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Amasi Damiani, un outsider del cinema italiano
11 Aprile 2014 - 11 Aprile 2014
Ancora giovanissimo, dopo aver cominciato a fare il regista al Piccolo Teatro di Livorno, Amasi Damiani (livornese, classe 1937) decide di partire per Roma. I primi tempi sono durissimi, ma alla fine riesce a coronare il suo sogno realizzando il suo primo film, I nuvoloni (1963). Successivamente, firma un gran numero di opere, che spesso restano inedite, o quasi, e, nel peggiore dei casi, manipolate contro la sua volontà. Con la fine degli anni Ottanta, Damiani opta per un cinema d’autore d’impegno sociale, realizzato in modo autarchico. Dopo cinquant’anni è tornato nella sua città natale, Livorno. Nell’estate 2010 crea la New Race Movie, una scuola di cinema dove accoglie tutte le persone che vogliono imparare che cos’è e come si fa un film.
 
ore 17.00 Overdose di Amasi Damiani (1990, 90′)
«Overdose è un’altra opera di tono sociale e di forte attualità che continua il filone di grandi temi esistenziali […]. In questo caso la vicenda riguarda un […] giovane padre vedovo che dalla notorietà si lascia andare in uno stato di inettitudine e di angoscioso isolamento, abbandonando amori e lavoro per stare in permanenza dietro al figlio, avviato inesorabilmente verso lo strapiombo dell’overdose finale» (Sandro Terribili).
 
ore 18.45 Jesus di Amasi Damiani (2000, 80′)
Il film, secondo un costume di Damiani, è stato girato quasi interamente a Livorno, con protagonista Gesù, interpretato da Simone Catalucci, un giovane livornese. Altri interpreti: Raffaele Benedetti, Mimmo Palmara, Lina Vannucci, Eva Ricca. Da tempo Amasi Damiani meditava l’idea di mettere in scena la figura del Cristo, in veste più umana e più vicina ai dubbi e ai problemi che assillano i comuni mortali.
 
ore 20.30 Incontro con Amasi Damiani
 
a seguire Anima mia di Amasi Damiani (2014, 100′)
Anima mia è il terzo film girato con gli allievi di New Race (gli altri due erano L’Alberodei sogni e L’ultimo volo di una rondine). «È la storia commovente di una donna condannata dalla sclerosi multipla, della quale si innamora un uomo che, nonostante al corrente della malattia, non vuole rinunciare a lei. Siamo dunque sempre di fronte a problemi esistenziali, affrontati per dimostrare quanto il “malato” sia solo portatore di un problema, ma non il problema stesso col quale identificarsi» (Damiani).
Ingresso gratuito
Date di programmazione