Home > “Dal 1 al 3 novembre, al cinema Trevi, “Fuorinorma 2. La via neosperimentale del cinema italiano”
“Dal 1 al 3 novembre, al cinema Trevi, “Fuorinorma 2. La via neosperimentale del cinema italiano”
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«Prosegue con Fuorinorma 2 la proposta nelle sale indipendenti romane di quei film italiani recenti che non hanno avuto il riscontro che meritano e che hanno caratteristiche stilistiche innovative, fuorinorma appunto. Il pubblico del Trevi è abituato a proposte fuori dagli schemi consueti e ci auguriamo quindi che possa recepire queste opere nella maniera che meritano» (Aprà).
 
giovedì 1
ore 17.15 77NoCommercialUse di Luis Fulvio (2017, 127')
«77 e NoCommercialUse, iniziamo dal secondo. È un film che nasce dall'otium e che quindi ha nel negotium la sua negazione; è stato fatto con compagni, amici, colleghi di lavoro sulla base di relazioni non commerciali e al di fuori di qualsiasi dinamica lavorativa, fatto per amore e senza spirito di sacrificio. 77 No Commercial Use è un film potlatch, fedele al motto "è l'azione l'ideale", è il suo stesso esistere ad affermare che un altro mo(n)do non solo è possibile, ma c'è. Non è un film indipendente, ma autoprodotto, più precisamente "do it yourself", fatto con brani, sbrani, brandelli di immagini, libri, scritte e suoni del 1977, diversi per formati, forme, qualità e "natura", dalla provenienza più disparata» (Luis Fulvio).
 
ore 19.30 Ab urbe coacta di Mauro Ruvolo (2016, 74')
Tra il quartiere della Certosa e Tor Pignattara, dove i segni dei fasti della Roma antica sono ormai solo rovine tra il cemento e l'indifferenza, Mauro Bonanni, detto "Barella", gestisce un'autodemolizioni tra le più antiche della zona, da decenni crocevia di personaggi che solo il sottobosco della periferia romana è capace di offrire. Barella è un uomo della strada, cresciuto nella povertà delle baracche, e come molti vive con disagio l'invasione di immigrati che negli ultimi anni ha reso irriconoscibile ai suoi occhi il quartiere dove è nato, e dove ha vissuto gli anni difficili ma spensierati della giovinezza. Un razzismo quindi derivato da un disagio di vita più che da convinzioni ideologiche, pesante e volgare nella sua espressione, ma in alcuni tratti contraddittorio: Barella è anche attratto da quelle terre così lontane e diverse, e alterna a un atteggiamento violento e autoritario verso i suoi operai, il marocchino Mohemd e il bengalese Ripon, la curiosità verso culture altre, arrivando persino a costruire una solida amicizia con Blaise, un ex operaio originario del Benin trasferitosi a Cuneo, con cui anni prima ha condiviso un viaggio nel paese centro-africano.
 
ore 20.45 Incontro moderato da Adriano Aprà con Mauro Ruvolo
 
ore 21.45 Archipelsnitrate di Claudio Pazienza (2009, 62')
Ritratto intimo e personale della Cineteca Reale del Belgio (rinnovata recentemente e ribattezzata Cinematek). E su questo schermo, schegge del mondo, un'idea di Storia, di bellezza. Su questo schermo, una parte congruente dell'umanità. "Io sono ciò che ho visto", disse Matisse. Ma non tutte le immagini viste rimangono intatte. E ancora meno l'immagine di sé. Il tempo, croce, abisso, martirio. Archipels nitrate parla del cinema e del tempo sotto forma di una partitura visiva e fa coesistere un centinaio di film in seno a un solo e unico viaggio.
Versione originale con sottotitoli in italiano
 
venerdì 2
ore 18.30 The Good Intentions di Beatrice Segolini e Maximilian Schlehuber (2017, 84')
Dopo sette anni passati lontano, Beatrice torna a casa. La sua è una missione difficile: rompere il tabù che vige sulla violenza del padre. Ma parlarne con la madre e i fratelli maggiori non è semplice: l'argomento è delicato, tutti temono di ferire il padre assente, e presto l'intera famiglia comincia a mettere in dubbio le intenzioni di Beatrice. Ma lei continua a domandarsi: perché si continua a negare l'evidenza? Perché nessuno ha mai parlato della violenza, e della manipolazione psicologica? Di cosa ci si sente in colpa? Cosa hanno fatto tutti questi anni di rimozione a questa famiglia? Sarebbe giusto incontrare il padre e confrontarlo? È possibile fare pace con il passato?
 
ore 20.00 Laville engloutie diAnna de Manincor [ZimmerFrei] (2016, 66')
Il film è il settimo della serie TemporaryCities, ritratti di città filmati in piccole aree che stanno affrontando un processo di trasformazione - un quartiere, una piazza, un bar o anche una singola panchina -, dove il tema principale sono i residenti, la loro percezione e l'uso dello spazio pubblico. Il nuovo film di ZimmerFrei ritrae Chalon-sur-Saône, città fluviale ex industriale, con uno sguardo fantascientifico e ne esamina il possibile futuro. Come apparirà Chalon-sur-Saône nel 2040? Il documentario è una creazione collettiva e originale che proietta visioni, paure e desideri su una città immaginaria e distopica. Il futuro è già qui.
Versione originale con sottotitoli in italiano
 
ore 21.15 Dusk Chorus di Nika Šaravanja, Alessandro d'Emilia e David Monacchi (2017, 62')
Un viaggio sonoro unico, nel cuore della foresta amazzonica, in Ecuador. Un'esperienza sensoriale, poetica e scientifica allo stesso tempo, guidati dal ricercatore e compositore eco-acustico David Monacchi, nel suo tentativo di registrare, per la prima volta in 3D, il patrimonio acustico di un ecosistema antico e ricchissimo di specie alla scoperta dei "frammenti sonori in via di estinzione".
Versione originale con sottotitoli in italiano
 
sabato 3
ore 17.00 Jointly Sleepingin Our  Own Beds di Saverio Cappiello (2017, 63')
È possibile ai giorni nostri innamorarsi di qualcuno che non si è mai incontrato? Per sette mesi il regista ha raccolto diversi video e materiale audio da una relazione a distanza con Pauline. Il film è la testimonianza dell'alba e tramonto di un'esperienza amorosa, cresciuta nel tempo affrontando i problemi della vita quotidiana.
Versione originale con sottotitoli in italiano
 
ore 18.15 Incontro moderato da Adriano Aprà con Saverio Cappiello
 
ore 19.00 Il negozio di Pasquale Misuraca (2017, 78')
IlNegozio affronta due questioni. La questione linguistica della nascita del cinema androgino come arte che fonde l'elemento documentario e filmico, distinti nel cinema fin dalle origini. La questione sociale della reazione creativa alla moltiplicazione dei sistemi e dei mezzi di sorveglianza che registrano ogni nostro movimento. Sotto lo sguardo delle videocamere di sicurezza di un negozio romano di ottica si succedono storie che, attraverso il montaggio, compongono un mosaico oggettivo e soggettivo sulla crisi che stiamo vivendo, la crisi della intera civiltà moderna.
 
ore 20.30 Incontro moderato da Adriano Aprà con Pasquale Misuraca
 
ore 21.15 Ananke di Claudio Romano (2015, 73')
Ananke nella mitologia greca è la dea che rappresenta la personificazione o potenza del destino. In un presente immaginario l'umanità si sta estinguendo a causa di una terribile pandemia. Una nuova forma di depressione virale induce al suicidio chi la contrae. L'unico modo per sfuggire alla morte è evitare gli esseri umani, fuggire, rimanere soli. Dopo un lungo peregrinare, un uomo e una donna trovano riparo in una casa isolata fra le montagne, lontani dalla società e dalle metropoli. Sperano di salvarsi adattandosi a una vita primitiva ed essenziale, priva di nevrosi e contaminazioni tecnologiche. I protagonisti parlano in francese, una lingua dal bel suono che contrasta con lo sfacelo che si compie attorno a loro. A far loro compagnia una capra di nome Ananke. Soli, ignari e in balìa degli eventi, faranno i conti con l'ineluttabile. La natura veglia su di loro, osservandoli dall'alto. Tutto scorre, tutto muta, tutto si trasforma. Per sfuggire alla morte è sufficiente sfuggire all'uomo?
Versione originale con sottotitoli in italiano

 

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