Home > “Dal 22 al 24 aprile al cinema Trevi “Alida Valli, una diva aristocratica”. Venerdì’ 22 aprile incontro moderato da Alfredo Baldi con Pierpaolo De Mejo, Enrico Lancia”
“Dal 22 al 24 aprile al cinema Trevi “Alida Valli, una diva aristocratica”. Venerdì’ 22 aprile incontro moderato da Alfredo Baldi con Pierpaolo De Mejo, Enrico Lancia”
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Alida Valli ci lasciò all'età di 85 anni, in una triste giornata del 22 aprile 2006, a Roma. Classe 1921, Alida Maria Laura Altenburger, baronessa von Marckenstein und Frauenberg, in arte Alida Valli, è nata a Pola. Dopo aver frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia, esordisce ancora adolescente nel cinema dei "telefoni bianchi", con lo pseudonimo di Alida Valli. Pare che il nome sia stato scelto consultando a caso l'elenco telefonico. Il grande successo di critica arriva con la trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Antonio Fogazzaro, Piccolo mondo antico (1941) di Mario Soldati. Nel dopoguerra tenta la strada del divismo internazionale: viene diretta da Alfred Hitchcock per Il caso Paradine (1947) e da Carol Reed per Il terzo uomo (1949). Altera, dai modi aristocratici, dotata di una notevole sensibilità interpretativa e di una bellezza malinconica e sofisticata, Alida Valli ci regala una sofferta e indimenticabile interpretazione della contessa Serpieri in Senso (1954) di Luchino Visconti, elegante e cupo melodramma in costume che rappresenta un'occasione fondamentale per la sua carriera artistica. Dopo Senso, l'attrice avrà modo di essere diretta da grandi maestri del cinema italiano, come Michelangelo Antonioni (Il grido, 1957), Gillo Pontecorvo (La grande strada azzurra, 1957), Franco Brusati (Il disordine, 1962), Pier Paolo Pasolini (Edipo re, 1967), Valerio Zurlini (La prima notte di quiete, 1972), Bernardo Bertolucci (La strategia del ragno, 1970, Novecento, 1976, La luna, 1979). Contestualmente affianca alla sua intensa attività cinematografica il teatro, che le dà modo di raffinare le notevoli capacità espressive. Nel 1997 riceve un Leone d'oro al Festival di Venezia, meritato riconoscimento per un'attrice dotata di uno straordinario talento e di una qualità davvero rara nelle dive nostrane: la classe.
 
venerdì 22
ore 17.00 Piccolo mondo antico di Mario Soldati (1941, 107')
«Nella Lombardia austriaca, Franco (Serato) sposa la figlia (Valli) di un modesto funzionario senza il consenso della nonna aristocratica (Dondini): inizia una persecuzione familiare che si concluderà solo dopo la morte della piccola Ombretta, figlia della sfortunata coppia. È uno dei risultati migliori della cosiddetta tendenza calligrafica, che reagì al clima fascista rivolgendosi alla letteratura nazionale ottocentesca ed esplorando con attenzione le possibilità formali del mezzo cinematografico. […]. In perfetta sintonia con l'idea di "realismo storico" propugnata dal regista, si muovono gli operatori Montuori e Gallea, ai quali va il merito delle splendide riprese in esterni (il paesaggio lombardo avvolto nella nebbia e immerso in luci sfumate, in cui giocano un ruolo fondamentale le evanescenti superficie acquatiche)» (Mereghetti).
 
ore 19.00 Eugenia Grandet di Mario Soldati (1946, 112')
Il film tralascia la parte finale del romanzo - il matrimonio non consumato di Eugenia e la sua consacrazione a opere di beneficenza - per porre l'accento sull'aspetto, certo più intrigante, del salvataggio dalla bancarotta, da parte di Eugenia, del cugino Charles. Nastro d'argento ad Alida Valli quale migliore attrice.
 
ore 21.00 Incontro moderato da Alfredo Baldi con Pierpaolo De MejoEnrico Lancia
 
a seguire Il terzo uomo di Carol Reed (1949, 103')
«A Vienna, nel secondo dopoguerra, lo scrittore americano Holly Martins (Cotten) va alla ricerca di un amico misteriosamente scomparso e dato per morto, Harry Lime (Welles): scoprirà che il suo funerale era una messinscena e che Lime è coinvolto nel contrabbando e nella borsa nera di medicinali. Un classico del cinema di spionaggio, cupo e sinistro nella ricostruzione di una Vienna trasfigurata dall'elegante bianco e nero di Robert Krasker (Oscar per la miglior fotografia) e accompagnato da un celeberrimo motivo musicale suonato alla cetra da Anton Karas. Sceneggiato da Graham Greene a partire da un proprio racconto, il film riesce a trasmettere allo spettatore il "pessimismo notturno" del regista (che tolse il lieto fine pensato dallo scrittore) attraverso una scelta di regia barocca, ridondante e melodrammatica […]. E tra i personaggi deformati da angolazioni esasperate e inghiottiti dagli intrighi di vicoli e di tombini, emerge la figura demoniaca di Harry Lime, sardonico criminale di guerra» (Mereghetti).
 
sabato 23
ore 17.00 Senso di Luchino Visconti (1954, 123')
L'amore contrastato fra una contessa veneta e un ufficiale austriaco sullo sfondo della guerra d'indipendenza del 1866. Un'opera di citazioni e omaggi (Stendhal, Foscolo, Heine) e di precisi riferimenti pittorici (Fattori, Lega, Hayez), in cui Visconti riversa tutto il suo amore per il melodramma e per Verdi, senza rinunciare a una visione critica della società del tempo. Il direttore della fotografia Aldo Graziati morì durante le riprese a causa di un incidente stradale e fu sostituito da Robert Krasker e dall'allora operatore Giuseppe Rotunno, promosso sul campo per la scena della fucilazione. Con Farley Granger, Alida Valli e Massimo Girotti.
 
ore 19.15 Il grido di Michelangelo Antonioni (1957, 115')
Abbandonato dalla compagna, l'operaio Aldo si mette in viaggio con la figlia per cercare un lavoro che non riesce a trovare. Vivrà brevi avventure sentimentali e proverà a tornare con la compagna, che lo respinge di nuovo... «In questo film, in cui pure si ritrova la tematica che mi è cara, pongo il problema dei sentimenti in modo diverso. Mentre prima i miei personaggi spesso si compiacevano dei loro dispiaceri e delle loro crisi sentimentali, nel Grido abbiamo a che fare con un uomo che reagisce, che cerca di spezzare l'infelicità. Per questo ho usato più compassione nel tratteggiare il personaggio» (Antonioni). Con Steve Cochran, Alida Valli, Betsy Blair e Dorian Gray.
 
ore 21.15 Edipo re di Pier Paolo Pasolini (1967, 105')
Versione della tragedia di Sofocle in forma di saggio, con gli opportuni riferimenti alla psicanalisi. La storia dell'uomo che, inconsapevolmente, uccide il padre, sposa la madre e, quando scopre la verità, si acceca diventa per Pasolini un dramma universale e al tempo stesso autobiografico. Prologo negli anni Venti, epilogo nella Bologna moderna, parte centrale in una immaginosa Grecia barbara e fuori dal tempo (ricostruita in Marocco). Questa è la prima apparizione su un set cinematografico di Carmelo Bene come attore, a segnare l'inizio di quella "parentesi cinematografica" che va dal 1967 al 1972 e che gli darà notorietà e risonanza internazionale. Con Silvana Mangano, Franco Citti, Alida Valli, Carmelo Bene, Julian Beck, Ninetto Davoli.
 
domenica 24
ore 17.00 La strategia del ragno di Bernardo Bertolucci (1970, 98')
Athos Magnani arriva a Tara per cercare la verità sulla morte del padre, ucciso dai fascisti nel 1936. «"Tara" è come la parola detta da un bambino che incomincia a parlare; forse è il modo per dire "cara" alla madre. Non a caso questa città è nata dopo 2 o 3 mesi che avevo iniziato l'analisi, nel momento cioè di grandissimo entusiasmo per la scoperta freudiana. […] Non è assolutamente Parma [il film è girato a Sabbioneta]; Tara rappresenta anzi la rinuncia a Parma, forse perché questo bisogno di condannare la cultura paterna, io l'ho sentito in modo particolare, e credo sia presente un po' in tutti i miei film» (Bertolucci). «L'opera è fra le più suggestive del nuovo cinema italiano, caratterizzata dalla magica ambiguità delle atmosfere e dall'aerea leggerezza della struttura narrativa che fondendo con grande sapienza un corposo realismo padano e surreali contemplazioni crepuscolari, trasmette un'inquietudine onirica profondamente segnata dalla malinconia di non poter conoscere il perché dei comportamenti umani e a non poter sfuggire alla presenza della morte» (Grazzini).
 
ore 19.00 Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci (1977, 90')
Il film è tratto dal monologo teatrale scritto da Giuseppe Bertolucci e Roberto Benigni, Cioni Mario fu Gaspare di Giulia. Il protagonista, Mario Cioni, è un giovane sottoproletario della provincia toscana, un po' naif e infantile. Legato morbosamente alla madre, è incapace di avere rapporti reali con le altre donne, e per questo subisce spesso le prese in giro e le cattiverie degli amici. «A proposito di Berlinguer ti voglio bene, […] voglio ricordare che quel primo piccolo film aspro, romantico ed eccessivo (così "mio") può essere giustamente considerato (assieme al contiguo EcceBombo di Nanni Moretti) l'atto di nascita di una generazione di nuovi comici e di un genere che è stato - per tutti gli anni Ottanta e oltre - l'asse portante della nostra disastrata industria cinematografica» (Bertolucci).
 
ore 21.00 La caduta degli angeli ribelli di Marco Tullio Giordana (1981, 104')
Storia di tradimento, di passione e di terrorismo, negli "anni di piombo", che riscrive alla lontana, attualizzata, la vicenda di Senso. Alida Valli, con grande senso dello humour, accetta di far rivivere il personaggio che quasi quarant'anni prima era stato di Rina Morelli, la governante di Livia Serpieri. David di Donatello (1982) per la miglior attrice non protagonista ad Alida Valli
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