Al cinema Trevi, “Luigi Zampa, dalla parte del pubblico”
17 Ottobre 2018 - 17 Ottobre 2018
«Zampa è un regista che ci interessa sempre, proprio per questa sua capacità di dare immagini tangibili agli umori, al moralismo pessimista dell’italiano medio, al suo giudizio su epoche recenti, e creare maschere contemporanee comiche o drammatiche, dall’Onorevole Angelina col marito poliziotto al funzionario di ministero Anni facili con la mogli ex donna fatale del regime. Il suo incontro con Brancati è stato particolarmente fortunato, ma la formula delle commedie d’attualità non è il solo registro di Zampa: lo si è visto in Processo alla città rappresentare un complesso e drammatico nodo di rapporti sociali con grande sicurezza. Nel cinema italiano che trae il suo maggior vigore dalla formazione letteraria e culturale dei suoi artisti migliori, Zampa ha un contatto con la realtà che non è di tipo letterario; è un regista che viene dalla parte del pubblico, non seguendolo passivamente ma interpretando e in qualche misura dirigendo la sua opinione con un intento di moralità un po’ scettica, un po’ romanesca, ma che è anch’essa un fatto reale». Sottoscriviamo le parole di Italo Calvino, che risalgono al 1954, per rendere nuovamente omaggio al sottovalutato e forse anche un po’ incompreso Luigi Zampa in occasione di un libro collettivo, a cura di Orio Caldiron e Paolo Speranza, in cui il regista viene sviscerato e analizzato da molteplici prospettive, l’unica chiave possibile per accostarsi alla sua poliedrica attività di regista e scrittore lontano dalle luci dei riflettori. Sempre dalla parte del pubblico.
ore 17.00 Anni ruggenti di Luigi Zampa (1962, 107′)
«Si misura ancora una volta con il fascismo ma con frequenti riferimenti all’oggi. Il podestà e il segretario politico spostano strutture, vespasiani, uomini, mucche per nascondere la mistificazione del regime e insieme le loro rapinose ruberie in un grottesco balletto allestito per Omero Battifiori, il mite assicuratore scambiato per un pezzo grosso della capitale in incognito, secondo lo spunto d’avvio dell’ispettore gogoliano. […] La carnevalizzazione del regime – la scuola con le mostruose maschere a gas, lo spettacolo di rivista che polemizza con le sanzioni, la caotica organizzazione dell’adunata, il primo colpo di piccone che finisce con il demolire l’intero edificio – non potrebbe essere più sarcastica nel demistificare l’artificiosa impalcatura con cui il fascismo occulta la realtà nazionale» (Caldiron). Grande prova di Nino Manfredi.
ore 19.00 Ladro lui, ladra lei di Luigi Zampa (1958, 105′)
«Questo film è, secondo me, uno dei più esilaranti mai interpretati da Alberto Sordi. Considerato a torto un’opera minore, sta al comico romano esattamente come Totò, Peppino e la malafemmina sta al Principe Antonio De Curtis. Film senza ambizioni di “contenuto”, ma carico di una comicità esplosiva. In verità in questo lavoro di Luigi Zampa si sente anche la tristezza della povertà delle borgate romane. Ma non è questo che lo rende memorabile. È Sordi nella parte di Cencio, ladro da più generazioni, geniale e sfortunato come il Gatto Silvestro quando cerca di accoppare l’insopportabile Titti. E ci sono delle sequenze assolutamente straordinarie, tra le più divertenti, per me, della storia della commedia all’italiana» (Veltroni).
ore 20.45 Incontro con Orio Caldiron, Paolo Speranza, Paolo Bianchini
Nel corso dell’incontro sarà presentato il libro Luigi Zampa. Dalla parte del pubblico, a cura di Orio Caldiron e Paolo Speranza (Cinemasud, 2018).
a seguire Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968, 100′)
«Con i suoi tre miliardi d’incasso smentisce la profezia catastrofica di Dino De Laurentiis convinto che il film non avrebbe fatto una lira perché gli italiani hanno paura delle malattie. Si prende il via dal romanzo di Giuseppe D’Agata dedicato al sistema sanitario visto dall’interno, ma la sceneggiatura scritta con Sergio Amidei si basa su una vera e propria inchiesta in grado di fronteggiare le querele. Il film coniuga con felice inventiva la vivacità della commedia che sa far ridere al momento giusto con lo spirito d’indagine del giornalismo d’assalto» (Caldiron). Uno dei personaggi più significativi della carriera di Alberto Sordi.