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Cinema e psicanalisi: Un mondo precario
21 Novembre 2015 - 21 Novembre 2015
Cinema e Psicoanalisi hanno diversi punti in comune: nati e sviluppatisi nello stesso periodo storico, hanno continuato ad influenzare, con la propria ricerca, la cultura e l’arte da versanti diversi. Partendo da un incontro fecondo d’interessi, la Società Psicoanalitica Italiana e il Centro Sperimentale di Cinematografia hanno da alcuni anni avviato delle iniziative comuni, tra cui il ciclo “Cinema e psicoanalisi”, articolato con delle proiezioni mensili al Cinema Trevi, giunto alla quinta edizione. Il tema della programmazione 2015 è un argomento di drammatica attualità: la precarietà. La psicoanalisi se, da un lato, si è sviluppata partendo dallo studio dei processi psichici che strutturano la nostra vita mentale, d’altra parte ci interroga anche su come certe condizioni di disagio, anche esterno, finiscono per interagire con i nostri livelli più profondi in un rimando tra realtà interna e mondo reale. Con tali presupposti il tema della precarietà verrà affrontato nei diversi terreni in cui emerge, come la vecchiaia, la sessualità, la malattia, l’adolescenza, ma anche nelle situazioni sociali legate alle difficoltà nel mondo del lavoro e in quello dei migranti. Parteciperanno agli incontri (introdotti e coordinati da Fabio Castriota, Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana) registi, critici e psicoanalisti.
 
ore 17.00 Roma ore 11 di Giuseppe De Santis (1952, 98′)
Richiamate dall’offerta di un posto di lavoro come dattilografa, letta su un annuncio economico, alcune centinaia di ragazze accorrono da tutti i punti di Roma alla sede della ditta in cerca di personale. L’attesa dura diverse ore e le ragazze si affollano sulla scala. Ad un certo punto una delle ragazze tenta di passare avanti alle altre con uno stratagemma. Questo provoca nel gruppo una violenta agitazione e la scala, non resistendo all’insolita pressione, crolla trascinando con sé le ragazze. Molte riportano contusioni, alcune sono ferite leggermente, altre gravemente, mentre una, malgrado il pronto intervento chirurgico, muore. Lo sfortunato incidente avrà per le singole concorrenti conseguenze diverse. «Il film si rifà a un fatto di cronaca realmente accaduto; ma va oltre la cronaca. Nel rielaborare la realtà, De Santis ha però talvolta forzato la realtà stessa, tanto che si può parlare, come qualcuno ha fatto, di “più che neorealismo”. Trovandosi di fronte a un materiale così ampio e carico di significati, dovendo tipicizzare un folto numero di figure, questa tipicizzazione e questi significati spesso rimangono nell’ambito dello schematismo critico […]. Malgrado queste limitazioni rimane la qualità sociale dell’opera e non soltanto sociale. Roma ore 11 segna un passo avanti di De Santis, un suo progresso spirituale» (Guido Aristarco). Con Lucia Bosé, Carla Del Poggio, Maria Grazia Francia, Delia Scala, Elena Varzi, Lea Padovani.
 
ore 19.00 Il posto di Ermanno Olmi (1961, 93′)
Domenico, un ragazzo della Brianza, lascia il suo paese per andare a cercare a Milano un posto fisso in una grande azienda. Si presenta all’esame di assunzione e, durante la pausa pranzo, conosce una ragazza, Antonietta, anche lei in cerca di un posto. I due, dopo una serie di esami, vengono assunti, ma in reparti diversi. I sentimenti dei due giovani verranno messi a dura prova dai tempi tirannici della fabbrica e dalle difficoltà quotidiane. Domenico lavora come fattorino in attesa che se ne liberi uno da impiegato. La scrivania rappresenta la tranquillità, il miraggio della felicità. Ma il posto fisso non riesce a sanare le ferite di sentimenti traditi. «Racconta la storia di un ragazzo che, finite le scuole di avviamento al lavoro, le tre classi dopo le elementari, va a lavorare in una grande azienda. Perciò ho preso spunto da un percorso che ho sperimentato, raccontando poi situazioni che non mi sono inventato, ma che sono tanti frammenti di vita che ho osservato in quel mondo che ho attraversato nei primi anni della giovinezza» (Olmi).
 
a seguire Incontro moderato da Fabio Castriota con Alfredo Baldi e Antonio Buonanno
 
a seguire Cresceranno i carciofi a Mimongo di Fulvio Ottaviano (1996, 80′)

Sergio, giovane agronomo disoccupato, cerca accanitamente lavoro, seguendo le istruzioni del manuale di un tale Ermanno Lopez (al quale presta la sua voce uno straordinario Piero Chiambretti). Non lo imita l’amico Enzo, interessato alle sottane più che all’impiego che non ha. Rita, già fidanzata con Sergio, è decisa a sposarsi con un altro, ma cambia idea. Simpatica commedia giovanilistica a basso costo che ha per modello il film indipendente nordamericano Clerks-Commessi (1994). David di Donatello 1997 per il miglior regista esordiente. Si segnala la presenza dello scrittore Niccolò Ammaniti come assistente del regista horror interpretato da Christopher Buchholz, figlio del grande Horst. Con Daniele Liotti, Valerio Mastrandrea, Francesca Schiavo, Francesco Siciliano, Rocco Papaleo, Piero Natoli.

Date di programmazione