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Cinema Trevi: Barbara Steele, la regina del gotico
21 Giugno 2009 - 21 Giugno 2009
Figlia di una pianista e di un direttore d’azienda, Barbara studia scenografia, pittura e teatro alla Chelsea Art School della London University e alla Sorbona. Esordisce come attrice, sostituendo un’altra interprete su un palco di Glasgow. Dopo piccoli ruoli, lavorando qualche volta anche come modella, appare in alcune commedie cinematografiche come Uno straniero a Cambridge (1958) di Wolf Rilla. Decide di andare a Hollywood, ma il vero successo lo trova in Italia grazie all’allora esordiente Mario Bava che per La maschera del demonio le cucì addosso il duplice ruolo di una strega e di una sua discendente. Viene poi affiancata a Vincent Price per Il pozzo e il pendolo (1961) di Roger Corman e dopo una piccola parte nel serial televisivo Alfred Hitchcock presenta…, torna in Italia diventando la regina incontrastata del gotico italiano recitando in film di grande successo che diventeranno nel tempo dei veri e propri cult: da L’orribile segreto del Dottor Hichcock di Riccardo Freda a Danza macabraI lunghi capelli della morte di Antonio Margheriti, senza dimenticare Amanti dell’oltretomba e Un angelo per Satana di Mario Caiano. Ma Barbara ha recitato anche in pregevoli pellicole non necessariamente di genere: in Un tentativo sentimentale (1963) e ne Le voci bianche (1964) entrambi diretti da Massimo Franciosa e Pasquale Festa Campanile. Federico Fellini le affida il ruolo di Gloria Morin, che schiavizza Mario Pisu e incanta Marcello Mastroianni, nel capolavoro 8 ½ (1963). Recita pure per Luciano Salce a fianco di Ugo Tognazzi ne Le ore dell’amore (1963) e per Lucio Fulci nel comico I maniaci (1964). Nel 1965 è nel cast della rivisitazione sofferta e attuale del grande romanzo di Robert Musil I turbamenti del giovane Törless (1965) di Volker Schlöndorff e nel film culto L’armata di Brancaleone (1966) di Mario Monicelli. L’ultimo suo film girato in Italia è il curioso Fermate il mondo… voglio scendere (1969) di Giancarlo Cobelli. Poi l’attrice lavorerà soprattutto in America con film come Femmine in gabbia (1974) di Jonathan Demme, Il demone sotto la pelle (1975) di David Cronenberg, Piranha (1978) di Joe Dante. Negli anni Ottanta si ritira dagli schermi per dedicarsi alla produzione soprattutto televisiva, non senza concedersi di tanto in tanto qualche apparizione in una fiction televisiva o in qualche pellicola cinematografica. Tim Burton la definisce come «una di quelle attrici che non si dimenticano, è una dea dell’horror, è un’attrice senza tempo, che sembra possedere uno spirito antico reincarnato milioni di volte in sembianze sempre diverse». Roger Corman che la ricorda come «una persona profonda, all’inizio sembrava soltanto una bella donna, poi potrei addirittura sconfinare nella poesia: nei suoi occhi si potevano scorgere delle qualità che andavano ben al di là delle apparenze. Una donna molto misteriosa e inquietante». Joe Dante ha dichiarato che l’attrice «è stata protagonista di molti film nonostante fossero proiettati in cinema popolari come i drive-in, spesso in doppia programmazione, erano sicuramente più audaci dei film americani che giravano a quel tempo. Anche se la maggior parte fu rieditata prima di raggiungere il mercato americano, i film contenevano più di un’allusione alla necrofilia e all’omosessualità femminile, interpretava sempre il ruolo di una strega sexy. Negli anni settanta, Barbara lavorò oltre che con me, con registi del calibro di Cronenberg e di […] Demme. La scelta di averla nel cast fu fatta perché l’avevamo vista nei film della nostra adolescenza e al contrario di altri attori della sua generazione era rimasta impressa in maniera indelebile nei nostri ricordi».
 
ore 17.00
5 tombe per un medium (1965)
Regia: Ralph Zucker; soggetto e sceneggiatura: Roberto Natale, Romano Migliorini; fotografia: Charles Brown [Carlo Di Palma]; musica: Aldo Piga; interpreti: Barbara Steele, Walter Brandi, Marylin Mitchell [Mirella Maravidi], Alfred Rice [Alfredo Rizzo], Richard Garrett [Riccardo Garrone], Alan Collins [Luciano Pigozzi]; origine: Italia; produzione: M.B.S. Cinematografica, G.I.A. Società Cinematografica; durata: 87′
«Girato da Massimo Pupillo a causa di un contratto che lo legava alla MBC per due film, 5 tombe per un medium è accreditato per volere dello stesso regista al produttore Ralph Zucker […]. Storia di fantasmi e di vendetta, di tradimenti e pratiche esoteriche: le cinque tombe del titolo sarebbero quelle dei testimoni della morte violenta del dottor Jeronimus, destinati a soccombere uno dopo l’altro in maniera misteriosa» (Giacomo Calzoni). Film di culto, come altri diretti da Massimo Pupillo (su tutti, Il boia scarlatto), in cui risalta il fascino perverso di Barbara Steele. «I miei rapporti con lei furono pessimi per i primi tre giorni. Il suo atteggiamento fu, in quell’occasione, ributtante; cioè, lei era l’attrice che si degnava di fare un horror. Al quarto giorno mi sono girate le pa…lpebre, l’ho affrontata davanti a tutti e le ho detto che era stata chiamata per fare un horror, aveva letto la sceneggiatura, aveva accettato, aveva firmato il contratto e quindi io mi aspettavo da lei la massima collaborazione. Dopo questa sparata, fatta non col tono calmo di come la racconto, Barbara Steele è stata adorabile per tutto il resto del film» (Pupillo).
 
ore 19.00
Danza macabra (1964)
Regia: Anthony Dawson [Antonio Margheriti]; soggetto: da un racconto di Edgar Allan Poe; sceneggiatura: Jean Grimaud [Gianni Grimaldi], Gordon Wiles jr. [Bruno Corbucci]; fotografia: Richard Cramer [Riccardo Pallottini]; musica: Riz Ortolani; montaggio: Otello Colangeli; interpreti: Barbara Steele, Georges Rivière, Margaret Robsham, Montgomery Glenn [Silvano Tranquilli], Henry Kruger [Umberto Raho], Raoul H. Newman; produzione: Vulsinia Film; origine: Italia; durata: 90′
Edgar Allan Poe non si considera un romanziere, quanto un cronista. Le vicende che racconta non sono frutto di fantasia, ma fatti realmente accaduti. Da questo assunto comincia l’avventura di Alain Foster, un giornalista giunto nella provincia per intervistare il celebre scrittore. Per orgoglio e scetticismo accetta la sfida di trascorrere la notte del 2 novembre (il giorno dei morti) nel castello abbandonato di Lord Blackwood. «Uno dei migliori gotici italiani dell’epoca, dove l’eleganza classica della messa in scena (con una prodigiosa fotografia contrastata di Riccardo Pallottini e abbondanza di piani-sequenza) fonde il romanticismo macabro con temi sottilmente morbosi, creando un clima sinuoso e suggestivo, senza il lieto fine d’obbligo» (Mereghetti).
Vietato ai minori di anni 18
 
ore 20.45
L’orribile segreto del Dr. Hichcock (1962)
Regia: Robert Hampton [Riccardo Freda]; soggetto e sceneggiatura: Julian Berry [Ernesto Gastaldi]; fotografia: Donald Green [Raffaele Masciocchi]; musica: Roman Vlad; montaggio: Donna Christie [Ornella Micheli]; interpreti: Barbara Steele, Robert Flemyng, Montgomery Glenn [Silvano Tranquilli], Teresa Fitzgerald [Maria Teresa Vianello], Harriet White, Spencer Williams; origine: Italia; produzione: Panda Cinematografica; durata: 94′
«L’orribile segreto del Dr. Hichcock venne girato in soli dodici giorni nell’aprile del 1962 tutto in una villa abbandonata ai Parioli. La necessità (economica) di realizzare un intero film all’interno di una grande villa e in un tempo così ridotto ha dato modo a Freda di sfruttare al meglio gli elementi del gotico, improvvisando catacombe, passaggi segreti e morgue […]. La casa stessa è una cripta, dentro la quale si celebra il fascino per la morte. L’orrore del dr. Hichcock, o meglio il suo “orribile” segreto, sta proprio qui: nell’attrazione morbosa che cova nei confronti di un corpo (di donna) inanimato. […] Barbara Steele perde completamente il fascino ambiguo che Mario Bava le aveva cucito addosso in La maschera del demonio (1960) e incarna una figura più consona alle eroine del genere. È la vittima sacrificale, la fanciulla in pericolo intrappolata per sempre nelle catacombe della villa (magari chiusa in una bara sul cui coperchio è ricavato un oblò) e nella mente del marito» (Gomarasca).
Copia proveniente dalla Cineteca Griffith di Genova – Vietato ai minori di anni 14 – Ingresso gratuito
 
lunedì 22
chiuso
 

 

 

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