Home > “Cinema Trevi: il 27 novembre discussione sull’arte dell’attore: Paolo Ferrari e Giuseppe Pambieri, in scena al Teatro Quirino con “Todo modo”, incontrano il pubblico. A seguire il film di Elio Petri, con Mastroianni e Volonté.”
“Cinema Trevi: il 27 novembre discussione sull’arte dell’attore: Paolo Ferrari e Giuseppe Pambieri, in scena al Teatro Quirino con “Todo modo”, incontrano il pubblico. A seguire il film di Elio Petri, con Mastroianni e Volonté.”
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Il 27 novembre, presso il cinema Trevi, alle 21.00, nell'ambito degli incontri co-organizzati dalla Cineteca Nazionale e il Teatro Quirino-Vittorio Gassman, Paolo Ferrari e Giuseppe Pambieri incontrano il pubblico. I due attori sono in scena al Teatro Quirino con un adattamento del romanzo di Leonardo Sciascia Todo modo (fino al 7 dicembre). Dopo l'incontro seguirà la proiezione della trasposizione cinematografica di Elio Petri. Trait d'union di questo mutarsi è l'arte dell'attore; Paolo Ferrari e Giusepp Pambieri raccolgono l'eredità cinematografica di Gian Maria Volonté e Marcello Mastroianni.

Todo modo è la denuncia impietosa dei mali che affliggono la società italiana: la corruzione, la schizofrenia del potere e, ancora di più, una dilagante, inarrestabile mancanza di idee e principi. Un romanzo dalla materia incandescente e dal ritmo incalzante, scritto da Sciascia nel 1974 come un poliziesco "al contrario" nel quale la società, già imperfetta e malata, contiene il seme della colpevolezza.
Nell'eremo di Zafer si riuniscono ogni anno, per i tradizionali esercizi spirituali, importanti uomini politici, industriali, banchieri ed esponenti del clero, ma alcuni di loro scompaiono misteriosamente. Da qui parte una'inchiesta serrata e inquietante che avrà un unico risultato: nessuna vittima, tutti colpevoli. Un sottile gioco di scena tratteggia così il ritratto grottesco di una casta che per troppa ingordigia si precipita verso l'autodistruzione. Due le figure emblematiche della vicenda, rivali e antagoniste: Don Gaetano, prelato dal carisma inquietante e demoniaco che guida gli esercizi spirituali del gruppo, e Diego Rogas, pittore ed io-narrante, ospite casuale dell'albergo-eremo, spinto verso Don Gaetano da un sentimento di attrazione misto a repulsa.
 
 
Alle 21.00 incontro
 
a seguire
Todo modo (1976)
Regia: Elio Petri; soggetto: dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia; sceneggiatura: E. Petri, con la collaborazione di Berto Pelosso; fotografia: Luigi Kuveiller; musica: Ennio Morricone; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Gian Maria Volonté, Marcello Mastroianni, Mariangela Melato, Ciccio Ingrassia, Franco Citti, Tino Scotti; origine: Italia; produzione: Cinevera; durata: 130'.
«Mentre in Italia si scatena una terribile epidemia, un centinaio di "notabili" del partito che governa l'Italia da tre decenni si riunisce in un albergo-convento, costruito nel sottosuolo di una pineta, per eseguirvi un corso di esercizi spirituali condotto dal severo gesuita don Gaetano. In realtà, indifferenti alle prediche del sacerdote, che non ha dubbi sulla loro corruzione, ai convenuti preme soltanto concordare una nuova spartizione del potere. Ben presto la riunione si trasforma in rissa; si arriva persino ad un morto cui altri, misteriosamente, seguono nei giorni successivi, gettando il terrore tra i politici riuniti. Forse l'opera più "politicamente scorretta" sulla figura di Aldo Moro (rappresentato da colui che tutti chiamano "il presidente"). Film cupo, grottesco, profetico, nel quale lo statista democristiano  è rappresentato come colui che dovrà "portare la croce della mediazione sul Monte Calvario dei nuovi assetti". Il film fu girato nel 1975, proprio nel momento in cui le BR cominciavano a prendere in considerazione come possibili obiettivi di un sequestro, oltre a Moro, personalità politiche come Giulio Andreotti e Amintore Fanfani» (Christian Uva).
Si ringraziano per la proiezione Cinecittà Holding e Warner Bros. Italia - Ingresso gratuito
 
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