a instaurare un dialogo con la donna, che finirà per innamorarsene. Un film apparentemente atipico per Melville e Belmondo, che, in un’epoca difficile, riusciva a interrogarsi sui rapporti tra fede e laicismo con un coinvolgimento e una sensibilità straordinari
 
 
Palazzo delle Esposizioni – Sala Cinema
scalinata di via Milano 9 a, Roma
INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI
I posti verranno assegnati a partire da un’ora prima dell’inizio di ogni proiezione
Possibilità di prenotare riservata ai soli possessori della membership card
L’ingresso non sarà consentito a evento iniziato
 
www.palazzoesposizioni.it
www.fondazionecsc.it
www.lafarfallasulmirino.it
www.facebook.com/aclfsm
 
 

 

Date di programmazione