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“Dal 14 al 16 febbraio, al cinema Trevi, “I protagonisti del cinema italiano: Venantino Venantini””
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Un viso spigoloso. Uno sguardo magnetico. Ha attraversato più di mezzo secolo di cinema con un eclettismo invidiabile. Attore poliedrico con una filmografia prolifica ed eterogenea, Venantino Venantini lavora moltissimo non solo in Italia, ma anche all'estero, spesso e volentieri in Francia (con cineasti come Georges Lautner, Gérard Oury, Jacque Besnard, Édouard Molinaro, Claude Lelouch), ma anche in kolossal fantasy statunitensi (Ladyhawke di Richard Donner). In Italia alterna il cinema di autore (Dino Risi, Franco Rossi, Luciano Salce, Ettore Scola, Pasquale Squitieri) con quello schiettamente di genere (Massimo Dallamano, Lucio Fulci, Steno, Joe D'Amato, Umberto Lenzi, Joe D'Amato, Antonio Margheriti, Ruggero Deodato) e con quello erotico (Tinto Brass). È molto prolifico anche in televisione con sceneggiati ormai diventati di culto come Coralba (1970), fino ai grandi telefilm di successo come I ragazzi della 3° C (1987) e Il maresciallo Rocca (2005). Nel 1999 è nel cast de La cena di Scola che consegue il Nastro d'argento. Ottantasette anni (ad aprile) e non sentirli.
 
martedì 14
ore 16.30 La Celestina P... R...di Carlo Lizzani (1964, 100')
Celestina è un'attivissima donna d'affari milanese, che si occupa di un genere di "public relations" non precisamente lecito, ma che le consente una vita piuttosto agiata anche se assai movimentata. Celestina, in effetti, non è altri che una "madame", la quale usa le sue ragazze come esca per prendere all'amo i vari industriali e trasformarli in vittime. «Torna Assia Noris, assente dai nostri schermi dal 1945 […]. Ed è […] brava come ai tempi di Batticuore e di Un colpo di pistola. O meglio ha quelle qualità di disinvoltura e aggressività fotogenica che fanno il mostro sacro del cinema: con un simile potenziale divistico a Hollywood non l'avrebbero certo lasciata tanto tempo lontano dagli schermi» (Kezich). Con Venantino Venantini, Beba Loncar, Raffaella Carrà, Marilù Tolo.
 
ore 18.30 Odissea nuda di Franco Rossi (1961, 110')
Un intellettuale italiano arriva a Tahiti per realizzare un film. Ma il lavoro passa in secondo piano, mentre prendono il sopravvento gli istinti primordiali che quella terra risveglia in lui. Capolavoro dimenticato e maledetto del cinema italiano anni Sessanta, Odissea nuda di Franco Rossi è un anti-mondo movie con Enrico Maria Salerno nei panni di un regista sedotto dalla Polinesia. «Il restauro di Odissea nuda, presentato per la prima volta alla Festa del Cinema di Roma 2015, è l'omaggio a uno dei film più censurati della storia del cinema italiano, ma che non ha finora avuto giustizia come è invece successo ad altri casi coevi, da La ragazza in vetrina di Emmer a Rocco e i suoi fratelli di Visconti. […].Rossi, in seguito, sarà uno dei registi più attratti da ambientazioni internazionali: gli Stati Uniti di Smog (1962), il Brasile di Una rosa per tutti(1966), l'Australia di L'altra metà del cielo (1977). Ma forse il suo viaggio più incredibile è proprio quello per Odissea nuda […]. Nel racconto di una troupe spersa in Polinesia, oltre a Rossi e ai vari attori (Enrico Maria Salerno, Venantino Venantini…), si staglia la figura singolare di Golfiero Colonna, ex ufficiale di Marina e produttore del film» (Morreale).
 
ore 20.30 Incontro moderato da Marco Giusti con Venantino Venantini
 
mercoledì 15
ore 17.00 Colpo grosso, ma non troppo di Gérard Oury (1965, 111')
«Un trafficante internazionale (de Funés) distrugge in un incidente la macchina di un rappresentante (Bourvil) in partenza per l'Italia. In cambio gli presta la sua Cadillac, non dicendogli che è piena d'oro, di droga e di gioielli rubati, e lo segue di nascosto a bordo di un'altra vettura. Dopo mille disavventure e dopo aver appreso la verità dalla polizia, il rappresentante si vendicherà a modo suo. Due grandi comici francesi a confronto in una serie di sketch legati tra loro dal tema del viaggio. La tranquillità naïf e innocente di Bourvil contro la tensione pasticciona e disonesta di de Funès: un contrasto molto ben gestito, sia dagli interpreti sia dal regista, che genera una comicità - di caratteri e di situazioni - scatenata e piacevole» (Mereghetti).
 
ore 19.00 C'era una volta un commissario… di Georges Lautner (1972, 96')
Nell'intento di annientare una pericolosa organizzazione di trafficanti di droga, diretta dal nizzardo Pascar Manoni, il commissario Campelier si finge fratello di uno spacciatore, Maurice Lopez, ucciso da due misteriosi sicari. Poiché il morto era sposato, mentre egli è scapolo, si vede perciò costretto a inventarsi una famiglia nelle persone di Françoise, vedova di un collega, e del suo figlioletto Bertrand, con i quali si trasferisce a Nizza. Mentre gli ignoti assassini eliminano anche il segretario di Manoni e la fidanzata di Lopez, Campelier - le cui abitudini di celibe solitario e taccagno originario qualche contrasto con Françoise e il bambino, verso i quali, per altre, ricambiato, si va sinceramente affezionando - apprende, da due agenti del Federal Bureau of Narcotics, che i due sicari agiscono agli ordini della mafia americana e che si propongono di sterminare la banda di Manoni» (www.cinematografo.it  ). Con Michel Constantin, Michel Lonsdale, Mireille Darc e Venantino Venantini.
 
ore 20.45 In famiglia si spara di Georges Lautner (1963, 95')
«Fernand non sa dire di no all'amico moribondo che lo prega di vegliare sulla propria nipote e sui suoi interessi. Il compito di Fernand non è facile dato che deve riscuotere il denaro di cui l'amico era creditore. I creditori del morto sono infatti gangsters pericolosi i quali tentano con ogni mezzo di sbarazzarsi di Fernand» (www.cinematografo.it  ). Con Lino Ventura, Bernard Blier, Francis Blanche, Claude Rich e Venantino Venantini, che con questo film viene scoperto e adottato dal cinema francese.
 
giovedì 16
ore 16.30 L'altra metà del cielo di Franco Rossi (1977, 100')
«Prima a Fiumicino, poi sull'aereo che li porta in Australia, si incontrano un giovane prete, don Vincenzo Ferrari, e Susy Macaluso, prostituta (ma al compagno di viaggio s'è ben guardata dal dire la verità). Il caso vuole che i due si ritrovino a Woolgoolgaringa, uno sperduto villaggio minerario abitato soprattutto da italiani, che per don Vincenzo è sede di missione e per Susy l'esercizio estivo della sua "professione". Il buon sacerdote, che ha finalmente capito di che vive la ragazza, si adopera, per ricondurla a una vita proba, con ogni mezzo» (www.cinematografo.it  ). Con Adriano Celentano, Monica Vitti e Venantino Venantini.
 
ore 18.30 Troppo rischio per un uomo solo di Luciano Ercoli (1973, 110')
Rudy (Giuliano Gemma), campione del volante, viene accusato di aver ucciso la propria amante Nina (Susan Scott), la quale durante un party lo aveva fatto ingelosire. Incarcerato, trova comprensione solo nell'avvocato Crossman, agente del finanziere Brauner che voleva ingaggiare Rudy perché facesse pubblicità alla propria ditta. Rudy evade e si rifugia in casa di un amico, partito per un lungo viaggio. Poi riprende i contatti con Crossman, ma scopre che Brauner… «L'inizio ha una buona tensione e un sapore documentario. […] Dopo una lunga pausa riprendono le emozioni. Per venti minuti la "127" fa da primattrice. Le auto nemiche finiscono regolarmente fuori strada, gl'inseguitori finiscono a brandelli. Il noto pilota acrobatico Remy Julienne - lo stesso di Colpo all'italiana - diventa per una decina di sequenze l'autore vero della pellicola. E Gemma? "Io non mi sono tirato indietro, ho subìto personalmente un testa-coda. Non mi va di fare il difficile, sono stati i film ardimentosi a lanciarmi. Rinnegandoli, rinnegherei me stesso"» (Perona).
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