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“Cinema Trevi: il 23 settembre carta bianca al critico Marcello Garofalo.”
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La colonna infame, Tony Arzenta (Big Guns), Il conformista: Nelo Risi adopera come pretesto la Storia, una Storia manzoniana, Duccio Tessari il compendio di una "pulp fiction" inesistente, Bernardo Bertolucci il romanzo di Alberto Moravia. Scrive Garofalo a proposito delle differenze tra i tre film: i grandi continuum di reale e immaginario in Risi (la Storia che attraversa la Letteratura e la consegna al Cinema) si oppongono ai blocchi discontinui e agli artigianali "gut shock" di Tessari e ai flashforward di Bertolucci, che restituiscono le memorie inconsce del personaggio e dello spettatore.
 
 
ore 17.00

La colonna infame (1973)
Regia: Nelo Risi; soggetto: Nelo Risi, dall'opera omonima di Alessandro Manzoni; sceneggiatura: Vasco Pratolini, N. Risi; fotografia: Giulio Albonico; musica: Giorgio Gaslini; montaggio: Gian Maria Messeri; interpreti: Helmut Berger, Vittorio Caprioli, Francisco Rabal, Lucia Bos, Pier Luigi Apr, Salvo Randone; origine: Italia; produzione: Filmes; durata: 102'.
Con la collaborazione alla sceneggiatura di Vasco Pratolini, Nelo Risi mette in scena la cronaca dell'aberrante processo agli untori che si celebrò a Milano durante la pestilenza del 1630 in mezzo a illegalità e torture. La ricostruzione degli esterni milanesi e del palazzo di giustizia (architetto Giuseppe Bassan) "come un dantesco cono rovesciato di carattere infernale" fa sì che la profondità scatenata appartenga al tempo, non più allo spazio. Magnifico doppiaggio, di livello radiofonico. Resta (complice la Messa da Requiem di Verdi) la pura apparizione alla coscienza della violenza di quei fatti "assurdissimi e atrocissimi" sintomatici di ogni forma di persecuzione e d'ingiustizia. (Marcello Garofalo).
 

ore 19.00

Tony Arzenta (Big Guns) (1973)
Regia: Duccio Tessari; soggetto: Franco Verucci; sceneggiatura: Ugo Liberatore, F. Verucci, Roberto Gandus; fotografia: Silvano Ippoliti; musica: Gianni Ferrio; montaggio: Mario Morra; interpreti: Alain Delon, Richard Conte, Carla Gravina, Marc Porel, Giancarlo Sbragia, Umberto Orsini; origine: Italia/Francia; produzione: Mondial Te.Fi., Adel Productions, Lira Films; durata: 115'.
La morte evocata, desiderata, necessaria del protagonista Delon, anticipata dallo spompettante tema musicale di Gianni Ferrio, nell'unico titolo perfettamente ibridato tra il "poliziesco all'italiana" e il "polar", diretto da Tessari con una violenza pletorica e quasi "godardiana" ("non rosso, sangue") e capace di rappresentare (scherzando su) quella che Bertolucci definì, a proposito di Nick's movie, "l'immense frivolité des mourants". La canzone L'appuntamento cantata da Ornella Vanoni sugli opening titles (preceduta dal marchio Titanus) con i più bei nomi del cinema di genere italiano che scorrono in successione è un esempio di cine-seduzione popolare altissimo. Scena di "car chase" indimenticabile e molto "death proof", che Tarantino deve avere per forza ammirato prima di Grindhouse. Rigorosamente (e meravigliosamente) vietato ai minori di 18 anni. (Marcello Garofalo)
 

ore 21.00

Il conformista (1970)
Regia: Bernardo Bertolucci; soggetto: dal romanzo omonimo di Alberto Moravia; sceneggiatura: B. Bertolucci, Franco Arcalli; fotografia: Vittorio Storaro; musica: Gorges Delerue; montaggio: Kim [Franco] Arcalli; interpreti: Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Dominique Sanda, Pierre Clmenti, Gastone Moschin, Jos Quaglio; origine: Italia/Francia; produzione: Mars Film Produzione, Marianne Productions, Maran Film; durata: 113'.
 «Secondo la bella formula di Sant'Agostino, esiste un presente del futuro, un presente del presente, un presente del passato, tutti implicati nell'avvenimento, arrotolati nell'avvenimento, dunque simultanei, inesplicabili» (Gilles Deleuze, L'immagine-tempo). Soltanto Il conformista di Bertolucci e l'America di Leone (grazie anche alla partecipazione di Franco Arcalli in entrambi i titoli) per me li hanno rappresentati. (Marcello Garofalo)


Nell'immagine Alain Delon in Tony Arzenta (Big Guns) di Duccio Tessari.

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