Ecce Bombo, il film di Nanni Moretti del 1978, nella versione restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, è stato giudicato come miglior restauro tra quelli presentati nella sezione Venezia Classici dell’81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. La giuria era presieduta dal regista Renato De Maria. “Il premio per il miglior restauro a Ecce Bombo è un riconoscimento all'impegno che il Centro Sperimentale presieduto da Sergio Castellitto ha avuto nella preservazione e nel restauro del patrimonio filmico italiano. Un impegno che ha visto prestare la loro opera professionisti e registi, che ha coinvolto gli aventi diritto e che ha visto la Cineteca Nazionale presente con i suoi restauri in tutti i principali festival del 2024”, ha detto Steve Della Casa, Conservatore a capo della Cineteca Nazionale.
Chiunque abbia seguito la proiezione al Lido sa che si è trattato di un momento di grande condivisione di un film che in poco più di quarant’anni è diventato un classico: la platea, piena di giovani che non avevano avuto la possibilità di vederlo in sala, prima della proiezione ha ascoltato dal regista l’appassionata ricostruzione della sua storia e poi si è fermata per quasi 50 minuti con Moretti (sì, il dibattito sì) per uno scambio e una conversazione divertita e palpitante.
Il premio al restauro è anche riconoscimento ad uno staff, guidato da Sergio Bruno, che ha lavorato gomito a gomito con l’autore per riportare le inquadrature alla loro composizione originaria: Ecce Bombo, infatti, originariamente è stato girato in 16mm e poi gonfiato in 35 (una pratica piuttosto consueta a quel tempo per contenere i costi del cinema indipendente), ma il passaggio al formato professionale aveva costretto le inquadrature ad aggiustamenti del fotogramma a dimensioni diverse. Il restauro ha ripreso le inquadrature e i frame originali e, per queste ragioni, si può dire che consente oggi di vedere Ecce Bombo come non era mai stato visto neanche all’epoca in cui divenne un grande successo (il miglior incasso realizzato con il supporto dei fondi pubblici dell’art. 28 che regolava allora l’intervento dello Stato nella produzione cinematografica).
A volte restaurare un’opera significa proporla ad occhi che non l’hanno mai vista al cinema ma anche riproporla agli occhi di chi l’ha creata e che ora la vede in una luce nuova e rivelatrice. Come si può leggere nel dossier che il Centro Sperimentale ha realizzato in occasione del restauro (leggibile gratuitamente qui in versione sfogliabile e scaricabile in PDF qui) questa lavorazione ha marcato anche una svolta nel pensiero del suo autore che ritira al Lido un premio per un film girato quando aveva 25 anni: “Mentre scrivevo e giravo Ecce Bombo, ero consapevole di raccontare una piccolissima porzione di giovani, sapevo che i personaggi e l'ambiente che mettevo in scena erano una parte di realtà molto piccola e circoscritta. Inaspettatamente ebbe successo e ci fu una corsa all'immedesimazione con i suoi personaggi e il suo clima. Piacque anche a spettatori molto lontani dai quei personaggi, spettatori diversi per estrazione sociale, età, e idee politiche”.
“Fin dai miei esordi è stato detto che io avrei raccontato un'intera generazione. In quegli anni ero insofferente a questa lettura, che ritenevo troppo sociologica e poco attenta al come i miei film venivano realizzati. In poche parole, mi sentivo trascurato come regista e considerato invece una specie di portabandiera dei giovani. Bene, ho cambiato idea. Se davvero sono riuscito a raccontare una generazione, i suoi desideri, i suoi inciampi e le sue paure, beh, lo considero una fortuna, un privilegio e un onore”.
“Quello assegnato al restauro di Ecce Bombo - dice Sergio Castellitto, Presidente del CSC - è un premio che riconosce il grande lavoro di tutto il Centro Sperimentale, una prestigiosa segnalazione dell’amore per il cinema e dell’impegno nella conservazione del patrimonio cinematografico nazionale come dimostra la presenza a Venezia anche dell’egregio restauro di La notte di Michelangelo Antonioni. È un riconoscimento che ci spinge a impegnarci ancora di più per rendere il patrimonio filmico italiano fruibile in tutto il mondo, con iniziative che saranno presto annunciate”.
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