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Daniele Luchetti e Francesco Piccolo inaugurano un ciclo di incontri tra scrittori e cineasti organizzato dal Corso di Sceneggiatura CSC
Centro Sperimentale di Cinematografia
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06 Maggio 2025

Si è svolto oggi, al CSC, il primo di un ciclo di incontri dedicati al rapporto tra scrittori e cineasti. I protagonisti della prima masterclass sono stati Daniele Luchetti e Francesco Piccolo.

Francesco Piccolo – scrittore, autore televisivo e sceneggiatore per registi tra cui Nanni Moretti, Marco Bellocchio, Paolo Virzì, Silvio Soldini, Francesca Archibugi – è stato presentato dal Direttore artistico del corso di Regia CSC, Daniele Luchetti, come un autore che “vive pienamente nel nostro mondo e nella contemporaneità”.

Alla prima domanda di Luchetti, relativa alla definizione e caratterizzazione di un personaggio, Piccolo ha risposto alla platea di giovani allievi del CSC – Scuola Nazionale di Cinema: «Il mio modo di fare letteratura è personale: prendo appunti su tantissime cose e può capitare, molto tempo dopo, di riattingere a quelle pagine. Poco tempo fa mi sono ritrovato ben cinquecento pagine di appunti, pagine che contengono il mio modo di lavorare. Dentro questi mondi, piano piano, inizio a costruire la mia narrazione. Credo molto nell’intenzione di verità: non è nelle mie corde costruire un immaginario fantasioso, io costruisco sull’esperienza. Come scrittore cerco di avere a che fare con la realtà dei personaggi partendo da situazioni che conosco o che sono già accadute; è facile, ad esempio, che un mio personaggio sia la combinazione di due o tre persone che conosco».

Alla riflessione di Daniele Luchetti - “Leggendo Francesco Piccolo si ha l’idea che ami profondamente tutti i suoi personaggi” Francesco Piccolo ha commentato: «Anche in presenza di figure negative, per lo scrittore/sceneggiatore i personaggi devono sempre avere qualcosa di amabile perché in questo modo risulteranno senz’altro più tragici, più veri (…) Bisogna avere la capacità di entrare dentro la parte buia degli esseri umani: questo è il motivo per cui c’è bisogno di raccontare. Si può raccontare chiunque, basta che si racconti la sua parte peggiore. Non fanno bene al cinema i racconti edificante e moraleggianti».

Altro tema affrontato è stato quello dell’Autofiction, genere letterario definito un’”illusione della verità attraverso il racconto dell’io”. Per Francesco Piccolo, la pietra miliare di questa tipologia di racconto è “ 8½” di Federico Fellini e gran parte del cinema di Nanni Moretti; un altro autore chiamato in causa è stato Michael Moore.

Tra i film e le serie televisive recenti indicate come reference del proprio stile e gusto letterario, Francesco Piccolo ha citato il film “Insonnia d’amore” di N. Ephron e le serie TV “Fleabag” di P. Waller-Bridge, “Baby Reindeer” di R. Gadd, “Adolescence” di P. Barantini e “10 capodanni” di R. Sorogoyen.

Il racconto della sceneggiatura della serie “L’amica geniale” - grande produzione HBO e Rai Fiction in collaborazione con Wildside e Fandango - ha fornito a Francesco Piccolo lo spunto per qualche consiglio pratico agli allievi: «un autore deve approcciarsi in maniera “intelligente” alle note ricevute dopo le prime stesure di una sceneggiatura; bisogna avere la capacità di capire quali di quei suggerimenti prendere in considerazione per migliore una sceneggiatura».

In chiusura dell’incontro, in un clima di piacevole condivisione e dopo numerosi interventi, Piccolo ha rivelato di scrivere tutti i giorni - “è per me qualcosa di irrinunciabile” – e ha regalato agli allievi un ultimo consiglio: «Il lavoro non dovrebbe essere mai intaccato dal cinismo e dalla quotidianità. Perché un’opera abbia valore è fondamentale conservare una grande vitalità personale; Federico Fellini resta un esempio significativo in tal senso perché era una persona  in grado di farsi trascinare dalla vita e di ascoltare gli altri. Essere ‘dentro la vita’ faceva sì che riuscisse poi a rappresentarla sul grande schermo (…)».

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