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“Dal 15 al 17 gennaio, al cinema Trevi, “Il racconto delle emozioni. Omaggio a Nicola Badalucco”
Centro Sperimentale di Cinematografia
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Assumendo il melodramma a modello, Nicola Badalucco dipana il racconto cinematografico attraverso itinerari di grande impatto emotivo, dando vita ad una manifestazione romanzata - rigorosamente scandita in atti - dei conflitti umani che li accompagnano. Conflitti preferibilmente "infra-personali", in cui il personaggio è chiamato innanzi tutto ad affrontare se stesso e in definitiva a sciogliere - o a troncare di netto - i nodi che ne assillano la coscienza.
Nel romanzo storico come nella commedia di costume, nella trasposizione di un testo letterario come nel grottesco, nella denuncia civile come nel racconto biografico, Badalucco rimane sempre fedele a un assunto di fondo: il cinema è nato per trasmettere emozioni ed è su di esse che l'autore fa leva quando si rivolge al proprio pubblico» (Giuseppe Badalucco).
Nicola Badalucco, siciliano, ma nato occasionalmente a Milano nel 1929, arriva a Roma nel 1954. Si laurea giovanissimo in legge a Trapani, dove viene eletto consigliere comunale nella lista socialista. Diventa procuratore legale presso la Camera del Lavoro. La prima persona che conosce a Roma è Mario Gallo, che allora era il critico cinematografico dell'«Avanti!». Gallo lo prende come vice del vice. Poi Badalucco diventa capo-redattore. I suoi interessi principali sono la politica e il cinema. Collabora infatti anche con «Cinema nuovo» e «Bianco e nero». Debutta in qualità di sceneggiatore al cinema con Luchino Visconti, per il quale, insieme a Enrico Medioli, scrive la sceneggiatura La caduta degli dei - Götterdämmerung (1969), che nel 1970 ottenne una nomination all'Oscar. Tra le sue molteplici attività che accompagnano quella primaria di sceneggiatore, è da ricordare la docenza al Centro Sperimentale di Cinematografia per tredici anni. Tra i suoi allievi: Doriana Leondeff, Daniela Ceselli, Francesco Bruni, Melania Mazzucco. Nicola Badalucco si è spento a Roma il 17 giugno 2015.    
Programma a cura di Giuseppe Badalucco e Paolo Luciani, in collaborazione con Fuori Orario (Rai Tre), che dedicherà le notti dal 15 al 17 gennaio a Nicola Badalucco.
Si ringrazia l'Officina Filmclub
 
venerdì 15
ore 17.00 Gli anni struggenti di Vittorio Sindoni (1979, 90')
Il siciliano Saverio, figlio di un pedagogo, si reca a Roma per partecipare a un concorso per insegnanti. Conosce una ragazza e si dimentica della fidanzata e dei libri… «Realizzato con poca spesa, il film dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che le idee contano più dei milioni. Sono idee soprattutto di sceneggiatura che Sindoni ha saputo tradurre in immagini con garbo, semplicità e discrezione. E anche se non ha centrato il bersaglio, gli va riconosciuto il merito d'aver tenuto il racconto in un delicato equilibrio tra l'impegno tematico, la favola patetica e il divertimento affettuosamente autocritico» (Meccoli). Noto anche come Il concorrente.
 
ore 19.00 Bruciati da cocente passione di Giorgio Capitani (1976, 105')
In un paesino dell'hinterland milanese vivono due coppie male assortite: Mike Vismara (Aldo Maccione), un omone semplice e grossolano, è sposato con Virginia (Jane Birkin), delicata e introversa. Casimiro Banotti (Cochi Ponzoni), esile e romantico, è congiunto alla esuberante Milena (Catherine Spaak). Poiché Virginia lavora all'obitorio di Milano e Casimiro è impiegato presso la Posta Centrale della stessa città, i due sono destinati a incontrarsi per anni mattina e sera; dai timidi aiuti reciproci e scambi di parole pervengono all'amore che, data la timidezza di entrambi, rimane per il momento platonico. Molto più sbrigativi, Mike e Milena una volta avvicinati dal destino, si abbandonano a furiosi amplessi. I quattro, tuttavia, vengono ugualmente spiati e ricattati da certo Tartaglia Leonida (Daniele Formica) e…
 
ore 21.00 Incontro moderato da Alfredo Baldi con Gianni Aiello, Giuseppe BadaluccoFrancesco BruniGiorgio CapitaniDoriana LeondeffGiuliano Montaldo,Vittorio Sindoni
 
a seguire Circuito chiuso di Giuliano Montaldo (1979, 103')
In un cinema, nel quale si sta proiettando un film western, viene assassinato uno spettatore. La polizia obbliga gli spettatori a rimanere in sala per scoprire il colpevole. «Nasceva come film per la tv e tale rimase dopo la presentazione al festival di Berlino, perché gli attori - compreso Giuliano Gemma, che allora era una star - erano venuti in amicizia e avevano lavorato quasi gratis. Mi chiesero di farlo uscire al cinema, ma io risposi che si sarebbero dovuti rinegoziare tutti i compensi degli attori, e non se ne fece nulla. Era un buon film, credo, un curioso esperimento agli albori degli effetti speciali: nelle scene dentro il cinema (era un cinema vero, uno di quei cinemoni romani popolari e immensi: il Don Orione, vicino a San Giovanni) gli attori vedevano solo uno schermo blu, le immagini del film nel film furono aggiunte in postproduzione» (Montaldo).
 
sabato 16
ore 16.30 Gran bollito di Mauro Bolognini (1977, 115')
Il film è tratto da una storia realmente accaduta negli anni Trenta a Correggio,dove Leonarda Cianciulli aveva ucciso delle donne e poi fatto sapone con i loro corpi per scongiurare la partenza al fronte del figlio. Venne arrestata e internata in manicomio nel 1946. Bolognini ricostruisce romanzandola la storia di Leonarda come un noir grottesco. «Come suggerisce il titolo stesso, Gran bollito è un calderone spiritato che trancia ogni possibile coordinata con il reale e il previsto, e dove cuociono le suggestioni più diverse» (Bocchi-Pezzotta).
 
ore 18.45 La caduta degli dei (Götterdämmerung) di Luchino Visconti(1969, 156')
La saga dei von Essenbeck, una famiglia di industriali, negli anni dell'ascesa del nazismo. Crolla l'ordine familiare e la ferocia dei forti si scatena sui deboli. La lotta spietata per il dominio si carica di violenza fisica e morale (su tutti la sequenza della notte dei lunghi coltelli), ma anche di forti suggestioni autobiografiche e culturali (Wagner, Thomas Mann, Macbeth). Nomination all'Oscar per miglior soggetto e sceneggiatura originali.
 
ore 21.30 Roma bene di Carlo Lizzani (1971, 100')
«Roma bene è un film di impianto corale e con un intento fortemente morale realizzato per esplorare i vizi umani di una capitale ormai preda dei più bassi livelli di corruzione e di dissolutezza, alla stregua di un aggiornato Satyricon. […] Dramma, commedia, satira, denuncia sociale si intrecciano in questa versione aggiornata e incattivita della "dolce vita" felliniana, una coproduzione italo-franco tedesca a cui partecipa il più ricco e importante cast artistico di cui Lizzani abbia mai potuto disporre […]. Le intenzioni di Lizzani sono comunque fin troppo chiare: mentre al Nord le città industriali come Torino e Milano diventano sempre più invivibili e violente, terreno di scontro per bande malavitose sempre più organizzate e feroci, la capitale è preda della mollezza, dell'ozio, degli scandali della corruzione, totalmente incapace di governare un fenomeno così vasto e complesso» (Giacci).
 
domenica 17
ore 17.00 Un uomo in ginocchio di Damiano Damiani (1979, 110')
«Un uomo in ginocchio si muove col consueto piglio realistico di Damiani sullo sfondo d'una Sicilia che ancora una volta enfatizza il Male e il Bene, e dunque offre spunti efficaci a uno spettacolo popolare, qui condensato nei profili dei due protagonisti, e diffuso nei modi del thriller sociale d'origine americana […]. L'aspetto più interessante del film è nel confronto tra Nino e Platamone, ciascuno con una famiglia affamata alle spalle: un killer e il suo bersaglio che potrebbero essere amici se la paura e la miseria non li mettessero l'uno contro l'altro sconfiggendo le buone intenzioni. Nonostante qualche eccessiva concessione al melodramma, Damiani ne compie i caratteri con umana partecipazione, temperando il suo determinismo un po' ottocentesco con una volenterosa analisi psicologica, e ci trasmette con abilità di giallista le tensioni prodotte dal reciproco sospetto» (Grazzini).
 
ore 19.00 Libera, amore mio! di Mauro Bolognini (1975, 110')
Durante il fascismo, Libera, figlia di un anarchico, donna fiera e decisa nel difendere le sue idee, viene arrestata, costretta a cambiare città e mandata al confino. Questa persecuzione non la indebolisce né la ferma e durante la guerra combatte contro i nazi-fascisti insieme al suo compagno Matteo e al figlio Carlo. Dopo il 1945, riunita la famiglia, Libera va al comune per informarsi sulla possibilità di un alloggio e vi ritrova il vecchio gerarca che l'aveva condannata. L'Italia del dopoguerra non è così diversa da quella contro la quale aveva combattuto. «Giunto con molto ritardo sugli schermi (non sappiamo bene perché), il film cerca una sua originalità nell'aggiornare il consueto tema resistenziale alla luce delle nuove istanze del femminismo, puntando sul ritratto di una donna che si batte per i propri diritti oltre che per i valori della libertà» (Bernardini).
 
ore 21.00 Rossini! Rossini! di Mario Monicelli (1991, 137')
Chiuso nella sua villa parigina, oramai anziano, malato e lontano dalla ribalta, Rossini rievoca la sua vita tra Pesaro, Venezia, Napoli e Roma. Da quando ricevette la prima moneta d'oro per un'esibizione musicale in strada, fino al matrimonio con la giovane Olimpia Pellissier, passando per gli straordinari trionfi musicali e per le molte donne e le complicate vicende amorose che segnarono la sua esistenza. Il progetto inizialmente era stato affidato a Robert Altman, ma per incomprensioni con la produzione il film venne realizzato da Monicelli. Il regista, oltre che dirigerlo, riscrisse assieme a Badalucco, Bruno Cagli e Suso Cecchi d'Amico.
 
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